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Syrah: un’uva, mille espressioni – La versione de I Pàmpini nel Lazio

In un articolo precedente (link), abbiamo già parlato dell’Azienda Vitivinicola I Pàmpini di Acciarella, in provincia di Latina e  del vitigno Bellone. 

Oggi, condivideremo approfondimenti su un’altra varietà utilizzata: il Syrah, nelle annate 2005, 2019, 2021 e 2022, a partire dal rosato rifermentato del 2022.

La narrazione ripercorre la transizione dalla vecchia guardia al nuovo e il passaggio dall’invecchiamento in botte a uno stile più fresco e moderno che si allinea meglio alle preferenze dei consumatori odierni.

Durante l’incontro, l’enologo Pierpaolo Pirone e il produttore Enzo Oliveto hanno discusso il confronto tra l’utilizzo dell’acciaio e del legno nella vinificazione, condividendo il racconto delle loro annate di lavoro e confrontandosi con gli esperti di settore presenti.

Pierpaolo asserisce: “Il racconto di ogni annata è fondamentale per comprendere come è stato il vino in quel periodo, in quel momento – quali problemi ci sono stati e quali sono state le caratteristiche distintive di quell’annata.

Bisogna inoltre considerare attentamente la maturità fenolica, che a causa dei cambiamenti climatici non sempre coincide con la maturità tecnologica, soprattutto quando il vitigno e il portainnesto non si adattano perfettamente al territorio. Quando tutto è in equilibrio, otteniamo caratteristiche di qualità, ma sta a noi non perderle.

Il vero problema non è il caldo eccessivo o la siccità, poiché nei prossimi 25 anni potremo compensare con l’irrigazione e tecniche agronomiche. Il problema principale è che le due maturità – fenolica e tecnologica – tendono ad allontanarsi sempre di più.”

In questo caso il Syrah è la varietà d’uva che meglio esprime l’annata, le sfide o i punti di forza dell’anno. La sua interpretazione risplende più chiaramente rispetto al Merlot o al Cabernet.

I vigneti (1.5 dei 6 ettari vitati totali), piantati nel 2001, sono accarezzati dal Ponentino, una brezza marina che segue il sole da sud-est a ovest. I filari da nord a sud hanno un’eccellente esposizione al sole, ricevendo luce solare e aria da entrambi i lati, impedendo alle foglie di bruciarsi a causa dell’eccessiva insolazione che potrebbe bruciare anche l’uva.

Il terreno è composto da un ampio strato superiore sabbioso ben drenato, con uno più profondo e impermeabile di argilla ricca di minerali che mitiga gli effetti dello stress idrico, mista a  roccia calcarea tufacea piena di fossili marini.

Enzo ci racconta che un’indagine geologica condotta tra i vigneti di Merlot e Syrah ha rivelato un terreno argilloso molto compatto con vene di ferro. Questo ha dato origine al nome della regione: Acciarella. In tempi antichi, questo minerale veniva estratto per realizzare l’acciarino utilizzato per innescare lo scoppio dei fucili. 

Il minerale di ferro estratto dal sito di Acciarella subì una lavorazione iniziale, ma poiché non c’era carbone disponibile, la fusione fu effettuata utilizzando il legno della Macchia di Nettuno, che era un’importante risorsa locale all’epoca. Fu quindi portato alla ferriera di Le Ferriere, dove fu ulteriormente raffinato nell’acciaio utilizzato per legare i blocchi che ora compongono la Basilica di San Pietro.

Il Syrah è una varietà d’uva molto delicata, con una buccia sottile e una suscettibilità elevata alla disidratazione. Questo rende difficile raggiungere un equilibrio ottimale tra maturità tecnologica (zuccheri) e maturità fenolica. Secondo l’enologo, per rallentare la maturità tecnologica e preservare l’acidità, una soluzione semplice è coprire le foglie e aumentare la produzione.

In realtà, la chiave è stata la doppia vendemmia. Una raccolta anticipata per un rifermentato rosato ha permesso di avvicinare la maturità fenolica a quella tecnologica, ottenendo così vini con gradazione alcolica più bassa ma con un buon equilibrio fenolico. Questo procedimento, insieme alla natura sabbiosa del terreno, ha comportato una leggera perdita di colore, aspetto ormai meno cruciale.

Tutto questo va contestualizzato all’annata, per valutare se questa direzione sia valida. Nel complesso, si è puntato su un Syrah dal profilo più fresco, snello, meno influenzato dall’invecchiamento in legno. Un vino che meglio riflette l’evoluzione filosofica dell’azienda e l’andamento climatico delle stagioni il cui comune denominatore è la sapidità data dal terreno e dall’aria salmastra.

Ecco finalmente le nostre considerazioni sulla degustazione verticale, e un riepilogo dell’andamento di ogni annata.

