C’era una volta tanto tempo fa un re di nome Berardo che, dopo un lungo viaggio in sella al suo cavallo – sembra venisse dalla Francia a vegliare sulle nuove acquisizioni paterne, del casato Berardenga – raggiunte le terre di Vallepicciola, trovò ristoro in una cantina e nel vino che gli fu offerto, talmente buono da ubriacarsene. Il re si innamorò di questi luoghi e alla fine decise di fondare qui il suo reame. Da cui la discendenza dei Berardenga.
Che sia leggenda o realtà, passando tra le dolci colline senesi di questi luoghi, tra gli ulivi secolari e i vigneti, le stradine di cipressi e i campi di girasole, sembra di rivivere quella favola.
Siamo nella pregiata area del Chianti Classico, quella del “Gallo Nero”, nel suo comune più meridionale: Castelnuovo Berardenga. Proprio qui, a circa 15 km dal suo borgo medievale e altrettanti da Siena, negli anni ottanta un importante imprenditore industriale, Bruno Bolfo, e sua sorella Giuseppina si innamorarono di un antico insediamento rurale medievale in cima alla collina di Pievasciata e del suo incredibile panorama, così decisero di acquistarlo e ristrutturarlo. La favola sembra ripetersi in chiave moderna. Quelle strutture sono diventate oggi il raffinato hotel 5 stelle Le Fontanelle, con l’annesso ristorante di cucina toscana creativa La Colonna; nel tempo le proprietà si sono ampliate dando vita nel 1996 all’azienda agricola Vallepicciola. Una grande realtà partita da pochi ettari di vigneti intorno all’hotel e, a seguito di una serie di acquisizioni, estesa a 265 ettari, dei quali 65 vitati attualmente in produzione, che a brevissimo diventeranno 110 con le ultime impiantazioni di vigna in corso.
L’Azienda si estende sul versante orientale di Castelnuovo Berardenga, alla sinistra del fiume Arbia, ed è divisa in 12 zone nelle quali vengono coltivate 7 varietà di uve. Qui i terreni sono molto diversi fra loro – in pochi metri si passa dall’argilla alle rocce calcaree, al tufo, alle sabbie e arenarie – e i vitigni sono stati selezionati con cura in base alle caratteristiche del suolo, in modo che potessero esprimere al meglio le loro qualità. Il vitigno prevalente è ovviamente il Sangiovese, lo storico e indiscusso protagonista della zona, utilizzato prevalentemente per il Chianti Classico. Accanto ad esso sono state fatte delle scommesse con l’impianto dei vitigni internazionali Pinot Nero, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot e Chardonnay, che stanno dando risultati molto interessanti.
La produzione attuale è di circa 320.000 bottiglie, divise su 12 etichette, tra cui un bianco, un rosato, i rossi, uno spumate brut metodo classico e una grappa invecchiata. Molto belle le nuove grafiche delle bottiglie, ben riconoscibili per la presenza del volto stilizzato del re Berardo ubriaco, divenuto il simbolo dell’azienda, in primo piano nella linea dei tre Chianti Classico.
La cantina negli anni ha subito una radicale trasformazione nell’obiettivo di coniugare tradizione e natura con innovazione e tecnologia. Ho avuto modo di visitare Vallepicciola il 3 agosto scorso, in occasione dell’evento “Vallepicciola in festa” organizzato dall’azienda, e sono rimasta molto impressionata dagli sforzi ed investimenti fatti per costruire in meno di 10 anni un progetto così serio e all’avanguardia, dove ogni scelta è avvenuta con cura e puntando alla qualità. Personalmente ho visitato svariate cantine vinicole in Italia e all’estero, e questa cantina è un modello esemplare di integrazione ed equilibrio tra uomo e natura, tra tecnologia, funzionalità e ambiente circostante. Il fabbricato di circa 6.000 mq si sviluppa sotto il declivio di una conca naturale ed è quasi totalmente interrato, eccetto la parte superiore – dedicata all’accoglienza del pubblico, alle parti amministrative e al ricevimento delle uve – dove le ampie vetrate lasciano aperta la vista sulle vigne e sui magnifici panorami circostanti. Al di sotto si trovano due piani dedicati alle fasi di lavorazione delle uve, dalla fermentazione all’invecchiamento, imbottigliamento e spedizione. Le uve scendono dall’alto per caduta naturale e vengono trasferite dai serbatoi di acciaio alle botti in legno e alle altre aree di lavorazione, in base a necessità, mediante un pannello di controllo centralizzato e di condotti che corrono sui soffitti.
