Organizzata da Michele Bertuzzo dell’agenzia di comunicazione “Studio Cru”, nell’elegante ed accogliente ambiente del ristorante “Al Ceppo” di Roma, si è svolta la degustazione dei vini della Cantina Tramin di Termeno (Bolzano).
In particolare l’evento clou della serata è stata la presentazione dell’ultimo nato dell’azienda , lo Chardonnay “Troy”: nome che nell’antica lingua locale significa “sentiero” ed è stato scelto per evocare il lungo percorso compiuto dalla storica azienda altoatesina per arrivare a questi livelli di qualità dei vini.
Troy è un vino che si colloca ai vertici della produzione della Cantina Tramin, con dichiarata ambizione di confrontarsi con i migliori Chardonnay del mondo; ed è questo che è effettivamente avvenuto nel corso della serata:
– si è svolta, alla “cieca”, la degustazione di sette Chardonnay provenienti da diverse parti del mondo, compreso ovviamente il “Troy”.
– la degustazione è consistita in una “orizzontale”: tutti i vini erano della stessa annata – 2015 – ed alcuni, come si è visto poi a bottiglie scoperte, provenienti da territori leggendari come ad esempio la Côte de Beaune in Borgogna.
Il Wine Tasting al ristorante “Al Ceppo” di Roma con Willi Stürz, Luca Gardini e Wolfgang Klotz
La degustazione è stata condotta dall’eclettico “assaggiatore” Luca Gardini, affiancato dallo storico enologo dell’Azienda (e creatore del Troy) Willi Stürz e dal direttore commerciale Wolfgang Klotz, con i quali è stato possibile avere un cortese ed amabile colloquio durante l’evento per sviscerare le caratteristiche dei territori e delle lavorazioni da cui nascono lo Chardonnay Troy e gli altri vini della Cantina Tramin.
Interessante è il percorso, descritto da Wolfgang Klotz, che ha portato alla creazione di questo Chardonnay in purezza:
– La Cantina di Termeno ha una storica tradizione nella produzione del Gewürztraminer e lo Chardonnay era sempre stato utilizzato in blend con altri vitigni per produrre ottimi vini come il bianco “Stoan”, Chardonnay 65%, più Sauvignon, Pinot bianco e Gewürztraminer.
– Questo perché essendo le vigne di Chardonnay coltivate a quote elevate (i vigneti si trovano in località Sella, sul versante orientale del massiccio della Mendola a circa 500 metri d’altezza) davano origine a vini più esili rispetto ai più tradizionali Chardonnay altoatesini, prodotti da vigne locate ad altitudini inferiori.
– L’andamento climatico con le alte temperature degli ultimi anni ha creato qualche problema (eccesso di alcol e struttura) agli Chardonnay prodotti a basse quote ed al contrario ha favorito quelle vigne poste più in alto: il calore delle ultime annate ha contribuito a rafforzare la struttura sottile dei vini ed a ampliarne quindi la complessità.
– Il fattore climatico, unito alla voglia di ricerca continua di qualità e di nuove sfide, ha convinto i responsabili della Cantina a tentare la realizzazione di un grande chardonnay in purezza, capace appunto di confrontarsi con i migliori al mondo.
– Le vigne da cui provengono le uve del Troy sono frutto di una selezione accuratissima da parte dell’enologo Willi Stürz, che tra tutti i conferitori ha scelto tre vigneti in particolare da cui ogni anno vengono prelevate, in quantità variabile secondo la caratteristica dell’annata, le uve che compongono il Troy.
E’ ora a questo punto di entrare nel merito descrivendo i vini assaggiati.
I vini sono elencati in ordine di degustazione.
Germania
Maltendinger Bienenberg 2015 – Weingut Bernhard Huber (Chardonnay 100%). Formato magnum. Malterdingen, Baden (Germania). All’olfatto si presenta con note fumé e minerali, quasi torbate, seguite da sentori sottili di nocciola e vaniglia. Al palato emergono aromi agrumati sovrastati da una acidità elevata e grande sapidità: sorso un po’ stretto e forse troppo sbilanciato sui toni “duri”. Qui Gardini critica l’uso del legno, probabilmente è severo ma ci può stare.
Italia
Gaia & Rey Langhe Chardonnay DOP 2015 – Angelo Gaja (Chardonnay 100%). Barbaresco/Serralunga. Affinato in legno piccolo per 6-7 mesi.
Profumi teneri e gradevoli di biancospino, frutta bianca (pera) e leggero agrume; in bocca ha un attacco tenue, con note agrumate; piuttosto verticale con acidità e alcol. Cresce a contatto con l’ossigeno.
