Il Trabocco in Abruzzo è un esempio di come la ristorazione abruzzese possa giocare le sue carte sulla valorizzazione dell’ottima materia prima proveniente dall’Adriatico in una struttura di antica tradizione.
Il Trabocco abruzzese
Parliamo di un’imponente costruzione realizzata in legno di pino d’Aleppo, un albero comune in tutto il medio Adriatico, resistente alla salsedine e dotato di quella elasticità, fondamentale per resistere alle raffiche del vento Maestrale.
Costituito da una piattaforma, in posizione trasversale rispetto alla costa, protesa sul mare e ben ancorata al fondale, lo troviamo in Abruzzo spesso su litorali poco profondi a differenza di quello garganico che prevede l’ancoraggio ad uno sperone di roccia e con una piattaforma estesa longitudinalmente rispetto alla linea di costa.
Il ponticello in legno che ci porta al Trabocco
Il collegamento alla terraferma è garantito da un ponticello costituito da pedane di legno e il solo passarci genera nel visitatore, una sensazione di gioia e libertà, difficile da esternare.
La sua nascita è stata una necessità dei pescatori abruzzesi, che dovettero, tanti anni fa, ingegnarsi per ideare una tecnica di pesca che non fosse soggetta alle condizioni meteo-marine della zona. Oggi i trabocchi vengono utilizzati per rivalutare, con un tocco di tradizione che non fa mai male, la cultura gastronomica della costa abruzzese.
In Abruzzo sono diffusissimi sopratutto lungo quel tratto di costa che va da Ortona a Vasto con il punto focale tra Fossacesia e San Vito Chietino, tanto che questa parte del litorale prende il nome di Costa dei Trabocchi.
Trabocco Pesce Palombo
Vi parlerò di un trabocco che è stato costruito quasi un secolo fa, precisamente nel 1923 il Trabocco Pesce Palombo, sito a Fossacesia Contrada la Penna località la “Fuggitelle”, che ha subito nel tempo diverse vicissitudini.
Di proprietà di Orlando Verì fu successivamente ereditato dal figlio Ernesto che lo mantenne attivo fino al 1979 quando nella notte di San Silvestro a causa di una forte mareggiata crollò sugli scogli dove si ergeva l’antica macchina da pesca e a testimoniare la sua esistenza rimasero solo due pali.
Completamente ricostruito il Trabocco Pesce Palombo è condotto da Bruno Veri e da sua moglie che dirige la piccola cucina di questo tipico ristorante in modo impeccabile e ci fa intuire che soltanto attraverso una buona organizzazione è possibile offrire nei giusti tempi una materia prima di ottimo livello ai tanti clienti che trovano posto in questo locale sospeso sulle acque del mare.
Ma parliamo di quello che abbiamo assaggiato e bevuto.
Iniziamo con un aperitivo tipico della costa abruzzese il cartoccio di Alici fritte, Polpettine di pesce e pane con alici marinate che hanno la capacità di mettere in evidenza la qualità del pesce e la leggerezza del fritto. Vi abbiamo abbinato:
Stillae -2016 – Cantina di Orsogna
Uno Spumante fatto solo con uve Pecorino, biodinamico certificato Demeter, che si presenta con profumi floreali a cui si associano note gessose. Ricco, equilibrato, intenso.
Continuiamo con Pesce Palombo, zafferano e melanzane subito seguito da Cozze ripiene in umido
Passando ai primi, non potevo esimermi dall’ordinare le trofie con i granchi e pomodoro, un piatto veramente ben riuscito che riesce ad esaltare al meglio il piccolo crostaceo tipico di questi luoghi.
Trofie con i granchi e pomodoro
Trova un suo perché accompagnare un buon vino rosé e precisamente:
Cerasuolo d’abruzzo – Pettirosce 2017 (linea Lunaria della Cantina di Orsogna)
Da uve Montepulciano, situate a 450 metri sul livello del mare, si ottiene, mediante una spremitura soffice delle uve. Fermenta con i propri lieviti indigeni per circa 30 giorni prima di andare a maturare in silos di acciaio. Si presenta al naso con note di ciliegia e profumo di rosa, ricco, intenso, con una giusta nota tannica per poi chiudere con un finale leggermente amandorlato. Un abbinamento veramente azzeccato.
Finiamo con un Ombrina al sale con olive nere e pomodorino, un piatto semplice ma che ci evidenzia profumi e sapori di questo meraviglioso mare.
Torniamo ad un vino bianco che sa farsi largo tra le tenere carni di questo pesce:
Pecorino Civitas 2017 – (linea Lunaria della Cantina di Orsogna)
Fatto con uve Pecorino per 85% ed altre varietà autorizzate. Il mosto fermenta con i propri lieviti indigeni per 30 giorni, poi rimane in vasche di acciaio prima di finire l’affinamento in bottiglia. Un vino di notevole spessore con pesca gialla e ginestra in evidenza, equilibrato all’assaggio, con un alternarsi tra l’acidità e la sapidità che invita al riassaggio. Chiude con un finale lunghissimo di mandorla.
Trabocco Pesce Palombo di Bruno Verì
S.S. 16 Adriatica, Fossacesia (Ch)
(+39) 333.3055300
info@traboccopescepalombo.it
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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