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Cà Rovere e il progetto dedicato alla valorizzazione della Garganega

Cà Rovere è una tenuta agricola a conduzione familiare situata nel pittoresco borgo di Alonte, in provincia di Vicenza, immersa nel verde dei Colli Berici. Da due generazioni, la famiglia Biasin coltiva oltre 30 ettari di terra senza l’uso di prodotti chimici di sintesi.

L’azienda fa parte della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti – FIVI, che garantisce come, l’intera produzione, dalla vigna alla lavorazione in cantina, venga svolta sotto la propria responsabilità.

L’azienda agricola Cà Rovere è conosciuta, e riconosciuta, per aver portato avanti il progetto dedicato alla valorizzazione della Garganega, vitigno autoctono Veneto utilizzato principalmente nella produzione dei vini bianchi, tra cui il celebre Soave, uscendo con una serie di etichette che vedono l’antico vitigno protagonista in versione spumantizzata, anche accompagnata allo Chardonnay. Le cuvée Cà Rovere celebrano la Garganega portando alla luce tutte le sue caratteristiche più distintive. I vigneti sono posti nella parte più meridionale dei Colli Berici caratterizzata da esposizioni ottimali e buone escursioni termiche. I suoli sono di origine eocenica, ricchi di elementi minerali caratterizzati dalla presenza della Pietra Berica, roccia calcarea di origine marina.

L’azienda utilizza il metodo classico per la produzione dei suoi spumanti, un processo che prevede una seconda fermentazione eseguita direttamente in bottiglia. Questo metodo tradizionale richiede un affinamento sui lieviti che può durare da un minimo di 24 mesi fino a un massimo di 70 mesi.  Tutti gli spumanti prodotti dall’azienda sono millesimati, ovvero realizzati esclusivamente con uve raccolte in una singola annata. La cura nella selezione delle uve e del mosto è di fondamentale importanza: solo i grappoli migliori vengono scelti per la produzione. Una volta raccolte, le uve sono sottoposte a una spremitura soffice, un processo delicato che preserva al meglio le caratteristiche organolettiche del mosto.

La gamma di spumanti dell’azienda comprende sei etichette diverse, ciascuna con caratteristiche uniche in termini di uvaggi e dosaggio zuccherino offrendo un vasto assortimento di profili gustativi. La produzione è di circa 50mila bottiglie.

Noi abbiamo degustato:

 

Brut Nature – Chardonnay e Garganega – Maturazione 48 mesi sui lieviti – Millesimo 2018.

Perlage fine, non di lunga durata. Note fruttate di mela e pera e lunga chiusura agrumata. Sentori vegetali: erbe aromatiche, tenerumi e orticole, ricordi di fiori bianchi. In bocca prevale la fresca sensazione di pompelmo. Forte mineralità e finale sapido.

Extra brut – Garganega in purezza – Maturazione 24 mesi sui lieviti –  Millesimo 2021.

Perlage vivo e persistente. Sentori di frutta citrina: susina gialla acerba, mela verde. Fiori di campo freschi primaverili. Minerale: pietra focaia. La duratura vivacità del perlage accentua la freschezza e l’acidità del sorso. Buona persistenza con un finale lungo che riprende le note fruttate e minerali percepite al naso alle quali si aggiungono ricordi di cedro e mandorla amara.

Brut Blanc de Blancs – Chardonnay in purezza – Maturazione 48 mesi sui lieviti – Millesimo 2019. Iniziale carbonica importante che si equilibra sostando nel calice. Caratteristiche note di lievito accompagnate da sentori di fiori di zagara, pesca bianca con un accenno di ananas. Minerale: gesso. Sorso pieno, entrata morbida con sentori di burro di cacao e baccello di vaniglia. Finale che pulisce: salmastro con affascinanti note vegetali.

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Mi chiamo Emanuela, mi interesso del Mondo del cibo e del vino da sempre occupandomene a tutto tondo, dal punto di vista: - medico/scientifico: ho conseguito l’attestato all’abilitazione alla professione di dietista; - organolettico: sono sommelier classe 1993, maestra assaggiatrice onaf ed ho ottenuto l’attestato onav, umao, onas, aibes e iiac; - storico/goliardico: frequentando e visitando i luoghi del cibo, parlando con i protagonisti con chi produce, chi elabora, chi propone; - di divulgazione di “esperienze”: sono coautrice del libro “Le parole del formaggio - glossario enciclopedico per appassionati e curiosi”, collaborando con varie testate e blog: Vinodabere, Il talento di Roma (nel presente), scatti di gusto, aromarte, newsletter di avis e del circolo del tennis (nel passato), partecipando alle degustazioni per diverse guide con protagonista il vino, l’olio evo e il formaggio e facendo parte del panel di assaggio dell’ex “INRAN”; - lavorativo: ho lavorato, e lavoro, nel dinamico ambiente della ristorazione romana. Ho avuto modo di ricoprire diversi ruoli, incarichi e mansioni, esperienze che mi hanno permesso di conoscere l’andamento e lo svolgimento dello stesso direttamente sul campo.

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