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BARONE PIZZINI – Bollicine d’autore in Franciacorta

Una gita in Franciacorta durante le festività ha richiesto una tappa obbligata in una delle più antiche cantine della Franciacorta, la Barone Pizzini. Fondata nel 1870 dai fratelli Enrico e Bernardino Pizzini con il nome di Amministrazione Agricola Pizzini. Nel 1992 la proprietà è stata ceduta ad un consorzio di vari soci –di cui Ugo Colombo è il presidente – e la direzione affidata a Silvano Brescianini, un intraprendente imprenditore della zona che da subito ha intrapreso un percorso verso una gestione sostenibile dell’azienda, sia per gli aspetti ambientali che energetici.

L’approccio verso il biologico è stato globale, ha riguardato cioè tutti i fattori, dai metodi agricoli – terreni sottoposti ad inerbimento e sovesci, trattamenti delle piante solo con zolfo e rame quando serve ed in quantità limitate – alla bio-architettura della nuova cantina.

La Cantina

Quest’ultima, interrata per due terzi, adotta strategie e soluzioni bioclimatiche: pannelli fotovoltaici, sistema meccanico di raffrescamento (la temperatura varia di circa 1 grado tra estate e inverno), utilizzo di pietra, legno e fitodepurazione delle acque sono alcuni degli accorgimenti utilizzati; da segnalare un grande soppalco destinato ad un percorso didattico, per mostrare ai visitatori le varie fasi delle lavorazioni. Il risultato è che Barone Pizzini è stato il primo Franciacorta Biologico certificato secondo il Regolamento Europeo.

La Franciacorta (il nome deriva da “franchae curtes”, ovvero corti franche perché quelle zone erano esentate dal pagamento dei tributi) si estende nella zona del bresciano, delimitata dalla sponda meridionale del lago d’Iseo a Nord e dal Monte Orfano a sud. Comprende circa 3150 ettari vitati.

mappa delle unità vocazionali della Franciacorta

 

La mappa soprastante riporta le cosiddette “unità vocazionali” della Franciacorta, distinte per diverso colore, ottenute attraverso una zonazione del territorio e che, attraverso diversi parametri, definiscono le caratteristiche pedologiche, climatiche, geologiche e suggeriscono i vitigni più idonei da impiantare in quelle aree e come riuscire a farli rendere al meglio.

La Barone Pizzini si trova nella parte centrale della Franciacorta, nel comune di Provaglio D’Iseo. La tenuta possiede circa 60 ettari di vigneti locati a 250-300 metri di altitudine su suoli di origine morenica arricchiti da depositi fluvioglaciali. Vengono coltivate le varietà Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco, Erbamat, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Vengono prodotte circa 370.000 bottiglie all’anno. Tra le prime ad ottenere nel 2001 la certificazione biologica, l’azienda è stata anche la principale promotrice dell’introduzione, 2017, del vitigno Erbamat nel disciplinare di produzione del Franciacorta; un vitigno autoctono che si stava perdendo e che uno studio della provincia di Brescia sulle varietà autoctone aveva individuato come un’uva capace di apportare acidità e finezza, molto indicata quindi per i vini da spumantizzare, soprattutto nelle annate più calde.

L’azienda ha diversificato negli ultimi anni la produzione acquisendo aziende nelle Marche (Pievalta) e Toscana (Poderi Ghiaccioforte e Cascina Colombaroli).

Di seguito le impressioni sui vini degustati

Franciacorta Docg Golf 1927 Extra Brut VII Tiratura

L’etichetta ricorda il campo da golf, tra i primi in Italia, fondato dal Barone Edoardo Pizzini nel 1927. Spumante extra brut (residuo zuccherino minore di 4 grammi/litro), uve Chardonnay in purezza, matura in acciaio per 8 mesi ed affina in bottiglia sulle fecce per 20-30 mesi, sboccatura 10/2023. Colore giallo paglierino, le bollicine sono a grana fine e di lunga persistenza.  Sentori di lievito, croissant, frutta bianca matura (pera), fiori di zagara e note gessose. Nel palato mostra acidità e finezza, ha una buona struttura e persistenza con un finale agrumato.

Franciacorta Docg Rosé extra brut Edizione 2019

Frutto di un’annata considerata ottima in tutta Italia, questo spumante millesimato deriva da uve di vigneti selezionati, è una cuvée di Pinot Nero al 70% e Chardonnay al 30%. Ottenuto tramite macerazione delle bucce di Pinot Nero sul mosto per circa 12 ore, matura in acciaio e barrique per 10 mesi ed affina sui lieviti per 30-40 mesi, residuo zuccherino minore di 3 grammi/litro, sboccatura ottobre 2023. Colore rosato con riflessi ramati, il perlage è intenso e persistente. Al naso emergono netti aromi fruttati di mandarino, lampone e ribes, con note di fiori rossi e sfumature di zucchero filato e vaniglia. Al gusto è fresco, con ritorni agrumati, di lampone e di melagrana, l’acidità e la sapidità bilanciano la dolcezza del frutto per una beva elegante e piacevole.

Franciacorta Docg Dosaggio Zero Bagnadore Riserva 2014

Questo vino è stato degustato in altra occasione, ma essendo il vino top dell’azienda cogliamo l’occasione per riportarne la descrizione.  Il nome ricorda un torrente che sfocia nel lago d’Iseo. La 2014, in generale, non è ritenuta una buona annata per i vini fermi, il contrario per gli spumanti: l’annata fresca ha favorito lo sviluppo di una ottima acidità nei vini e questo Bagnadore ne è la conferma. Ottenuto da un unico vigneto (Roccolo) di quasi trent’anni, è composto al 62% da Chardonnay e 38% da Pinot Nero, matura prevalentemente in barrique per 72 mesi.  Colore oro chiaro luminoso, perlage molto fine e persistente. Profumi di lievito, frutta gialla (melone invernale, mela golden), fiori (ginestra, zagara) con note tostate e di miele. Il sorso è voluminoso, con aromi di pasticceria, burro fuso e mela, l’acidità elevata contribuisce a creare una beva molto elegante e raffinata.

 

Curtefranca Rosso Doc 2020

È il vino rosso della tradizione. Ottenuto da uve Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon di vigneti selezionati, matura in acciaio e barrique per 22 mesi ed affina 2 mesi in bottiglia. Ha profumi piuttosto intensi di spezie rosse, sottobosco, bacche, prugna matura e ciliegia acerba, con sfumature di legno e vaniglia. Al gusto è morbido, i tannini sono vellutati, emergono aromi di pepe nero, amarena e rabarbaro; ha una buona bevibilità e un buon bilanciamento tra frutto, tannini ed acidità.

 

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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