Campania, gioia e dolore di chi vive queste terre meravigliose, che non godono della spinta propulsiva (soprattutto economica) di altre realtà. Si sa, l’Italia è una moltitudine di territori ed al Sud è stato riservato molto poco in termini comunicativi e produttivi. Ci si mette anche una difficoltà congenita ad evitare i personalismi autodistruttivi e le cariche onorifiche che poco o nulla hanno a che fare con la crescita di un comparto. Riforme strutturali urgenti da compiere, alle quali neanche le associazioni di categoria possono esimersi. A tal proposito, l’Associazione Italiana Sommelier Campania ha vissuto, anni addietro, momenti difficili. La ricostruzione dal passato non è stata facile, ma possiamo dire che il passo è finalmente compiuto, con una squadra di delegati affidabili ed un movimento del vino in forte crescita. Tommaso Luongo, figlio di uno dei pionieri della Delegazione di Napoli negli anni ’70, era inizialmente estraneo al settore. L’iscrizione (a sua insaputa) al primo livello del corso per aspiranti sommelier, fatta da amici di infanzia, lo ha introdotto in un mondo dal quale è impossibile uscire. Ecco l’intervista a tu per tu rilasciata per i lettori di Vinodabere dall’appena eletto neo Presidente della Campania.
Vinodabere (Luca Matarazzo): Caro Tommaso, parlaci un po’ di te e del tuo percorso professionale.
Tommaso: Come ben sai Luca, il mio percorso è stato tutt’altro che semplice nell’Associazione Italiana Sommelier (AIS). Papà era uno stimato professionista di Napoli, che ci lasciò prematuramente nel 1985 quando avevo appena 17 anni. Il mondo delle responsabilità da adulto si palesò improvvisamente ai miei occhi, sia negli studi che in famiglia. Ho avuto la fortuna di conoscere un sacco di amici che mi hanno accompagnato nell’arco di una vita: uno di questi decise di regalarmi l’iscrizione ad un corso di apprendista sommelier dell’Associazione Italiana Sommelier, certo che mi sarebbe piaciuto. Aveva tremendamente ragione. Un pensiero va anche a mia moglie che ha dovuto ob torto collo pazientare per le mie tante assenze per affinare la preparazione e la cultura in un mondo vastissimo.
Il passaggio di consegne tra Nicoletta Gargiulo e Tommaso Luongo
Vinodabere (Luca Matarazzo): Da allora tante soddisfazioni, non ultima diventare Presidente di AIS Campania.
Tommaso: Fui indicato, non senza sorprese, dall’allora Commissario ad interim Antonio del Franco a ricoprire il ruolo di Delegato di AIS di Napoli. All’epoca avevamo attorno solo macerie da ricostruire, con una sede storica nell’hotel San Germano. Fui il primo in regione ad intuire l’importanza di dotarsi di un sito web efficiente, ancora operativo, nel quale soci ed operatori potessero interagire esprimendo le loro libere opinioni. Divenne subito un punto di riferimento al pari dei moderni blog e mi consentì di far recuperare fiducia alla delegazione, con tante soddisfazioni. Il ruolo di Presidente di AIS Campania è stato il coronamento di una carriera basata sulla stima di produttori, colleghi, corsisti e soprattutto amici.
Vinodabere (Luca Matarazzo): Ed in termini di rappresentatività associativa a che punto siamo?
Tommaso: Ho cominciato praticamente da zero, concentrandomi sulle fiere enologiche, quale necessario punto di riferimento e presidio. Dall’interno posso dirti di aver osservato sia le enormi potenzialità che qualche stortura evidente. Bisogna fare parecchio: la figura del sommelier è ancora sottovalutata, non si percepisce l’importanza dell’essere un vero comunicatore di un territorio. La sfida, in termini di discontinuità, è quella di valorizzare il ruolo dei nostri diplomati, anche all’interno di consorzi e tra i produttori. E ciò non riguarda soltanto il vino, ma l’intera filiera dei prodotti tipici dell’enogastronomia. Siamo a buon punto, grazie ad una fattiva collaborazione con il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala e del Pomodorino del Piennolo e la possibilità di stage didattici per conoscere e degustare al meglio le nostre eccellenze. Infine una vera e propria trasformazione digitale che conto di far partire a settembre, quale primo obiettivo del mio mandato.
Vinodabere (Luca Matarazzo): Recentemente abbiamo partecipato alla prima edizione di Campania.Wine. Cosa pensi della voglia dei consorzi di unire gli sforzi per crescere insieme?
Tommaso: Stiamo vivendo un’occasione imperdibile, un treno da prendere al volo. Ciò vale per tutti, associazioni in primis che devono fare da tramite tra mondo produttivo, professionisti e semplici appassionati. Non ti nascondo il desiderio di creare una applicazione dedicata, fruibile da chiunque, per facilitare offerta e domanda nel mercato del lavoro. Dobbiamo concentrarci sulle particolarità a volte trascurate: mi vengono in mente le coltivazioni a piede franco del Vesuvio, le morfologie dei suoli dell’Irpina, la Costiera con la sua viticoltura eroica e mille altre nicchie della Campania. Un tempo, per far capire dove stavamo bisognava dire “near Pompei”. Sono certo, al netto delle mille difficoltà quotidiane, che raggiungeremo presto le sinergie utili per essere riconosciuti ed annoverati tra i grandi terroir d’Italia, proprio grazie alle diversità ed alle numerosissime varietà autoctone presenti. Gli unici al mondo.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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