La Vitovska è stata anche quest’anno protagonista, per l’edizione annuale numero 13, presso l’incantevole location del Castello di Duino, dal 21 al 22 Giugno 2019, della manifestazione Mare e Vitovska, organizzata dall’associazione Viticoltori del Carso.
Tale vino, ottenuto dall’omonimo vitigno che trova il suo impiego nell’area che si estende da Est (Aurisina) a Ovest di Trieste (sconfinando in Slovenia), rappresenta e comunica in pieno la vera cultura carsolina. La mineralità è la comune nota stilistica, a cui si abbinano sapidità e sapori di pura mediterraneità, dovuta alla prossimità del mare.
Il racconto del nostro viaggio enoico ma anche antropologico, al fine di percepire la sfaccettata cultura in questo micro cosmo, viene scandito dalla cronologia di visite fatte per incontrare piccoli produttori che gestiscono con palese passione ogni singolo grappolo di superfici vitate, che nella gran parte dei casi, si fermano ben sotto i 10 ettari.
La visita in cantina da Benjamin Zidarich è un’esperienza visiva, che è necessario fare almeno una volta nella vita. Il collegamento con la mineralità dei suoi vini è prontamente intuibile dalla sua architettura, poichè è costruita all’interno di cavità carsiche dove trovano posto, oltre alle botti, anche i tini in pietra che servono per vinificare ed affinare l’uva che dà luogo al vino della linea Kamen (Pietra appunto). Per non togliere a nessuno di voi il piacere della scoperta mi limiterò a riportarne una parziale immagine 😉 . Dopo aver finito la visita in cantina, abbiamo avuto l’opportunità di completare con un assaggio della Vitovska 2016 della linea Collection e della Vitovska della linea Kamen, svolto nel locale dove l’azienda Zidarich accoglie la sua clientela, servendo anche specialità gastronomiche del luogo.
E’ semplicemente bastato attraversare la stradina davanti alla cantina di Benjamin, per piombare nel cortile della casa di Sandi Skerk, altro produttore di riferimento di questa zona. La casa conserva l’architettura tipica Carsolina, con la pietra a farla da padrona, con nessuna apertura a nord (causa Bora) ed il tipico ballatoio che fungeva da corridoio tra le stanze. La visita è proseguita in cantina, evidenziando anche qui il rapporto con la roccia carsica abbastanza presente e con le sue cavità che in questo caso offrono una ventilazione a “camino” di origine naturale. Per quanto riguarda gli assaggi Sandi è riuscito a farci fare un salto nel passato facendoci assaggiare una Vitovska 2007 ancora “dritta” in quanto a freschezza, con note di evoluzione che si palesavano solo nel finale. il viaggio nel tempo è
continuato con una Malvasia del 2008 marcata da sentori di fiori gialli affiancata da una discreta freschezza e note di legno “ben digerite” nel finale. La sorpresa è stata la prima annata di bottiglia di Prosechum (nome ancora provvisorio) 2015 che utilizzando la Glera del territorio, si rifà ad un vecchio disciplinare in latino di alcune centinaia di anni fa, ritrovato e poi applicato da Sandi. Si tratta di un metodo ancestrale (sboccatura non prevista), non filtrato, con note di freschezza sì, ma abbastanza complesso.
La Manifestazione si è poi svolta, a partire dalle 18 di venerdì 21, presso il Castello di Duino nel comune di Sistiana, dove l’Associazione presieduta pragmaticamente da Matej Skerlj, è riuscita a coinvolgere un nutrito gruppo di produttori locali (30) inserendo anche 4 guest star, rappresentanti il mondo delle
viticoltrici: Nicoletta Bocca (San Fereolo), Erica Perrino (Testalonga), Carolina Gatti (Viticultrice e Blogger), Matilde Poggi (Le Fraghe), Nataša Černic e Lucija Milič. E’ stato un momento per affrontare in una tavola rotonda la tematica sempre in voga di domandare loro qual è stato il motivo dell’approccio a questo mondo, che innestandosi su un lavoro prettamente agricolo, vede prevalere, di fatto, la componente maschile.
Dopo la tavola rotonda, la manifestazione è stata aperta al pubblico, stupendo gli organizzatori dell’associazione coadiuvati dall’AIS FVG, per numerosità di affluenza rispetto agli altri anni, nel giorno di apertura.
È stata un’occasione unica di incontrare un territorio assaggiando ai banchi così tanti vini, difficilmente ripetibile in altre manifestazioni. Si consideri che l’intera produzione di Vitovska si stima in 300.000 bottiglie circa, con produttori parecchio parcellizzati, e quindi i vini rischiano di essere venduti quasi tutti in loco. Forza della Vitovska quella di prevaricare le frontiere internazionali. Abbiamo cos’ trovato alla manifestazione anche produttori sloveni. L’occasione è stata ulteriormente ingolosita, dal fatto di ritrovare ai banchi gli altri due vini tipici del territorio: la Malvasia ed il Refosco dal Peduncolo Verde, che ad ovest di Trieste viene chiamato Terrano.
