Dopo più di un anno di pandemia serviva un posto idoneo per ritarare sensazioni, percezioni ed emozioni.
Quel posto si trova a pochi passi da un santuario immagine speculare della capacità umbra di ricominciare da zero, di superare con resilienza qualsiasi avversità, compreso il terremoto.
Madonna della Stella è un simbolo per gli abitanti del piccolo borgo (“vocabolo” come si usa da queste parti) posto tra le Località di Alzatura e Turrita, a pochi chilometri da Montefalco (PG)
Oggi vogliamo raccontare la conferma del brillante lavoro di un figliol prodigo, abile nella dialettica quanto nel coltivare la vite e nel creare prodotti di alta qualità con la sua cantina Bocale.
Valentino Valentini è figlio d’arte, da generazioni la famiglia coltiva questa terra argillosa, compatta, che non risparmia sofferenze ed asprezze specie negli estremi climatici.
Correre ai ripari e difendersi significa soprattutto innovazione, sperimentazione “cum grano salis” e continuità.
Lungo un simile sentiero non si può né scherzare né indietreggiare di un millimetro; bisogna lavorare sodo, rispettare l’ambiente circostante, valorizzare il terroir ed essere custodi di un sapere antico riproponibile in chiave moderna.
La vite è questo e molto altro. Il padre Ennio lo sa bene: prossimo alle ottanta candeline non rinuncia ogni giorno ad andare in bicicletta tra i filari a scalzare, potare e vendemmiare come il primo degli apprendisti.
Il risultato si vede tutto nel bicchiere. Vini dotati di appeal, legati a doppio filo all’annata di appartenenza e con un giusto contenimento dei prezzi.
Negli anni la consulenza dell’enologo Emiliano Falsini ha condotto le scelte verso contenitori più grandi per l’affinamento, da 10 ettolitri e non di primo passaggio, forse il giusto compromesso per ammorbidire i tannini del Sagrantino senza eccedere nelle morbidezze vanigliate.
Poi non è mancato l’ingresso del Trebbiano Spoletino, vero punto di forza dell’intero areale e che ha ridato slancio e motivazione ai produttori ormai adagiati sulle uve a bacca rossa, fatta eccezione per delle buone interpretazioni a base di Grechetto.
In ultimo una vera e propria selezione dei migliori grappoli di Sagrantino, che porta lo stesso nome di “Ennio” in etichetta e che alla prima uscita ha già ricevuto i massimi consensi di critica e consumatori.
Adesso è il momento consueto degli assaggi, partendo da quelli in anteprima per Vinodabere, proseguendo successivamente nel confronto con le annate precedenti attualmente in commercio.
Spoleto DOC Trebbiano Spoletino 2020
Imbottigliato da un paio di mesi, all’olfatto gioca ancora a nascondino. Dalle esuberanze erbacee si apre senza troppa lena su note di pompelmo giallo, giunchiglia e caramella d’orzo. Bocca minerale con riverberi finali di frutta secca. Annata che si conferma, ancora una volta, affatto semplice. Vedremo il riposo ulteriore in bottiglia cosa eventualmente saprà aggiungere prima del posizionamento sul mercato.
Montefalco Rosso DOC 2018
Anche questa è una anteprima e vi riconosciamo la classica variazione floreale ben recepita dai vini nati sotto questo anno. Sentori delicati, soffusi come la luce di un abat-jour. Minerale dal naso al sorso, corredato da petali di rosa rossa, lampone, timo e maggiorana.
Montefalco Rosso DOC 2017
Il carattere è scuro e denso, a tratti austero. Una nota tipica polverulenta quasi certamente del Sangiovese, mi richiama a lidi toscani, trattandosi di cloni di Sangiovese Grosso e Prugnolo Gentile. Ematico, ciliegioso e dal tannino energico perfettamente rispondente alla torrida stagione estiva.
Montefalco Sagrantino DOCG 2017
En primeur, tanto che la bottiglia non ha ancora etichetta. Visciole mature, note dolci di crema pasticcera e liquirizia. Bell’attacco di macchia mediterranea, rabarbaro e violetta. Tannino già scattante pronto ai nastri di partenza. Un sicuro fuoriclasse.
Montefalco Sagrantino DOCG 2016
Se possibile, ancora più scuro del campione precedente, decisamente speziato e con nitidi sbuffi di pepe nero, bacche di ginepro, chiodi di garofano e china. Tipico all’ennesima potenza, un puro succo di mirtillo gustoso e ampio. Potenziale evolutivo davvero impressionante.
Montefalco Sagrantino DOCG 2015
Gioca su un filo rosso ricco di fragoline di bosco, ribes e rose appassite. Molto equilibrio, meno possente degli altri, nonostante il caldo siccitoso estivo. Trama antocianica maturata di pari passo con il grado zuccherino-aromatico che nulla stona al palato.
Tre versioni diverse per un unico, meraviglioso, protagonista: il Sagrantino di Montefalco.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia