Rimani in contatto con noi
[the_ad id="81458"]

ISCRIVITI

News

Trentino – Il concetto di fare vino dei fratelli Cobelli a Lavis

Lasciando la città di Trento e proseguendo verso Lavis e poi ancora sulla provinciale 131 – La Strada del Vino- superato il borgo di Sorni, si arriva all’agriturismo Cobei Bed&Break Wine, sulle pendici del Monte Corona. Un rifugio benessere, con 5 camere arredate con cura e con richiami alla viticoltura: il mio soggiorno in Trentino inizia qui, in un luogo accogliente, che offre un panorama mozzafiato sulla Piana Rotaliana.

Eredi di Cobelli Aldo è una azienda a conduzione familiare, in cui si percepisce in modo netto l’attaccamento alla terra e la gratitudine verso chi ci ha preceduto e indicato la strada.

È proprio una vera eredità morale, prima che materiale, che ha segnato il percorso professionale di Devis, Tiziano e Ivano Cobelli: portare avanti il lavoro e i sogni del padre Aldo, scomparso improvvisamente nel 2005. Una persona che conosceva bene la vigna e le sue viti, che aveva rispetto e amore per la natura e una grande umiltà. Il lavoro, nel vigneto prima di tutto e poi in cantina, è fondamentalmente quello di esprimere la bellezza e la tipicità delle varietà coltivate quali Chardonnay, Nosiola, Gewürztraminer, Schiava, Teroldego.

La cantina nasce nel 2008, dalle nozioni apprese all’università e soprattutto dagli insegnamenti e dall’esempio paterno: 2348 bottiglie di Teroldego, la prima etichetta, il Grill.

Oggi si producono dai 9 ettari 11 etichette e circa 30000 bottiglie. La particolarità delle vigne, che sono allocate a un’altitudine che varia dai 300 ai 700 metri, è quella di occupare una falda gessosa, createsi durante la formazione delle Dolomiti, nel Permiano (circa 280 milioni di anni fa) e di godere di importanti sbalzi termici, in cui giocano un ruolo essenziale il vento proveniente dal Garda e il clima subalpino.

gesso

La peculiarità del terreno ha ispirato i fratelli Cobelli alla produzione di bollicine Metodo Classico: due versioni, entrambe dedicate al padre. La prima è uno Chardonnay in purezza, pas dosé , 50 mesi sui lieviti: il 50% della massa viene vinificata in barrique usate mentre il restante in acciaio e una volta assemblata, si avvia la seconda fermentazione.

La seconda etichetta è un Metodo Classico da Pinot Nero, 36 mesi sui lieviti, anch’esso non dosato.

Lo Chardonnay ha trovato in questo areale un luogo idoneo per esprimersi ed è considerato autoctono: i fratelli Cobelli lo declinano in due versioni ferme.

Linzera è il nome scelto per la versione in acciaio: si ispira al vocabolo dialettale che indica un ragazzino particolarmente vivace, forse un po’ monello. Ottenuto dalla seconda spremitura delle uve utilizzate per il metodo classico e non solo, raggiunge un modesto grado alcolico, che lo rende piacevole, immediato, seppur di elegante fattura ed espressività: colpisce la chiusura sapida e i profumi delicati di fiori  frutta a polpa bianca. Viene messo in commercio con l’annata dell’ultima vendemmia.

Arlevo è lo Chardonnay più strutturato, ottenuto dalla selezione dei migliori grappoli, che prevede per la vinificazione l’utilizzo del legno. È un vino che dimostra un maggiore complessità olfattiva, arricchito dalla nota boisé, a cui seguono ricordi di fiori gialli, di pesca tabacchiera. Il sorso è pieno e dimostra una buona struttura e l’alcol perfettamente integrato; è molto persistente, spicca l’acidità e la nota salina nel finale.

Un’altra varietà bianca autoctona è la Nosiola, diversa da quella coltivata verso il Garda, tanto da essere apostrofata con l’articolo maschile: il Nosiol. Le uve fermentano in acciaio, dopo aver ottenuto il pied de cuve, e il vino rimane sulle fecce fini, per arricchirsi di tessitura e note aromatiche. Il naso dimostra una gradevole pulizia, sentori di frutta e floreali e del mallo della nocciola; in bocca ha una sferzante acidità e la chiusura sapida rimanda alle caratteristiche del suolo, ricco appunto in gesso. Un vino con una gradazione alcolica moderata, molto apprezzato anche all’estero. La lungimiranza dei nonni, che arrivarono nel 1864 nel borgo e che non scelsero di aderire alla cooperativa e quindi di sottostare alle scelte agronomiche consigliate per i conferitori, riuscì a preservare questo vitigno così particolare: un nuovo impianto di Nosiola è stato realizzato con il materiale genetico derivante dalla selezione massale delle piante antiche.

La Nosiola, grazie all’acidità, riesce a sfidare il tempo e ad arricchirsi di profumi terziari, di frutta secca che ricordano proprio la nocciola (nosela in dialetto).

La degustazione di alcune tipologie di rosso è iniziata con una succosa e dinamica Schiava, annata 2022, che si è offerta nel calice con uno sfavillante colore rosso rubino e un naso ricco di sentori di frutta rossa e una garbata speziatura di pepe bianco: vinificazione in cemento, il vino quotidiano della famiglia, che ha riscosso un enorme successo anche all’estero, dalla California all’Australia.

L’incontro con il Teroldego è avvenuto alla fine della degustazione: anche per esso due versioni. La prima si chiama Teroldec : le uve vengono vendemmiate quando si comincia a notare che sulla buccia dell’acino si intravede una goccia, segno che ha iniziato a fissurarsi. Questa avvenimento rende il grappolo più esposto all’attacco delle muffe, per cui si raccoglie per evitare di perdere il raccolto. Fresco, con un tannino lievemente apprezzabile, aggraziato e beverino.

Il Grill ( la prima etichetta nata) è una magnifica espressione di questo vitigno: vengono utilizzate botti di legno francese usate e le uve, che rimangono a lungo sulla pianta, provengono dalle viti più antiche. Caleidoscopico profilo olfattivo che rimanda ai sentori di frutta rossa matura, a note balsamiche, al cardamomo, alla marasca, alla china; in bocca è fresco, il tannino perfettamente cesellato, la scia sapida chiude su note fruttate.

 

avatar

Medico Psichiatra, stregata da Dioniso, divento sommelier nel 2013, Degustatore Ufficiale nel 2014 e Miglior sommelier della Liguria 2019. Nel 2016 nasce il mio blog wineloversitaly e dal 2018 sono molto attiva sui Social con il profilo @wineloversitaly. Nel 2021 sono la vincitrice del sondaggio proposto da The Fork nella categoria Wine Influencer. Ideatrice e Curatrice della prima guida Social " I vini del cuore" che uscirà a fine 2021. Collaboro come Social media coach con aziende e partners del mondo del vino. Non smetto mai di studiare: ho superato il Wset level 3 con il massimo dei voti. Comunicare il vino con passione e rispetto è il mio desiderio e il mio impegno.

Iscriviti alla Newsletter

Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia

NELLA CLASSIFICA DEI 10 CAFFÈ PIU’ COSTOSI AL MONDO 4 DERIVANO DALLA MASTICAZIONE DEGLI ANIMALI

News

La classifica dei migliori 10 Panettoni d’Italia del 2019 secondo Vinodabere

News

La Classifica dei migliori Cannonau della Piccola Guida della Sardegna di Vinodabere – Seconda Edizione (assaggi effettuati nel 2019)

News

La classifica dei migliori 20 Panettoni d’Italia del 2021 secondo Vinodabere

News

Connect
Iscriviti alla Newsletter

Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia