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Krug e il meraviglioso Clos du Mesnil 2002

Con riferimento a Krug si è sempre parlato e sempre si parlerà, della sua storia, del suo approccio alla vinificazione, e delle sue famosissime cuvèe.

Si sono da sempre definiti Négociant manipulant, cioè acquistano le uve da conferitori selezionati utilizzandole insieme a quelle provenienti dai vigneti di proprietà  con cura e passione al fine di realizzare quel progetto che ha fatto di Krug una delle più apprezzate e famose Maison dello Champagne.

Il tutto per ottenere quelle cuvée che sono divenute, con il passare degli anni,  il simbolo di una particolare interpretazione dello Champagne legata all’utilizzo del legno e all’assemblaggio di vini di annate diverse, che hanno permesso agli Champagne Krug di risentire di meno dei cambiamenti legati agli eventi climatici.

La Grande Cuvée di Krug è l’unione di ben 120 vini provenienti da oltre 10 annate diverse che scaturiscono da uve con diversi terroir. Il tutto per  garantire un’uniformità nella beva che rappresenta la filosofia della Maison.

Clos du Mesnil

Per questo non vogliamo dilungarci più di tanto sulla storia, di cui troverete articoli ovunque, e sulle principali Cuvée, ma parleremo di uno dei  più importanti vigneti di proprietà: il Clos du Mesnil e dello Champagne che ne prende il  nome.

Un vigneto fantastico di appena 1,84 ettari,  adagiato su di un crinale dove le uve trovano perfetta dimora.

Ubicato nel centro del paese di Mesnil e protetto da un muro di cinta risalente al 1698, data che sembra essere quella in cui sono state piantate le viti, anche se non si è  certi che quelle risalenti alla nascita fossero di Chardonnay come quelle attualmente presenti.

Una vigna senza prezzo, il fiore all’occhiello della famiglia Krug, circondata da un muro di pietre da cui deriva il nome Clos, e l’obbligo di garantire una qualità di vino nettamente superiore ai vigneti che la circondano, cosa non facile visto che nel villaggio di Mesnil  tutte le vigne sono classificate Grand Cru.

Acquistato nel 1971 da Henri e Rèmi Krug – si dice che l’accordo fu raggiunto al telefono ma non se ne hanno prove certe – fu gradualmente reimpiantato con una prima vendemmia parziale solo nel 1979.

Durante la quale i fratelli Krug, dopo averne assaggiato il vino, presero la storica decisione di non assemblarlo nella Private-Cuvée (oggi la Grande Cuvée), come da progetto originario, ma di farne uno Champagne da singolo vigneto e la loro fu una intuizione azzeccatissima.

Durante una Masterclass organizzata da Atelier di Champagne e mirabilmente condotta da Alberto Lupetti, ci è stata proposta una mini verticale della Grande Cuvee 161-164-166, il millesimato 2004, il Rosé e il Clos du Mesnil. Vi parliamo solo di questi ultimi due.

Clos du Mesnil 2002 – 100% Chardonnay –

Da un terreno composto prevalentemente da gesso, organismi marini e calcite nasce uno Champagne all’altezza della fama che lo precede, prodotto solo nelle annate ritenute all’altezza e la 2002 è stata una di queste, durante le quali si riesce a far esprimere al vino quella complessità e generosità propria delle uve che lo hanno generato.

Un tripudio di sensazioni non appena si avvicina il naso al bicchiere che spaziano da note floreali passando per spezie, anice, liquirizia, gesso, pasticceria, miele, agrumi e ricordi fumé. Ma è durante l’assaggio che ci accorgiamo della sua grandezza legata a quelle uve di Chardonnay che vivono da anni in quel fazzoletto di terra.

Caratterizzato da una freschezza unica, ci appare tagliente, affilato come una rasoio, di vivace asprezza a cui si accompagna una straordinaria ed essenziale nota sapida.

Un nettare nel bicchiere, ricco, avvolgente, cremoso, e allo stesso tempo elegante, fino a terminare il suo percorso nel palato  con note di agrumate lunghissime.

Krug Rosé 21ème Édition

Un’ulteriore menzione la vorremmo fare per la nuova annata di Krug Rosé 21ème Édition.

Un vino che dopo diverse annate leggermente sottotono riesce ad esprimersi ad i massimi livelli.

Assemblaggio di vini, selezionati da diverse varietà di uve e diverse annate a cui si aggiunge Pinot Noir. Affina 5 anni prima di essere messo in commercio, si mostra con profumi di ciliegia e rosa che anticipano un sorso dinamico ed equilibrato con una bellissima scia sapida in chiusura. Bellissimo il finale di rosa.

 

 

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Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.

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