Anche stavolta i francesi nel mondo del vino hanno anticipato i tempi. 65 produttori hanno aderito all’iniziativa del Syndicat de défense du vin naturel che ha ottenuto di poter mettere in etichetta “Vin méthode Nature” dalla Direzione generale della concorrenza, del consumo e della repressione frodi (DGCCRF) e dal ministero dell’Agricoltura. Per ora è ancora una definizione limitata a questo Sindacato ma l’Inao, che esamina le denominazioni protette, si pronuncerà presto.
Ma quali sono le regole per utilizzare la dizione “Vin méthode Nature”?
Le uve devono essere biologiche e vendemmiate a mano. La vinificazione deve avvenire solo con lieviti indigeni senza additivi e tecniche enologiche invasive quali filtrazione a flusso incrociato, la pastorizzazione flash, l’osmosi inversa. L’anidride solforosa si può aggiungere solo prima dell’imbottigliamento in una quantità massima di 30 mg/litro. Sono previste etichette differenti per i vini senza solforosa aggiunta (“senza solfiti aggiunti”) e per quelli che la usano nei limiti predetti (“<30 mg di solfiti aggiunti”).
Il sistema di controlli non sembra ancora molto rigoroso (si parla di controlli a campione fatti ogni anno su tre aziende estratte a sorte).