Con il supporto dell’agenzia PR Comunicare il Vino di Riccardo Gabriele abbiamo incontrato, in un press-lunch presso il ristorante Al Ceppo di Roma, una giovane azienda vitivinicola – “Viandante del Cielo” – nata su un pendio antistante la sponda settentrionale del Lago Trasimeno. Il nome “Viandante del Cielo” tradotto in inglese, Skywalker, è un termine che richiama la celebre saga cinematografica Guerre Stellari di cui George Lucas è il regista. Non è un caso: George Lucas è anche il proprietario della Skywalker Vineyards che oltre a “Viandante del Cielo” gestisce altre due proprietà vinicole, il “Summit Skywalker Ranch” a Marin County in California, e lo “Château Margüi” in Provenza.
Il progetto che ha portato alla nascita di Viandante del Cielo è frutto di uno studio accurato, coordinato da João Almeida, direttore di Viandante del Cielo, che ha individuato nell’areale circostante il lago Trasimeno il luogo adatto per sviluppare una viticoltura in grado di valorizzare i vitigni tradizionali del luogo ma anche quelli internazionali che lì hanno trovato un habitat ideale. Si è partiti con la ristrutturazione di un antico areale comprendente un ex convento di monaci cappuccini (trasformato oggi in un lussuoso resort) e le vigne circostanti che al tempo venivano coltivate dai monaci. Un’azienda moderna quindi, però nata nel rispetto delle tradizioni e della cultura contadina del luogo. Sotto la guida di Maurizio Castelli e Mery Ferrara, due enologi che conoscono a fondo i terroir dell’Italia centrale, sono state piantate fianco a fianco varietà autoctone e internazionali con l’obiettivo di produrre vini di alta gamma che facciano emergere il meglio di terroir unici ed esclusivi.
La sponda settentrionale del Lago Trasimeno, in Umbria, occupa un posto unico nella storia italiana. È stato un crocevia di popoli e culture diverse: i Romani vi si insediarono a cavallo tra il II e il I secolo a.C., introdussero le colture nel ricco suolo lacustre e, come i loro maestri Etruschi, coltivarono la vite sui pendii che si affacciano su questo specchio d’acqua. I frati minori Cappuccini Francescani vi costruirono nel 16° secolo un convento, perpetrando la coltivazione della vite. Negli ultimi decenni lo sviluppo di una agricoltura su piccola scala, nel rispetto per la terra e con la conoscenza della tradizione, ha favorito la valorizzazione delle eccellenze del luogo, viticoltura in primis.
La tenuta aziendale di 24 ettari comprende 4 ettari di vigneto, piantati lungo strette terrazze (le lavorazioni in vigna sono giocoforza manuali) che si affacciano sul lago, con un’altitudine che va dai 330 ai 370 metri sul livello del mare. Una caratteristica di questi terrazzamenti è l’inframmezzarsi di Ulivi tra le viti: è un’usanza antica del luogo – che è stata mantenuta dalla proprietà – che serve a consolidare i terreni e favorire la biodiversità dell’ecosistema. La densità di impianto è di 10.000 piante per ettaro (alcune a piede franco, di circa 80 anni) coltivate in regime biologico. Il terreno è un misto di depositi argillosi lacustri del Pleistocene e di arenarie e marne dell’Oligocene-Miocene con frammenti di roccia calcarea. Il terroir umbro con il suo clima continentale si presta notevolmente ad accogliere varietà di uve internazionali oltre a quelle autoctone, inoltre il microclima che circonda il Lago Trasimeno aiuta a mantenere elevati i livelli di umidità, anche nei mesi più caldi, quando le precipitazioni nel bacino del lago sono significativamente superiori alla media della restante parte dell’Umbria.
I VINI DI “VIANDANTE del CIELO”
L’azienda ha deciso di concentrarsi su tre soli vini, un bianco e due rossi, con l’obiettivo di veicolare sul mercato, sin da subito, prodotti di alta qualità che evidenzino al massimo le caratteristiche di un terroir unico. Ecco le nostre impressioni sugli assaggi.
IGT “Lungolago” 2020. Uvaggio Chardonnay 85%, Grechetto 15%. Alcol 13,5%. Le viti subiscono una potatura verde e invernale, la resa delle uve è 30-40 quintali /ettaro. Il vino fermenta in legno, poi matura 6 mesi in barrique e 8 mesi in bottiglia. Profumi di frutta bianca (nespola, susina bianca, ananas), erbe di campo (finocchiella), fiori gialli e nuances minerali. Al gusto è complesso, con aromi variegati: frutta tropicale matura (ananas, pompelmo, kiwi), bergamotto, arancia bionda, pesca; il sorso è morbido, con note cremose e cenni di miele e vaniglia. Il finale è molto equilibrato con sensazioni saline e di liquirizia dolce. Vino molto elegante e raffinato.
IGT “Pristinum” 2019. Uvaggio Ciliegiolo 85% e 15% Foglia Tonda, Pugnitello e Canaiolo. Alcol 14%. Imbottigliato a dicembre 2021. Il vino fermenta in cemento, poi matura 12 mesi in barrique usate e 8 mesi in bottiglia. Al naso emergono profumi di spezie scure (chiodi di garofano, pepe nero) e di viola, segue una nota tostata. In bocca evidenzia una eccellente bevibilità, il sorso è leggero, saporito, di media struttura. I tannini sono fini e delicati, il finale leggermente fruttato e pepato è molto elegante e lascia il palato pulito. Vino molto centrato e di grande piacevolezza.
IGT “Viandante del cielo” 2018. Uvaggio Cabernet Sauvignon 85%, Merlot 15%. Alcol 14%. Il Cabernet viene coltivato, con impianto ad alberello (e non a guyot), sui terrazzamenti più alti della tenuta. Il vino fermenta in cemento, poi matura 14 mesi in barrique nuove e 8 mesi in bottiglia. All’olfatto sentori di frutta scura (arancio moro, ribes nero, amarena), tracce erbacee (foglia di tabacco), di macchia e note tostate. Nel palato è ricco, strutturato, con ritorni di frutta scura (ribes, more) e agrume; i tannini sono dolci e fini; la beva è elegante, raffinata, persistente. Il sorso è succoso, in equilibrio con frutto, alcol ed acidità, nel finale tornano le note tostate. Vino complesso, con un importante corredo aromatico, mostra grandi potenzialità di invecchiamento e di evoluzione.
Abbiamo degustato i vini anche in abbinamento ad alcuni deliziosi piatti preparati per l’occasione dallo chef del ristorante “Al Ceppo” di Roma:
Nell’ordine:
– Ricotta croccante in pasta kataifi su letto di spinaci freschi e pinoli. Piatto molto delicato, obbligato l’abbinamento con il Lungolago.
– Maltagliati acqua e farina con battuto di vitello in bianco. La dolcezza della pasta, e del piatto in generale, si sposa bene con il Lungolago; alla fine rimane in bocca una piacevole sapidità indotta dal vino
– Porchetta di maialino con misticanza romana. La bevibilità e l’armonia del Pristinum sono perfetti per questo piatto; anche il Viandante si abbina bene, però la maggiore struttura del vino emerge nell’equilibrio con il cibo.
– Crema allo zabaione con pera cotta alle spezie.
Viandante del Cielo
Loc. Passignano Campagna, 22
06065 – Passignano sul Trasimeno (PG)
winery@viandantedelcielo.com
Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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