Ritorna dopo la pandemia la bella manifestazione “La Prima dell’Alta Langa” organizzata dal Consorzio di Tutela dell’Alta Langa e dedicata alle bollicine metodo classico prodotte seguendo il disciplinare della DOCG Alta Langa, in Piemonte, nelle Langhe appunto.
Esclusiva la location: il museo di Italdesign di Giugiaro, a Moncalieri. Un luogo normalmente chiuso al pubblico che raccoglie alcuni degli esemplari di autovetture più belli ed iconici della produzione del designer.
Ma il legame tra Italdesign e Alta Langa è molto più profondo. Nel 2012 fu Giorgetto Giugiaro a disegnare il calice istituzionale del Consorzio, calice sostituito da una nuova versione, presentata in anteprima assoluta proprio in questa occasione, sempre disegnata dall’azienda torinese e realizzata dalla vetreria Collevilca.
Il calice, chiamato “Terra” ha una forma inusuale: triangolare nella base si arrotonda nella parte superiore del bevante. Una forma decisamente particolare che ha suscitato pareri contrastanti tra i presenti.
Se da una parte è stata apprezzata la forma decisamente unica, dall’altra parte è stato evidenziato come fosse quantomeno strano il dover tenere in mano un calice dallo stelo triangolare.
Giulio Bava, presidente del Consorzio fino a poche settimane fa, spiega una curiosità del calice “Oltre a integrare tutte le caratteristiche di un bicchiere da degustazione, questo particolare calice non consente il movimento di roteazione del vino, che spesso si fa sovrappensiero, anche quando – come nel caso del nostro metodo classico – non è proprio necessario”.
I 46 produttori presenti hanno messo in degustazione 115 cuvée.
Rimane una grande qualità media delle produzioni che come già riscontrato nelle edizioni precedenti riescono a far esprimere al meglio il territorio. La già lunga permanenza sui lieviti prevista dal disciplinare (almeno trenta mesi) in gran parte dei casi è ancora più lunga; in degustazioni erano presenti numerose etichette con alle spalle tanti anni di affinamento sui lieviti.
Rispetto a quanto rilevato nel corso del medesimo evento organizzato nella primavera 2019 (vedi il nostro aritcolo), abbiamo constatato un significativo aumento della presenza di Chardonnay, sia in purezza che in taglio con il Pinot Nero, di fatto unico altro vitigno utilizzato nonostante il disciplinare consenta utilizzo, fino al 10%, di altri vitigni non aromatici idonei alla coltivazione in Piemonte.
Abbiamo particolarmente apprezzato:
Ettore Germano – Blanc de Blanc Riserva Pas Dosé 2015, 65 mesi, per la sua eleganza unita alla potenza declinata nella persistenza
Ghione – La Reine Blanc de Noir Brut 2017, 40 mesi, per i suoi persistenti e delicati sentori tostati
Enrico Serafino – Zero 140 mesi Riserva Pas Dosé 2009 per la sua infinita eleganza
Giulio Cocchi– Pas Dosé 2012, 96 mesi, per la sua freschezza e persistenza
Mario Giribaldi – Matteo Giribaldi Pas Dosé 2013, 60 mesi, per la sua elegante dimostrazione di evoluzione
Marcalberto – BlancdeBlancs Pas Dosé 2018, per la sua purezza fresco sapida
Contratto – Millesimato Pas Dosé 2017 per la sua piacevolezza
Agricola Brandini – Rosato Brut 2016, 48 mesi, per le note gustative tipiche del vitigno
Terrabianca – Extra Brut 2017, 48 mesi, per la finezza, la sapidità e la freschezza
Dopo una trentennale brillante carriera in ambito amministrativo finanziario all’interno di un noto gruppo multinazionale, dal maggio 2018 si dedica totalmente al mondo del vino del quale è appassionato partecipe da oltre quindici anni. Sommelier dal 2005 e degustatore Associazione Italiana Sommelier, assaggiatore di formaggi ONAF, assaggiatore di grappe e acqueviti ANAG e degustatore professionista di birre ADB, è relatore in enologia nei corsi per sommelier. È stato responsabile redazionale del sito internet della delegazione AIS di Milano e ha collaborato alla stesura delle guide Vitae e Viniplus. È redattore per la rivista Viniplus di Lombardia, per la quale cura due rubriche, è inoltre autore per la rivista Barolo & Co e per le testate on-line vinodabere.it, e aislombardia.it.
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