Il Merano Wine Festival rappresenta ogni anno una grande occasione di degustazione, ed è anche a suo modo una sorta di macchina del tempo. Infatti si può andare indietro quasi a piacimento, come nel caso dell’assaggio di alcuni vini di Castello di Monsanto.
Fabrizio Bianchi ha fondato questa azienda nel 1962 e la figlia Laura ha iniziato a lavorarvi a partire dal 1989.
Nel 1968 Fabrizio impiantò la vigna Scanni, da dove decise di creare il vino omonimo “Fabrizio Bianchi” da uve “Sangioveto Grosso“, e la prima vendemmia risale nel 1974.
Una selezione di Sangiovese in purezza, che possiamo definire come uno dei pionieri di quei vini che in seguito prenderanno il nome di Supertuscan.
Trova la sua dimora su un tipico terreno del cretacico, ricco di galestro, posto ad un’altitudine di 300 metri s.l.m. ed ad un esposizione sud-ovest su una collina dove le pendenze arrivano fino al 17%.
Un vino che vinifica in acciaio dove vi rimane per circa 2 anni, per poi continuare l’invecchiamento in botti francesi da 5hl per circa 18 mesi, per poi essere messo in bottiglia e rimanervi per un ulteriore anno prima di essere messo in commercio.
Ma iniziamo questo viaggio attraverso i 3 vini che abbiamo degustato:
Sangioveto Grosso 2012 – Fabrizio Bianchi
Sangioveto Grosso 2012 – Fabrizio Bianchi – Castello di Monsanto
Annata in cui cambiano i legni per l’affinamento, si utilizzando botti da 38 hl di Gamba, il vino è tutto incentrato sul frutto maturo con mora e mirtillo in evidenza a cui si accompagnano note di spezia dolce. Sapidità, mineralità e un tannino aggraziato anticipano un lungo finale speziato.
Sangioveto Grosso 2009 – Fabrizio Bianchi
Sangioveto Grosso 2009 – Fabrizio Bianchi – Castello di Monsanto
Un vino di grande piacevolezza dove la china si unisce a ricordi di frutti ancora croccanti e note balsamiche. Eleganza e freschezza predominano su una leggera vena alcolica.
Sangioveto Grosso 1974 – Fabrizio Bianchi
Sangioveto Grosso 1974 – Fabrizio Bianchi
Vinificato in acciaio per poi affinare in botti grandi per circa 18 mesi, appare ancora giovane nonostante la sua veneranda età. Al centro dell’assaggio note balsamiche e sottobosco con accenni di tabacco e spezie. Ricco e vibrante con una freschezza invidiabile e un finale interminabile di frutti rossi dove la mora la fa da padrone. Superlativo.