Non è facile che un vignaiolo timido e riservato come Pasquale Di Prisco, che fa parte dell’eccellenza della viticoltura irpina, si sposti dalla sua terra per andare a Roma, a parlare della sua azienda e dei suoi vini. Per l’occasione quindi bisognava scegliere un locale all’altezza, e così il ristorante Romeo della chef stellata Cristina Bowerman, ha provveduto ad ospitare la serata.
Pasquale arriva accompagnato da sua moglie. Hanno lasciato per questa occasione Fontanarosa (AV), luogo dove vivono ed ha sede l’azienda, per raccontare ad una platea di appassionati e giornalisti la loro storia e quel magnifico territorio che è l’Irpinia.
La timidezza pian piano lascia spazio all’orgoglio quando Pasquale inizia a parlare dei suoi vini, delle sue vigne e della sua cantina.
Un azienda dove tre generazioni hanno messo passione e fatica dapprima coltivando, nei 10 ettari che la compongono, grano e cereali, allevando bestiame e curando le vigne presenti con lo scopo di produrre vino esclusivamente per il consumo locale, tanto da esser venduto rigorosamente sfuso.
Soltanto nel 1994 quando Pasquale Di Prisco eredita dal padre l’azienda le cose cambiano. Lascia la coltivazione dei campi e l’allevamento del bestiame e si concentra sulla produzione di vino. Era da poco nata la DOCG Taurasi e le aziende locali avevano intuito il potenziale della viticoltura di questa zona, puntando sulla quella qualità che avrebbe permesso loro di iniziare a far conoscere questo territorio in Italia e nel Mondo.
Si comincia con il produrre Aglianico e Coda di Volpe, aggiungendo con il passar del tempo Fiano di Avellino e Greco di Tufo, in un percorso ricco di emozioni e soddisfazioni che oggi è giunto alla ventiquattresima vendemmia.
Quest’anno la produzione si è assestata sulle 70 mila bottiglie, tantissime se rapportate alle prime vendemmie quando non si arrivava nemmeno a 10 mila , ma con un entusiasmo e una passione che è rimasta sempre la stessa. Solo la vinificazione ha subito dei piccoli accorgimenti anno dopo anno, legati più agli imprevisti che sono sorti nel tempo che ad innovazioni tecnologiche .
Quando gli chiediamo della vendemmia 2017, difficile ovunque in Italia, ci racconta che pur condizionata da gelate primaverili e caldo estivo, non è stata così male. Consapevole di aver ben lavorato sia in vigna che in cantina, è stato comunque favorito da un territorio che si contraddistingue per un clima continentale e che ha registrato temperature meno alte di altre zone d’Italia, preservando le uve dal caldo eccessivo, pur avendo dovuto anticipare la raccolta rispetto al passato.
Abbiamo ripercorso il passato ed il presente di questa azienda attraverso una sequenza di vini di grandissimo valore ed interesse della quale vogliamo darvi conto. Convincenti, come da programma, i piatti proposti dalla cucina di Cristina Bowerman.
Irpinia Coda di Volpe 2016
È l’ultima annata in cui Pasquale ha comprato le uve da vignaioli selezionati. Dalla vendemmia 2017, infatti sono entrate in produzione le nuove viti aziendali. L’assaggio pone in evidenza struttura e carattere con note di mela renetta e fiori gialli , accompagnate da un piacevole finale agrumato. Una lieve trama tannica (dovuta ad una macerazione parziale) completa il quadro organolettico, fornendo un ulteriore sprint.
Irpinia Fiano Vigna Rotole 2015
Note fumé si fondono a sentori di frutta bianca (mela in particolare) ed anticipano acidità e sapidità conducendo ad un finale lungo e agrumato.
Greco di Tufo Pietra Rosa 2013
Ricordi di fiori bianchi si fondono a note di frutta gialla, lasciando al centro dell’assaggio mineralità e sapidità piacevolissime ed un lungo finale agrumato. Elegante, strutturato, un vino premiato nella edizione 2017 della Guida I Vini d’Italia de L’Espresso, tra i 100 vini da bere subito (seconda posizione).
Greco di Tufo Pietra Rosa 2009
A volte capita con le annate meno recenti, di avere due bottiglie diverse dello stesso vino. In una le note di albicocca e nespola sorreggono ricchezza di beva ad evidenziare un maggior stato evolutivo mentre l’altra è tutta incentrata su profumi di susina e mela mostrando un vino che non ha perso lo smalto della gioventù.
Pulled Pork e patate a tre colori
Fiano d’Avellino 2010
Un fuoriclasse che riesce a mettere in evidenza tutta la longevità del Fiano. La nota fumé si accompagna a sentori di frutta secca facendo da preludio ad una vibrante freschezza e ad un finale intrigante di camino spento. Un assaggio emozionante.
Taurasi 2012
Vino intenso e inebriante nei profumi, con un finale piacevolissimo di arancia sanguinella e spezie. Fresco ed avvolgente, presenta un tannino di grande finezza ed eleganza. Risulta in quinta posizione della classifica dei migliori Taurasi per la Guida I Vini de L’Espresso 2018.
Taurasi 2006
In questa annata si sono usate barrique e botti grandi in uguale percentuale per l’affinamento. Piacevoli note balsamiche e speziate ci introducono ad una beva tutta incentrata sull’acidità, con un finale agrumato di grande piacevolezza.
Taurasi 2001
Un vero e proprio capolavoro. Pasquale di Prisco ci mette a disposizione alcune delle ultime bottiglie riamaste in cantina del vino che lo ha fatto conoscere in tutta Italia, un concentrato di emozioni con note balsamiche che si unisco a ricordi di cioccolato, spezie, frutta rossa e macchia mediterranea. Progressione e dinamicità nel sorso e un lungo finale di arancia sanguinella completano il già ricco quadro organolettico.
Daniele Moroni
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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