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Villa Saletta – Vini Internazionali con Approccio Territoriale

Villa Saletta è un’azienda di proprietà della famiglia inglese Hands, che si occupa anche di finanza e dell’hotellerie di lusso. Con oltre 1400 ettari tra boschi, ulivi, vigne, coltivazioni, uno storico borgo trecentesco da cui prende il nome l’azienda, il piccolo borgo antico San Gervasio, antichi casolari e ville per l’ospitalità e numerosi edifici rurali si sviluppa nella campagna collinare di Palaia, in provincia di Pisa.

La tenuta è guidata dal 2015 dal preparatissimo agronomo ed enologo David Landini, toscano di origini, che si occupa anche della direzione tecnica delle varie produzioni, tra cui in primis il vino, poi olio, grani, erbe, frutta e ortaggi.

Abbiamo già avuto modo in passato di scrivere dell’azienda (qui).

Recentemente abbiamo incontrato David Landini grazie all’organizzazione dell’Ufficio Stampa di Roberta Perna ed abbiamo avuto modo di assaggiare le nuove annate dei vini aziendali.

I prodotti dell’azienda hanno sicuramente un respiro internazionale. Tuttavia si percepisce congiuntamente un approccio territoriale nella gestione delle vigne e della cantina. Vini cioè che, cosa non facile, spesso riescono a conciliare questi due aspetti.

Di seguito le sensazioni relative alle tre etichette in degustazione che ci hanno maggiormente convinto.

Rosso Saletta Riccardi 2018 (5000 bottiglie da 2 ettari allevati a Sangiovese su suoli composti da depositi sottili di argilla, depositi marini, arenaria e marne sedimentarie): sensazioni di frutti rossi si uniscono a ricordi ematici e richiami balsamici. Il sorso è sapido, fresco, pieno, ricco, avvolgente e si chiude con un lungo finale speziato e su toni di more e lamponi.

Invecchiamento

24 mesi
50% in botti nuove
20% in barriques nuove
20% in barriques di un anno
10% in barriques di due anni

 

Vinificazione

“Le uve di Sangiovese per il Saletta Riccardi sono interamente colte a mano alla fine di settembre. Dopo la selezione, la diraspatura e la delicata spremitura degli acini, il mosto fermenta ad una temperatura costantemente controllata in tini di rovere per preservare i classici aromi di questa tipica varietà d’uva toscana. Al termine delle 3 settimane di fermentazione, il vino compie la malolattica in botte. Il vino è affinato infine in barriques di primo e secondo passaggio oltre che in botti nuove di rovere di Slavonia per oltre 2 anni, fattori che contribuiscono tutti alla sua ricca complessità.”

Saletta Giulia 2020 (40% Cabernet Sauvignon e 60% Cabernet Franc, 5000 bottiglie da 2 ettari su suoli composti da depositi sottili di argilla, depositi marini, arenaria e marne sedimentarie): all’impatto organolettico risulta succoso, speziato e fruttato (frutti rossi). Il sorso, fresco e sapido, mostra una grande lunghezza su toni iodati e sensazioni di ciliegia e macchia mediterranea. La componente “verde” delle due varietà è in secondo piano, lasciando spazio ad eleganza, ampiezza e profondità di beva.

Saletta Giulia 2018 (40% Cabernet Sauvignon e 60% Cabernet Franc, 5000 bottiglie da 2 ettari su suoli composti da depositi sottili di argilla, depositi marini, arenaria e marne sedimentarie): si contraddistingue per imponente struttura e sorprendente lunghezza gustativa. Il sorso presenta un’ottima progressione iodata, sapidità e freschezza ed un lungo e succoso finale minerale e fruttato.

Saletta Giulia Invecchiamento

24 mesi
70% in barriques nuove
30% in barriques di un anno

Saletta Giulia Vinificazione

“L’uva per il Saletta Giulia, il vino ambasciatore della tenuta, è meticolosamente selezionata a mano e adagiata in piccole
cassette. Essa è poi selezionata ulteriormente su tavoli di cernita prima di essere diraspata e leggermente pressata.
La fermentazione avviene in parte in barrique nuove utilizzando la fermentazione integrale ed in parte in piccole vasche di acciaio inossidabile ad una temperatura controllata di 82° F (26° C). Il periodo di contatto con le bucce dura 3 settimane, durante le quali le nostre tecniche di estrazione delicata aiutano a sviluppare sia la struttura che la morbidezza dei tannini. Dopo la pressatura il vino viene travasato in barriques di rovere francese per la fermentazione malolattica. Il blend viene poi invecchiato per 24 mesi in legno e ulteriori 6 mesi in bottiglia prima della sua uscita. ”

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Scritto da

Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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