Castel del Monte è un’icona del turismo meridionale. Nei terreni circostanti il suo celebre maniero ottagonale, Federico II di Svevia soleva andare a caccia col falcone, rapace nobile dalle grandi ali, con vista infallibile e artigli acuminati. In queste stesse terre produce oggi vino la cantina Rivera, di proprietà della famiglia De Corato da tre generazioni. E Il Falcone, blend “antico” di uve rosse autoctone, è da quasi cinquant’anni il nome del loro vino simbolo. Un brand, che da solo si fa precedere dalla sua fama, esportando il “vernacolo” pugliese in tutto il mondo.
Ho incontrato Sebastiano De Corato, che insieme a suo fratello Marco e sotto lo sguardo ancora vigile del padre Carlo, è oggi alla guida dell’azienda.
“Negli anni ’50 e ’60 Rivera era già un marchio molto noto”, spiega Sebastiano “mio nonno partì da subito con l’idea di produrre solo vino in bottiglia, per differenziarsi dal mare di sfuso che tradizionalmente le nostre terre del Sud producevano in quegli anni. Iniziò con le uve tipiche della zona di Castel del Monte, tra cui per primo il Bombino Nero, oggi DOCG, con cui si producevano rosati meno “carichi” dei salentini. Il successo commerciale arrivò abbastanza presto e permise all’azienda di ingrandirsi e allargare la produzione”.
In quegli anni, la forma di allevamento della vite tipica di quella zona era il cosiddetto “misto andriese”, un mix di Nero di Troia e Montepulciano d’Abruzzo. Il primo aveva sempre avuto fama di sfornare vini “difficili”, di grande struttura e graffiante forza tannica. Per “addolcirlo” un po’ allora i contadini di quelle parti solevano piantare un filare di Montepulciano ogni due di Nero, e li vinificavano tutti insieme. Nel 1971, come omaggio a Federico II di Svevia, il nonno di Sebastiano, fondatore della cantina, scelse il nome Il Falcone.
Da allora, le proporzioni del “misto andriese” sono rimaste praticamente invariate (oggi c’è un 30% circa di Montepulciano) ma le due uve vengono vinificate separatamente.
Il Falcone è uno dei grandi vini del Sud, ma prende vita da un terreno fresco e ventilato: con la Murgia alle spalle e l’Adriatico immediatamente di fronte, venti freddi dai Balcani e venti caldi mediterranei si alternano, facendo maturare le uve in maniera ottimale e donando a questo prodotto grande eleganza e complessità. È vino di lunga “gittata”, che esprime il meglio dopo almeno 7-8 anni dalla vendemmia, ma che, in base ai racconti di Sebastiano e della sua famiglia, è capace di soprendere anche dopo diversi decenni.
Io vi lascio le brevi note della mia mini-verticale.
Il Falcone 2014
Naso un po’ asciugato nel frutto; più orientato verso toni scuri, di felce, alloro, foglie secche. In bocca è potente, maturo, dal tannino ben marcato, anche di buona persistenza, ma gli manca, in questa fase, un po’ di “allungo”. Resta l’impressione di un vino che stia ancora cercando coesione e compiutezza. Da attendere con fiducia.
Il Falcone 2013
Vino di caratura superiore! Ampio, caldo, solare, senza mancare né di freschezza né di definizione. Vino “chiaroscurale”, dove i terziari si alternano a rimandi di frutta fresca (bacche rosse, ribes, mora) e fiori (violetta), con un profilo aromatico davvero seducente. Bocca succosa, con un tannino di magistrale maturità; anche il finale è tonico ed esteso, e chiude in una lunga scia di sapidità. Veramente una gran bottiglia!
Il Falcone 2009
Bouquet ombroso di sottobosco umido, spezie scure, prugna, con un’accennata nota goudron che lo rende non proprio “pimpante”. La bocca è coerente: c’è più potenza che definizione, più materia che agilità, più ampiezza che persistenza.
Il Falcone 1999
Compostezza e calore. Tartufo, fungo, terra, una nota di brodo di carne. Poi si apre su toni di frutta scura e fiori secchi. Gli elementi maturi, certo, lo acquietano un po’, ma senza minarne la beva. Ha una bocca di bellissima levità, sapida e centrata, sa di autunno, sa di bosco…sa di storia!
Azienda Vinicola Rivera
Andria (BAT)
S.P. 231 km 60,500 Contrada Rivera, 76123
Tel. 0883 569501
info@rivera.it
www.rivera.it
Collocazione geografica dei vigneti: comune di Andria – Doc/Docg Castel del Monte.
Ettari vitati: 65 circa
Abruzzese, ingegnere per mestiere, critico enogastronomico per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri, con cui ancora collabora. Vino, distillati e turismo enogastronomico sono la sua specializzazione. Nel tempo libero (poco) prova a fare il piccolo editore, amministrando una società di portali di news e comunicazione molto seguiti in Abruzzo e a Roma. Ha collaborato per molti anni con guide nazionali del vino, seguendo soprattutto la regione Abruzzo (ma va?), e con testate enogastronomiche cartacee ed online. Organizza eventi e corsi sul vino...più spesso in Abruzzo (si vabbè...lo abbiamo capito!).
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