Uno degli eventi che la squadra di Vinodabere non può saltare è la presentazione della Guida I Vini d’Italia del Gambero Rosso. Essendo oggettivamente la pubblicazione più importante nel panorama enoico italiano, la nostra testata presta la massima attenzione alle novità e alle conferme che provengono dai colleghi del Gambero Rosso.
Dopo la conferenza stampa, tenutasi nella mattinata del 27 ottobre, abbiamo dunque partecipato alla degustazione dei vini premiati con i Tre Bicchieri nell’edizione 2019 della Guida.
Possiamo dunque segnalarvi alcune etichette che ci hanno veramente colpito:
BAROLO FALLETTO VIGNA LE ROCCHE RISERVA 2012 – BRUNO GIACOSA (note di degustazione di Gianmarco Nulli Gennari)
Un vino davvero “assoluto”, clamoroso e convincente come pochi, che conferma la leggendarietà di questo cru e del suo artefice, uno degli ultimi “grandi vecchi” delle Langhe, scomparso da poco. Profumi paradigmatici da Nebbiolo, floreali (rosa e viola), di frutti scuri, poi terra, tartufo, nuances balsamiche e speziate. Sorso solenne e asciutto, ma al tempo stesso amichevole e scorrevole, armonico, generoso, grande dinamica e profondità da fuoriclasse, ha margini di invecchiamento notevoli ma a differenza del solito è buonissimo e godibile anche oggi.
FIANO DI AVELLINO TOGNANO 2015 – ROCCA DEL PRINCIPE (note di degustazione di Gianmarco Nulli Gennari)
È solo da pochi anni che questa valida azienda di Lapìo ha deciso di imbottigliare un cru di Fiano oltre alla versione annata. Il Tognano però fa subito centro e si inserisce di prepotenza tra le grandi interpretazioni di quello che è uno dei migliori vitigni bianchi italiani: nette note di frutta gialla e tropicale al naso (dovute forse all’annata calda), seguite da toni più sottili di erbe dell’orto, salsedine, torba e cera d’api. In bocca ha un ottimo equilibrio, è molto agile a dispetto della vendemmia, ha un felice contrasto tra frutta matura e mineralità, miele e agrumi. Il finale è lunghissimo e ricco di sfumature fruttate (pera in particolare) e balsamiche.
Trento Perle’ Zero Cuve’e Zero 2011 – Ferrari (note di degustazione di Carlo Bertilaccio)
Eleganza, compattezza e persistenza per questo Chardonnay dai profumi schietti e puri con toni agrumat,i balsamici e fruttati accompagnati da sentori di erbe officinali e frutta secca (nocciola). Bollicine delicatissime e setose rendono il sorso vellutato e di grande bevibilità.
Pecorino “Giocheremo con i fiori “2017 – Torre dei Beati (note di degustazione di Carlo Bertilaccio)
Magnifico impatto olfattivo di fiori gialli (ginestra e mimosa) accompagnato da sentori agrumati e fruttati.
Bella acidità e persistenza per un bianco di grande equilibrio che chiude gradevolmente sapido e minerale.
Trento Brut Madame Martis Riserva 2008 – Maso Martis (note di degustazione di Salvatore Del Vasto e Sabrina Signoretti)
Solo mille bottiglie prodotte per questo intrigante e deciso metodo classico millesimato 2008 ottenuto dalle migliori e selezionate uve di Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Meunier, sboccato a fine febbraio 2018 dopo 9 anni di affinamento sur lie. Elegante al naso con delicate sfumature di crosta di pane, nocciola, miele e sbuffi minerali. In bocca freschezza e sapidità, perfettamente integrate ad una componente glicerica, conferiscono armonia e perfetto equilibrio. Davvero interminabile il finale che invoglia più volte al riassaggio.
Langhe Rosso Giàrborina 2016 – Elio Altare (note di degustazione di Salvatore Del Vasto e Sabrina Signoretti)
Fascino e seduzione per questo Nebbiolo in purezza affinato in barrique nuove per 18 mesi. Rubino luminoso al naso regala eleganti sentori di lampone, piccoli frutti rossi, erbe aromatiche e accenni di leggera speziatura. Freschezza e sapidità al gusto lasciano spazio a richiami fruttati e note balsamiche integrate in una cornice di perfetto equilibrio. Tannino vellutato e lunghissimo il finale.
Barbaresco Langhe DOC “Sorì Tildin” 2015- Gaja (Nebbiolo 95%, Barbera 5%). (note di degustazione di Gianni Travaglini)
Affinato 12 mesi in barrique e 12 mesi in botte grande. All’olfatto mostra profumi di frutti di bosco (mirtilli e ribes, mora) e una bella nota balsamica e di spezie; al gusto è elegante, con un mix ben calibrato tra frutto ed una acidità vigorosa; il sorso è raffinato, seducente, di lunghissima persistenza, sorretto da una scia di tannini finissimi.
Barbaresco DOCG “Asili “ vecchie viti 2013 – Roagna (nebbiolo 100%). (note di degustazione di Gianni Travaglini)
Affinato in botte grande per 5 anni. Sentori delicati di confettura di frutta rossa (amarena e prugna) e buccia d’arancia al naso, con note di erbe amare e spezie (chiodi di garofano e cannella); in bocca restituisce una sensazione di leggerezza e sapidità; il tannino è setoso, e chiude con una freschezza salina che amplifica l’eleganza del vino e ne fa intravedere una straordinaria longevità.
Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva DOCG Classico San Paolo 2016 – Pievalta (note di degustazione di Daniele Moroni)
Da un’azienda che gestisce le sue vigne in regime biologico e biodinamico nasce questo Verdicchio proveniente dalla vigna di San Paolo ubicata in una delle zone più vocate per questo vitigno. Dopo 14 mesi di affinamento in acciaio e 4 in bottiglia viene commercializzato. Sentori di agrume, fiori e frutta (mela golden) ci anticipano un sorso dinamico e sapido. Termina con piacevoli note agrumate e minerali.
Malvasia delle Lipari Passito 2017 – Caravaglio (note di degustazione di Daniele Moroni)
Dalle isole Eolie ci giunge questo vino le cui uve appassiscono per 15-20 giorni al sole della Sicilia. Parliamo di una Malvasia biologica che viene affinata in parte in acciaio e in parte in rovere per sei mesi, per rimanere altri 6 mesi in bottiglia prima di andare in commercio. Fiori bianchi e agrume si accompagnano a note di miele e noce. Dinamico ed elegante, restituisce ricordi di agrumi, miele e mela. Molto interessante.
Castelli di Jesi Verdicchio Classico Tardivo ma non Tardo Riserva 2016 – Santa Barbara (note di degustazione di Maurizio Valeriani): realmente sorprendente la tensione gustativa e la vena minerale di questo straordinario Verdicchio, che unisce sapidità, avvolgenza ed eleganza in un perfetto connubio, chiudendo con piacevolissimi ricordi di mandorla e pietra focaia.
Valtellina Superiore Sassella San Lorenzo 2016 – Mamete Prevostini (note di degustazione di Maurizio Valeriani): ormai questa azienda è diventata, a nostro avviso, il vero riferimento della Valtellina. Questo Chiavennasca (nome locale del Nebbiolo) si presenta con sentori floreali e speziati che cedono gradualmente spazio alle note fruttate e agrumate. Il sorso è avvolgente ma progressivo e di grandissima piacevolezza risulta il finale sapido e iodato.
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