La storica denominazione Etna DOC, nata nel 1968, si appresta ad iniziare il percorso per l’ottenimento del prestigioso riconoscimento della DOCG. Previsti alcuni cambiamenti al disciplinare di produzione. Francesco Cambria: “È una decisione storica per il nostro territorio”.
L’assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, riunitasi venerdì 10 novembre 2023, ha deciso all’unanimità di avviare l’iter per ottenere il riconoscimento della DOCG per l’intera denominazione etnea.
“Siamo molto felici, si tratta di una decisione importante, direi storica, per tutto il territorio etneo” commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC. “La decisione è stata presa all’unanimità dai tanti soci presenti durante l’assemblea, all’interno di un clima di grande collaborazione e partecipazione – sottolinea il presidente – Il desiderio, da parte di tutti i produttori della nostra denominazione, è quello che venga definitivamente legittimato, anche attraverso il raggiungimento del gradino più alto della piramide del sistema delle certificazioni di denominazione, il grande lavoro sin qui svolto e il prestigio che ormai il mercato ha riconosciuto ai nostri vini”.
L’iter per il riconoscimento della DOCG prevede diversi passaggi prima del raggiungimento dell’obiettivo finale. “Ci sono alcune prassi che devono essere seguite con grande attenzione da parte del Consorzio” spiega Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio. “Presenteremo, prima di tutto, la richiesta alla Regione Siciliana che valuterà la documentazione e la rappresentatività della denominazione. In seguito, conclusasi questa fase, entrerà in gioco il Comitato nazionale vini DOP e IGP, organo del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Difficile fare previsioni certe, ma pensiamo che tutto l’iter potrebbe durare circa anche meno di due anni”.
Il passaggio dalla DOC, la prima della Sicilia e tra le prime nate in Italia nel 1968, alla DOCG comporterà anche alcuni cambiamenti all’attuale disciplinare di produzione. Per quanto riguarda la tipologia Spumante, verrà aggiunta la possibilità di utilizzare la varietà Carricante, oltre a quella già presente, ovvero il Nerello Mascalese; sarà inoltre possibile produrre la versione Pas Dosé.
La resa della tipologia Etna Rosso con Unità Geografica Aggiuntiva verrà diminuita, mentre il numero delle Contrade – attualmente 133, riconosciute a partire dal 2011 e legalmente equiparate a Unità Geografiche Aggiuntive – aumenterà a seguito della richiesta di produttori presenti in aree ancora non delimitate in contrade. Infine, nel futuro disciplinare DOCG, sarà possibile indicare come Unita Geografica aggiuntiva il nome di uno dei venti comuni se le uve provengono interamente da quel territorio.
Non cambieranno, invece, i confini complessivi della denominazione etnea. Nel 2022 gli ettari vitati rivendicati sono stati 1290,82, suddivisi tra 442 viticoltori. La produzione, sempre nel 2022, è stata di 43.651,09 ettolitri rivendicati a DOC Etna, pari a 5.820.145 di bottiglie.
“Le modifiche che verranno apportate al nuovo disciplinare ci consentiranno di aumentare ulteriormente il livello qualitativo dei nostri vini e di fornire ai consumatori elementi che rendono la nostra produzione ancor più distintiva” conclude il presidente Francesco Cambria. “Siamo una denominazione in salute, molto attenta a difendere la specificità della nostra viticoltura, caratterizzata da un meraviglioso patrimonio di vitigni autoctoni, allevati all’interno di un territorio unico come quello rappresentato dal vulcano attivo più alto d’Europa, l’Etna”.
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