Uno dei primi articoli dell’anno 2021 aveva come argomento principale la Riserva del Conte di Tasca d’Almerita e ora quasi a fine anno, ci riferiamo di nuovo alla stessa azienda. E lo facciamo parlandovi di una verticale che dimostra la longevità dei vini provenienti da questa microarea della Sicilia. L’azienda oltre ad essere sempre attenta ai vini prodotti, anche quando nelle annate meno convincenti i vini più importanti non sono stati messi in commercio, al fine di tenere sempre alti gli standard qualitativi, è attenta alla sostenibilità ambientale, con un’attenzione che va dalla vigna (non utilizzando concimi chimici), per arrivare alle bottiglie, che sono state rese più leggere. Non a caso uno dei motti aziendale è quello di custodire la terra, rispettando i suoi ritmi. Per i vini ed in particolar modo per il Rosso del Conte il resto lo fa la natura e le condizioni pedoclimatiche della collina San Lucio (dove si trovano le viti di Nero d’Avola e di Perricone). Escursioni termiche di circa 20° fra il giorno e la notte, durante il periodo di luglio – agosto, forniscono un contributo notevole e sono un valore aggiunto alle uve e successivamente ai vini ottenuti. Così per i suoi vent’anni l’A. I. S. Sicilia ha voluto organizzare diverse verticali, fra di cui quella del Rosso del Conte (sono state degustate anche le annate 2010 e 2016 del Riserva del Conte). Iniziando con il millesimo 1999, oltre ad “entrare” nel secolo precedente, si entra in un’elite di un millesimo che ha saputo regalare vere e proprie emozioni ai degustatori. Il Rosso del Conte 1999 fa iniziare la degustazione come meglio non si potrebbe. Alta complessità del bouquet, all’inizio un po’ austero. Piccoli frutti a bacca rossa accompagnati da note balsamiche ed accenni di scorza d’arancia e di frutta secca. Dopo 22 anni ancora garantisce una buona freschezza ed una trama tannica fine e carezzevole. Buona persistenza. Il Rosso del Conte 2001 ha un impatto aromatico totalmente diverso rispetto a quello della 1999, dando un bouquet più “snello” e con accenni di terziarizzazione più evidenti (il che significa che il vino è arrivato nella parte apicale della sua vita). Tufo di caffè, cioccolato e lievi accenni di mora. Tannini ed acidità sono alla pari. Un bilanciamento ottimale fra componenti dure e morbide. Chiude con una leggera scia sapida.
Dopo aver assaggiato millesimi (1999 e 2001) con qualche decennio sulle spalle, con l’annata 2010 si riesce a capire del perchè dopo undici anni è ancora giovane, con note di mora, confettura, cacao, liquirizia. Fresco all’assaggio con tannini che poi si mettono in bella mostra. L’integrazione fra i terziari e gli aromi dei vitigni è in una fase evolutiva, ma pur sempre piacevole. Per l’annata 2010, abbiamo assaggiato anche la Riserva del Conte (di cui era stato già scritto). In poco meno di un anno la Riserva del Conte 2010 ha avuto modo di arricchire il suo corredo di profumi e di rendersi ancora più elegante, con note di eucalipto, marasca, accenni di zenzero e cardamomo con finale di frutta secca. Sorso snello e dinamico, di grande eleganza con una freschezza ben pronunciata e tannini fini. Progressione buona che garantisce una persistenza notevole.
Il Rosso del Conte 2016 è un vino che richiede ulteriore affinamento (come è stato per i millesimi antecedenti). Il suo bouquet è complesso, con nota di confetto e con gli aromi fruttati più parchi. Giovane e fresco, con una spalla acida in netta evidenza che dona un sorso agile e scattante e per nulla pesante. Si conclude con il Riserva del Conte 2016. Avvicinando il calice si sente che è esuberante con note balsamiche, frutta secca e zenzero. Spalla acida notevole, con i tannini vengono percepiti successivamente.
Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.
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