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Una mini Contrade dell’Etna organizzata da Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna

Se ad inizio anno ci avessero detto di effettuare i primi assaggi degli Etna Bianco e Rosso fra fine agosto ed i primi di settembre, sarebbe sembrata una sorta di eresia. Ma dopo quello che è accaduto fra marzo ed aprile, con i conseguenti annullamenti di tutte le manifestazioni che ricadevano in quel periodo, si è verificato l’inimmaginabile. Il Vinitaly annullato, Contrade dell’Etna idem, anche la manifestazione organizzata dal Consorzio Etna D. O. C. (che per quest’anno doveva essere l’edizione numero uno) non ha avuto maggiore fortuna. Così non appena è stato possibile la Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna, ha organizzato in maniera ridotta una sorta di mini Contrade dell’Etna, al fine di poter dare la possibilità ai wine lover ed agli appassionati di assaggiare i vini etnei, che si è svolta durante la VINIMILO. Ovviamente solo alcuni produttori presenti ed una quantità di vini delle aziende molto inferiore rispetto a quella che poteva essere possibile trovare alle manifestazioni in periodi di normalità. Ma come si suol dire, bisogna fare di necessità virtù ed al fine di mantenere viva la passione e per certi versi la speranza (mai come ora), ha avuto luogo una serata più che apprezzabile e che per l’appunto, ha dato la possibilità di poter degustare alcuni Etna Bianco e Rosso, oltre a qualche altro vino che per scelte aziendali non rientra nella D. O. C.. Tenuto conto delle ristrettezze, dovute al fine di garantire un ingresso contingentato, la scelta di quasi tutti i produttori che hanno partecipato e/o che hanno messo a disposizione i loro vini per essere assaggiati, è stata di far degustare o le annate che verranno messe in commercio (quindi pronte, secondo la valutazione del produttore), oppure far assaggiare annate più indietro nel tempo, proprio per far valutare al potenziale consumatore come i vini abbiano la possibilità di poter invecchiare e di essere degustati a distanza di anni. Quattro i vini che hanno destato maggiore interesse che di seguito vengono descritti. Un bianco e tre rossi.


Iniziamo dall’ Etna Bianco D. O. C. dell’azienda agricola Nicola Gumina, il Filici 2017, con tre anni sulle spalle, è stato valutato pronto per essere messo in commercio dal suo produttore. All’olfatto inizia a far sentire il suo stato evolutivo, con lievi accenni di sentori canforati e di erba secca, accompagnate da note di ginestra. Spalla acida ben pronunciata, che è il suo punto nodale e che allo stesso tempo gli dona persistenza. Ben strutturato. Le vigne sono situate ad un’altitudine di 850 metri s. l. m., nel territorio di Castiglione di Sicilia.

Passando ai rossi, il primo non rientra nella denominazione Etna Rosso, a seguito dell’utilizzo degli uvaggi.  SRC 2017 (non D. O. C.) viene prodotto per l’appunto dall’azienda SRC Crasà. Le vigne si trovano a Randazzo (versante nord). La filosofia aziendale esce fuori dai soliti schemi (e disciplinari), dando luogo a dei vini che non sono mai scontati e che allo stesso tempo al primo assaggio non sono di facile “lettura”. Il vino “base” si presenta con dei profumi marcati ed incisivi. Note di liquirizia e carrubo, cappero ed humus. Scalpitante all’assaggio con una buona freschezza e tannini di carattere. Lungo al sorso e con una buona persistenza.

Continuando sul “filo rosso”, si fa un salto di quattro anni indietro rispetto al 2017, con l’Etna Rosso D. O. C. Sosta Tre Santi 2013 di Cantine Nicosia. Complesso all’olfatto con sentori di tostatura e di torrefazione e terra bagnata. Buona la corrispondenza gusto – olfattiva. Tannini levigati e ben supportati dalla freschezza. Bilanciato ed equilibrato al sorso. Si tratta di un cru dell’azienda ottenuto dalle migliori uve di Monte Gorna (Trecastagni, versante sud – est). Il vino subisce un lungo affinamento (dodici mesi  in barrique ed altrettanti mesi in bottiglia). L’altitudine (700 – 750 metri s.l.m.), favorisce quell’acidità che rende il vino adatto ad affrontare il tempo.

In ultimo un Etna Rosso D. O. C. Riserva millesimo 2012 delle Cantine Russo. Il Disciplinare pone per la Riserva delle ristrettezze a partire da una resa di uva inferiore per ettaro (8 tonnellate per ettaro vs 9 per i vini non riserva) ed un affinamento minimo di almeno quattro anni, di cui almeno uno in legno. Il Rampante si presenta con un corredo aromatico composto da sentori di uva sultanina, frutta sotto spirito, marasca. All’assaggio la mineralità e sapidità  accompagnano una buona freschezza. Tannini avvolgenti e setosi. Di buona struttura e persistenza. I vigneti cominciano dalla base del territorio di montagna (650 metri s.l.m.), per arrivare ad alta quota (1.000 metri s.l.m.) nella zona di Solicchiata a Castiglione di Sicilia.

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Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.

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