Alto Adige DOC “Troy” Chardonnay Riserva Südtirol 2015 – Cantina Tramin (Chardonnay 100%). Termeno, Alto Adige. Affinato per 11 mesi in barrique e 22 mesi in bottiglia. Mostra un bouquet complesso, con profumi di biancospino, vaniglia e camomilla, poi incenso, anice, nocciola e frutta bianca matura. L’ingresso in bocca è morbido, con note di frutta tropicale e agrume; l’acidità e la sapidità donano freschezza al vino, il sorso è elegante e succoso, il frutto è colto a perfetta maturità, buono l’allungo in chiusura. Vino che non ha nulla da invidiare ai celebrati Chardonnay francesi.
Umbria Bianco IGT “Cervaro della Sala” 2015 – Castello della Sala (Chardonnay 90%, Grechetto 10%). Castello della Sala, Orvieto. Affinato sei mesi in barrique e 12 mesi in bottiglia. Al naso sentori dolci di miele, balsamici, poi confettura di albicocche, crema pasticcera e frutta tropicale. Al palato l’ingresso è equilibrato, intenso, con note agrumate e minerali; emergono acidità, grande sapidità e leggeri ritorni di tostatura, il sorso risulta fresco, salino e persistente.
California
Kistler Vineyard Chardonnay “Les Noisetiers” 2015 – Kistler Vineyards (Chardonnay 100%). Sonoma Coast, California. Affinato in barrique nuove. Ingresso al naso con intensi sentori minerali (pietra focaia), fumé e di rovere; poi note speziate (sesamo) e di frutta matura. In bocca ritornano aromi minerali ed affumicati accompagnati da leggere note fruttate di pesca gialla. Ha sale e tensione, il legno sembra gestito bene.
Francia
Chassagne-Montrachet 1er Cru «Les Vergers » 2015 – Domaine Bruno Colin (Chardonnay 100%). Chassagne Montrachet (Francia). Affinato per 12 mesi botti di rovere, in legno nuovo al 25%. Profumi complessi, fini e delicati di fiori e frutta bianca, con note agrumate (pompelmo e buccia di limone). Al palato entra morbido, equilibrato, si apre con aromi di frutta gialla e miele, seguiti da spezie (anice stellato) e frutta secca (nocciole e mandorle); in bocca rimane una sensazione di freschezza ed eleganza. Ottimo da bere già adesso.
Corton-Charlemagne Grand cru 2015 – Domaine de la Vougeraie (Chardonnay 100%). Premeaux Prissey (Francia). Affinato in botti di rovere francese per 16 mesi, in legno nuovo al 40%. Naso elegante, spezie e tostatura (caffè, rovere); al palato evidenzia aromi di nocciola e caffè; la beva è avvolgente, calda, di grande equilibrio e raffinatezza. Berlo ora è un po’ prematuro, almeno a giudicare dal finale meno profondo delle attese.
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Durante la cena vengono serviti altri vini della Cantina Tramin, tra cui segnaliamo il gustoso Pinot Grigio Unterbener 2016, un’interpretazione non impegnativa del vitigno, ottimo come aperitivo;
il buonissimo (ma non è una novità) Stoan 2016, uvaggio di Chardonnay in prevalenza con saldi di Sauvignon, Pinot Bianco e Gewurztraminer, che è andato d’amore e d’accordo con la millefoglie di borragine con bufala e con la fantastica lampuga affumicata con pizzaiola leggera.
Poi l’abbinamento si è fatto più impegnativo.
Con il risotto allo zafferano, animelle e finferli, ben eseguito, sono state servite due annate del vino-bandiera della casa, il Gewurztraminer Nussbaumer, che nell’edizione 2016 (l’ultima in commercio) ha evidenziato un carattere meno “dimostrativo” di un tempo, giocando in sottrazione rispetto all’esuberanza aromatica e alcolica del vitigno (specie da giovane). Tanto che l’abbiamo preferita alla bottiglia più vecchia, dell’annata 2009.
Bella sorpresa dall’unico rosso della serata, il Pinot Nero Maglen 2015, che ha retto benissimo l’impegnativa accoppiata con le ottime scrocchiarelle di vitello coi funghi porcini e ha mostrato una volta di più che in Alto Adige, come forse da nessun altra parte in Italia, il vitigno borgognone riesce a esprimersi compiutamente: più di finezza ed eleganza che di potenza, come è ovvio, ma tutto sommato con una struttura non indifferente e una bocca intensa e appagante.
Chiusura con cachi e zuppetta di vaniglia, accompagnato dallo “storico” e giustamente celebrato vino dolce di Tramin, il Gewurztraminer Passito Terminum 2015, che rivela una dote di acidità inaspettata visto il vitigno e “termina” in dolcezza la serata.
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