Fra i più interessanti assaggi ai banchi ricordiamo la Vitovska di Bajta del 2015, quella di Cotar (Slovenia)
del 2009 ed un Magnum sempre di Vitovska dell’annata ancora non uscita (2017), del padrone di casa Matej Skerlj.
Bajta oltre ad essere una realtà vinicola è anche una realtà polifunzionale, potendo offrire prodotti derivanti dall’allevamento e la macellazione dei propri suini, coordinata con una ospitalità agrituristica.
Sabato la nostra mattina inizia di buon mattino con le visite a cantine opportunamente riunite in base alla dislocazione sul territorio, per presentare i propri prodotti. Infatti pur essendo la zona vitabile del Carso molto vasta, quelle realmente presenti si trovano per lo più condensati in piccole zone.
Il nostro viaggio in questa terra, condotta con spiegazioni di usi e costumi della cultura carsolina da Marzio Mocchi, ci ha portato in primis a Muggia, dove ad un tiro di schioppo dal confine si trova la Vigna sul Mar, del produttore Urizio, che ci ha fatto assaggiare oltre la Vitovska, la Malvasia ed il Refosco dal Peduncolo Verde, ed un Sauvignon che inaspettatamente riprendeva i caratteri minerali e sapidi tipici del luogo e riscontrabili.
Nella stessa location ha trovato ospitalità Bruno Lenardon, che ci ha coinvolto per un assemblaggio di tre Moscato Giallo e stupito per un Moscato Rosa di Parenzo, vino aromatico, che sebbene surmaturo, continua da avere timbri di freschezza che bilanciano la parte zuccherina e che Bruno produce non tutti gli anni ed in tiratura limitatissima.
La seconda cantina visitata è stata quella di Zahar, vicino alla Riserva Naturale di Val Rosandro. Piccola realtà vitivinicola nata dalla determinazione di Tania Stefani, produttrice di olio oltre che di vino, anche grazie al supporto di altri produttori del luogo. Oltre alla buona Malvasia 2016, abbiamo apprezzato un metodo ancestrale di Refosco vinificato rosato ed un esperimento di Metodo Classico del 2015, conservato in acqua all’interno di un pozzo carsico accessibile tramite una botola in vetro direttamente in cantina. Di questo ultimo vino, ricordiamo una bellissima freschezza, bolla fine e buona complessità ottenuti da Vistovska non filtrata.
Il connubio tra produttori ha portato nella cantina di Zahar, anche un altro dei riferimenti vitivinicoli del territorio carsolino, ovvero Rado Kocijančič , che oltre a farci assaggiare la sua Malvasia, ci ha impressionato favorevolmente con un esercizio stilistico di un prodotto derivante da una vinificazione che conta 15 differenti uve bianche nell’arco di 5 giorni e messe a macerare insieme. Il vino di una complessità poliedrica si chiama Brezanka e prende il nome dalla posizione delle vigne su terreno scosceso (significato di Breg in Sloveno) .
Ultima visita prevista con i produttori si è svolta presso l’agriturismo di Igor Grgic, che ci ha fatto assaggiare la sua produzione di Malvasia e Refosco oltre alla Vitovska già assaggiata al Castello di Duino. Qui l’associazione di produttori ha previsto l’incontro con Cacovich che nasce, come altri, imbottigliando il vino che produceva e che vendeva nella sua Osmiza, tipica osteria di queste parti.
Infine il produttore Martin Merlak ci ha fatto assaggiare una Malvasia del 2017 che abbinava un buon bilanciamento tra componente acida e quella grassa con sentori di The agli agrumi in fine bocca. Di nota anche un Refosco dalla bassa gradazione alcolica che per doti di freschezza potrebbe avere un buon abbinamento con salumi e formaggi del luogo.
In conclusione, ci sentiamo di consigliarvi la partecipazione alla prossima manifestazione di Mare e Vitovska (sarà la 14esima), poichè è un unicum per poter trovare nello stesso luogo divulgatori, ancor prima di produttori di vino, di cultura carsolina, che si presta poco ad essere raccontata come nel presente tentativo, ma val la pena sicuramente vivere sul posto, godendo di una ospitale accoglienza, quale quella che ci è stata riservata.
Approccia il mondo del vino seguendo corsi di avvicinamento nel 2003. Già da quegli anni partecipa a manifestazioni enologiche come visitatore assiduo. Inizia poi a collaborare nei panel di assaggio della guida "vini buoni d'Italia" per varie regioni, per poi passare per un paio di anni in Slowine per la regione Sardegna. Nel biennio 2016/2017 entra nell'organizzazione e nel panel di assaggio dei "I vini dell'Espresso". In questi anni ha partecipato alle più importanti anteprime di vini per la stampa. Negli ultimi anni partecipa come giurato in vari concorsi quali Grenache du Monde, Radici del Sud, Lucio Mastroberardino. Dal 2018 partecipa al progetto di alcune testate giornalistiche. Oltre che cultore del mondo del vino lo è anche del mondo dei whisky
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