Molti conoscono l’azienda di Lucia Monti e suo marito Giuseppe Andreoli (attuali titolari) come “La Pietra di Tommasone”, omaggio ad una roccia dalla forma curiosa prospiciente le proprietà originarie del nonno Tommaso. Il suffisso “one” se lo era affettuosamente guadagnato dagli abitanti del luogo, per l’estensione dei possedimenti terrieri. Una particolare vocazione familiare a coltivare le fertili terre dell’ Isola Verde, come viene comunemente chiamata Ischia, dalla fitta vegetazione che circonda l’intera caldera del vulcano Epomeo. Ormai inattivo da millenni, fa notare ancora la presenza nelle cosiddette fumarole: sbuffi di aria ed acqua calda termali che in alcune zone possono raggiungere temperature in grado di ustionare la pelle.
La vista del Monte Epomeo dalle vigne delle Cantine Tommasone
L’azienda venne fondata ufficialmente nel 1870; qui ad Ischia, le usanze includono il classico podere da dedicare alla coltivazione e produzione agricola, prevalente su pesca e turismo. Già gli antichi greci lo avevano capito, menzionando l’isola come Pithecusa (“popolata dalle scimmie”), usandola come base per scambi commerciali molto floridi verso la terraferma. Ortaggi, frutta e, naturalmente, vino, prodotto dai tipici vigneti terrazzati che alcuni viticoltori eroici stanno recuperando dall’abbandono. Fino alla seconda guerra mondiale l’economia prevalente era rimasta immutata nel tempo, successivamente le campagne cominciarono a spopolarsi e gli abitanti emigrarono verso le città rinunciando all’importante ruolo di presidio del territorio.
Importante dunque il lavoro svolto prima da papà Antonio, proprietario a Colonia in Germania dell’Osteria Centovini, e poi della figlia Lucia col marito Giuseppe, entrambi volti a fermare lo scorrere del tempo, acquistando e prendendo in fitto poderi nascosti a volte perfino inaccessibili. Nuova linfa vitale alle tradizioni locali per una viticoltura affatto semplice, ma dal grande potenziale inespresso per qualità e serbevolezza, sia tra i vini bianchi che quelli rossi.
Ben 17 gli ettari sparsi tra 15 appezzamenti, alcuni consistenti in pochi filari. Le altitudini variano dai 150 ai 400 metri e l’età delle piante arriva a sfiorare i 25 anni. Biancolella e Forastera tra le uve bianche – Piedirosso ed Aglianico per i rossi con qualche saldo di Montepulciano. Poi tanta voglia di sperimentare anche cose ardite, come affinamenti subacquei di bottiglie e piccole anfore, sul cui metodo abbiamo altrove espresso le perplessità in assenza di accurati studi empirici da parte delle istituzioni scientifiche.
Le esigenze di proporre novità al mercato ed una sana curiosità su nuove tecniche, giustificano comunque gli sforzi di un intero movimento che coinvolge anche Tommasone e sollecita il riscontro accademico dell’effettiva influenza di tali lavorazioni. Una piccola digressione sulla varietà Forastera che, a differenza della Biancolella diffusa pure al centro sud d’Italia, viene coltivata esclusivamente nell’ambito dei confini comunali di Forio. Il nome sembra derivi dalla sua importazione, a seguito della distruzione per opera della fillossera degli antichi ceppi coltivati ai primi del ‘900.
Proprio in quel desiderio continuo di sperimentazione da parte dei coniugi Monti-Andreoli, ho trovato con viva sorpresa due tipologie di bollicine molto entusiasmanti. Oltre ad un gradevolissimo Metodo Classico millesimo 2018 – dosaggio zero – da Biancolella in purezza, merita particolare attenzione il Rosato Spumante “Brì” sboccatura 28 giugno 2018, anch’esso pas dosé 100% Aglianico. Annata 2015 con 36 mesi sur lie realizzato totalmente in proprio senza appoggiarsi a terzi. Lunghezza ed eleganza, declinata su aromi di ginestra, pesca e tamarindo, con finale di cannella e noce moscata. Chiosa minerale appetitosa. 27 euro a scaffale franco cantina.
Ischia Biancolella Doc 2021 – il cavallo di battaglia di casa Tommasone, venduto a poco meno di 14 euro, con le tipiche note di gelsomino, mela verde, fiordaliso e tuberosa. Sorso di cedro maturo e caramella al miele con scie sapide inframezzate.
Ischia Biancolella Doc 2021 Tenuta dei Preti. Maggior struttura e densità della versione d’entrata, grazie ad una selezione accurata dei grappoli raccolti appena tardiva rispetto ai tempi della vendemmia classica. Solo 16 euro per un vino che resta impresso nella mente.
Ischia Forastera Doc 2021 – più sapido della Biancolella ed anche più materico, con ricordi di frutta tropicale. Ananas, pera Williams ed un riverbero di pepe bianco in grani. Bocca avvolgente, rotonda e pulita. Per essere un “forestiero” giunto da terre straniere si è ambientato benissimo. Anche qui siamo sui 14 euro al consumatore.
Ischia Per’è Palummo Doc 2021 – Piedirosso vinificato ed affinato esclusivamente in contenitori di acciaio inox ed in bottiglia. In alcune particelle viene utilizzando ancora l’alberello con sostegno. La vena calorica si sente all’ingresso di bocca, seguono in progressione anche note succose e speziate tra ciliegia matura e chiodi di garofano. Stesso prezzo dei due bianchi di ingresso, ovvero 14 euro.
Igp Epomeo Rosso Pignanera 2019 – nato dall’unione in pari misura tra Montepulciano ed Aglianico, è il vino per il quale Lucia nutre più affetto, quasi fosse una sorta di madeleine proustiana che la riporta ai ricordi della fanciullezza. Raccolta separata e massa finale creata subito dopo la fermentazione malolattica, prima della sosta per 18 mesi in barrique di vari passaggi. Tanta balsamicità tra macchia mediterranea e sentori di eucalipto. Giungono in seguito i frutti di bosco maturi ed i terziari su torrefazione e tabacco in polvere. Rigorosamente gastronomico. Saliamo un pochino con il prezzo, proposto a 27 euro sempre franco cantina.
Chiudiamo con un piccolo scorcio dei vigneti a strapiombo sul mare, per evidenziare l’amore della famiglia per il territorio e l’ambiente circostante. Convenzionali da sempre, ma senza utilizzo di diserbanti chimici ed altri pericolosi inquinanti. Accanto alla produzione vitivinicola ferve l’attività cosmetica delle sorelle Monti nel commercializzare creme ed essenze da uve a marchio biologico. Un motivo in più per visitare Ischia e le sue numerose attrazioni turistiche ed enogastronomiche.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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