In occasione della visita, abbiamo avuto modo di fare un giro tra le vigne dell’azienda intorno alla cantina e di apprezzare la variabilità dei terreni e dei vigneti presenti, dai più vecchi ai più giovani impiantati da meno di due anni, oltre alla nuova porzione recentemente incorporata, con l’acquisizione di una proprietà confinante di un signore canadese, in via di recupero.
Emozionante la parte finale del tour: la degustazione dei vini nella stupenda barricaia con la conduzione molto precisa e professionale dell’enologo dell’azienda, Riccardo Cotarella. Enologo di fama internazionale, Cotarella non necessita certo di presentazioni. In Italia collabora con molte aziende, da nord a sud, e conosce profondamente i vitigni nazionali ed internazionali, e le loro declinazioni. Nella degustazione, riservata ad un gruppo ristretto di giornalisti, insieme al cordialissimo proprietario dell’azienda Bruno Bolfo e al gentilissimo e disponibilissimo AD Alberto Colombo, abbiamo potuto fare un excursus sulla produzione di Vallepicciola. Tutti vini eleganti, equilibrati e corretti, in cui emerge ben definito il vitigno di appartenenza: “vini pensati per piacere non solo al produttore, ma soprattutto al consumatore che alla fine è quello che li deve comprare – come ci tiene a precisare Cotarella –; sono il frutto della scelta dei terreni giusti per ciascun vitigno, di un attento lavoro in vigna e di un sapiente utilizzo delle tecnologie in cantina”.
Seguono in calce all’articolo gli appunti della degustazione per ciascun vino, rielaborati con il prezioso contributo di Franco Santini, che ringrazio! La maggioranza dei presenti, me compresa, hanno trovato particolarmente intriganti ed emozionanti il Lugherino Pinot Nero Rosato 2018 – uno dei pochi rosati da Pinot Nero esistenti – per il suo frutto delicato e per la sua freschezza e acidità che fanno venire voglia di berne e berne ancora; il Quercegrosse Merlot 2016, per il corpo polposo, il frutto maturo e la morbidezza tipica; il Mordese Cabernet Franc 2016, per la dinamicità e l’integrazione sorprendente, al naso e alla bocca, della nota erbacea tipica con il frutto.
La giornata è culminata con la piacevole serata in cantina, per Vallepicciola in festa, in cui in un’atmosfera rilassata e gioviale si è tenuta la presentazione del libro “Manuale di conversazione sui grandi vini rosa. Perché si può indossare il rosato e berlo senza problemi”, di Andrea Gori, e una degustazione di 11 vini rosa provenienti da tutta Italia, con la partecipazione dei produttori, di giornalisti e winelovers. E’ stato un bel momento di condivisione e sano confronto sulle possibili declinazioni del vino rosa, non più vino per sole donne, ma vino progettato sempre più seriamente e apprezzato da un pubblico sempre maggiore. Il tutto nella cordiale e sincera accoglienza dei proprietari e di tutto lo staff, con musica dal vivo, street food e dj set finale.
E questa è stata solo una delle iniziative del ricco calendario di eventi enoculturali organizzati per l’estate nella cantina di Vallepicciola, fra concerti, teatro, dj, cicloturismo, wine tasting, aperitivi, talk show… ovviamente… sorseggiando del buon vino!
Vallepicciola Società Agricola
S.P. 9 di Pievasciata, n. 21
53019 CASTELNUOVO BERARDENGA (SI) – Italy
Tel. +39.0577.1698718 – Fax +39.0577.1698718
www.vallepicciola.com – info@vallepicciola.com
LUGHERINO, PINOT NERO ROSATO TOSCANA IGT 2018
Uno dei pochi rosati esistenti a base di Pinot Nero, nato dalla passione del proprietario per questa nobile uva della Borgogna. Pinot Nero 100%, è il frutto di un progetto specifico: viti impiantate su suoli calcarei e argillosi, pressatura soffice delle uve e contatto breve con le bucce in modo da trasmettere un po’ di colore ma non i tannini – portati come il colore dagli antociani – che tenderebbero a dare secchezza, a discapito della freschezza. Fermentazione e affinamento in acciaio. Il colore è delicato e scarico, secondo le tendenze del mercato; presenti le note tipiche dei frutti di bosco; sorprende la parte gustativa, elegante, fresca, acida, minerale… da beva compulsiva!
BOSCOBRUNO, PINOT NERO TOSCANA IGT 2016
Pinot Nero in purezza, varietale in versione toscana ovviamente; metà fermentazione sulle bucce, metà senza bucce in barrique, invecchiamento per 8-10 mesi in barrique e poi in bottiglia. Un po’ giovane, il frutto è ancora un po’ coperto e nasconde un po’ il varietale. Frutti rossi tipici, balsamicità, eleganza al naso. In bocca è largo, acido, con tannini setosi. Buona la struttura, deve ancora evolvere e amalgamarsi la componente legnosa perché giovane.
CHIANTI CLASSICO DOCG 2016
Sangiovese in purezza, fermentazione parte in piccoli tini di acciaio parte in botti di rovere francese, invecchiamento in botti grandi per 12 mesi. Molto fruttato al naso, con sentori tipici di frutti rossi, viola appassita, ciliegia. Tanta frutta rossa anche in bocca, corpo medio, tannino presente ma non eccessivo. In generale un vino armonioso, con una bella freschezza e dinamicità, di facile beva ma non banale, piacevole da bere anche d’estate servito fresco.
CHIANTI CLASSICO RISERVA DOCG 2016
Anch’esso Sangiovese 100%, fermentazione come per il Chianti Classico, invecchiamento per 18-20 mesi in botti grandi e barrique. Si parte da una selezione specifica in vigna, come per gli altri vini. Colore rosso rubino più concentrato; tipiche note fruttate varietali di viola, prugna, ciliegia, minore freschezza già al naso; in bocca mantiene la tipica acidità del Sangiovese coniugato a tanto corpo, tannino avvolgente e persistenza.
CHIANTI CLASSICO GRAN SELEZIONE DOCG 2015
Sangiovese 100%. Invecchiamento in barrique, tonneaux e botti grandi per circa 24-26 mesi. Ancora maggiore concentrazione nel colore e in bocca. Frutta nera matura, bacche nere, prugna, mora, carrubo. Finale un po’ marcato dal legno, con note di torrefazione e vaniglia. Vino di struttura, polpa e grande allungo.
PIEVASCIATA, ROSSO TOSCANA IGT 2016
Blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Sangiovese, assaggiato in anteprima. Fermentazione in serbatoi di acciaio e in barrique di rovere francese, invecchiamento per 8-10 mesi in barriques. Colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei; sentori di frutti di bosco, note balsamiche e speziate; gusto ricco ed armonioso, bel corpo e godibilità. Vino di respiro internazionale ben fatto.
QUERCEGROSSE, MERLOT TOSCANA IGT 2016
Merlot 100%, fermentazione in serbatoi di acciaio a temperatura controllata e in barriques di rovere francese. Invecchiamento in barriques di rovere francese per circa 12-14 mesi. Colore rosso rubino intenso; naso da frutta matura, rotondo; al gusto note di ciliegia, prugna, lampone, erbe aromatiche, tannini tipici eleganti e setosi. Persistente, polposo, vellutato, un gran bel Merlot!
MORDESE, CABERNET FRANC TOSCANA IGT 2016
Cabernet Franc 100%, fermentazione e macerazione in serbatoi di acciaio a temperatura controllata per circa 20-25 giorni e fermentazione in barriques nuove di rovere francese. Invecchiamento in barriques di rovere francese per circa 14-16 mesi. Colore rosso rubino intenso; naso sorprendente, la parte erbacea è ben integrata al frutto con sentori di amarena, prugna, after eight, tostatura; al gusto è strutturato e intenso, ma al contempo fresco e succoso, con tannini fini. È uno dei vitigni che forse si è adattato meglio al terroir toscano. Scalpitante, energico e dinamico!
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