Nel 2021, l’annata è stata anomala. Inizialmente il caldo è stato nella norma, ma a metà settembre le temperature sono crollate improvvisamente. Di conseguenza, le viti hanno perso le foglie prematuramente, come se fossimo a fine novembre. Questo brusco calo termico ha indotto le piante a entrare in uno stato di letargo. Per questo motivo, l’uva è stata raccolta anticipatamente per produrre un vino rosato. Successivamente, si è atteso un po’ affinché l’uva si disidratasse e lo zucchero aumentasse, permettendo così la produzione della versione rossa.

Negli ultimi sette anni, Enzo afferma di aver avuto annate tutte anomale. Nel 2018, due gelate tardive ad aprile hanno gravemente compromesso la raccolta e la qualità delle uve. Nel 2023, le intense piogge fino a metà giugno hanno favorito lo sviluppo della peronospora, impedendo un’intera produzione. Nel 2024, la raccolta è stata scarsa a causa della malattia dell’anno precedente. Il 2019 è stata invece un’annata positiva, con un normale ciclo delle stagioni. Anche il 2022 è stato un anno piovoso e freddo fino a fine luglio, ma gestibile grazie a un caldo tardivo che ha favorito una rigogliosa vegetazione, rallentando la maturazione dell’uva. Successivamente, però, è arrivato un lungo periodo di grande caldo e siccità, che pur mettendo sotto stress le piante, ha permesso una buona gestione fitosanitaria del vigneto. Tutto sommato, la 2022 è stata un’annata equilibrata.

Enotea 2021, Rifermentato Rosato da Syrah, 11 gradi alcolici: una rivisitazione del rosé storico della cantina che fonde un approccio moderno con un cenno alla tradizione, dando vita a un vino piacevolmente accessibile e leggermente frizzante.

La cantina ha cercato di creare un prodotto con una sottile effervescenza, non uno spumante a tutti gli effetti, ma piuttosto un’alternativa simile alla birra. Fermentato senza macerazione e utilizzando solo mosto fiore di uve verdi, il vino presenta una vivace tonalità color salmone torbido, sebbene eviti di essere eccessivamente denso grazie al terroir sabbioso.

Al naso, è intenso e balsamico, con note di rosmarino, salvia, lamponi e fragoline di bosco, insieme a un leggero tocco mentolato. Il palato è caratterizzato da una vivace acidità, sfumature minerali e tannini delicati, che conducono a un finale leggermente amarognolo e persistente, con presenza di lieviti che rafforzano tutti i sentori e lo accompagnano pian piano ad un’evoluzione nel calice. 

Oriente Syrah Lazio Igt 2022, è un vino che mette in mostra gli sforzi dell’enologo per trovare un equilibrio tra estrazione e freschezza. Con un contenuto alcolico del 13%, ha subito un periodo di macerazione relativamente breve e un invecchiamento in vasche di acciaio. Nel corso degli anni, l’obiettivo è stato quello di ridurre l’estrazione sulle uve, ottenendo un colore rosso rubino vivace con una sfumatura violacea.

Sebbene non sia denso e impenetrabile come alcuni vini Syrah, questa annata è comunque piena di carattere. Al naso offre un aroma avvolgente di bacche scure come mirtillo e mora, insieme a piacevoli note vegetali e una sensazione calda e dolce che evoca la recente stagione calda.

Al palato, è snello, con un’acidità vivace e un corpo agile mettendo in mostra sottili note speziate, quasi di influenza orientale, insieme a una struttura tannica giovane e ancora avvincente.

Ci riserviamo di riassaggiare il vino e confrontarlo con l’annata 2021, per valutarne l’evoluzione e l’equilibrio.

La decisione di vendemmiare prima è mirata a preservare la freschezza e l’acidità del frutto, evitando una maturazione eccessiva o una disidratazione che avrebbe potuto aumentare l’alcol e la struttura, elementi che si sarebbero scontrati con l’approccio moderno e più accessibile della cantina. Le caratteristiche distintive sono la sua acidità rinfrescante e la bevibilità. 

Questo vino riflette la ricerca del produttore di un profilo più facile da bere, meno impegnativo, con un basso contenuto di alcol e una struttura più bassa. Cerca di allontanarsi da una percezione del passato, allineandosi alle attuali tendenze dei consumatori. 

Oriente Syrah Lazio Igt 2021, risalta per il suo colore rosso rubino brillante che, nonostante l’annata atipica, ha ottenuto risultati eccezionali, con una gradazione alcolica del 12,7% ed un affinamento esclusivamente in acciaio.

Rispetto all’annata 2022, è decisamente superiore, con una struttura più robusta e un naso più dolce ed evoluto che presenta note speziate aggiuntive. Il carattere vegetale è diminuito, lasciando spazio a sfumature tostate e morbide. Intenso al palato, è vivace e longevo, con frutta rossa matura, freschezza e salinità perfettamente equilibrate. Armonico, con una dolcezza che integra perfettamente l’acidità, l’attenzione è qui sulle note speziate classiche e una struttura impressionante e autorevole. Questo è un vero purosangue che mostra grandi potenzialità.

L’annata 2019 di Oriente Syrah Lazio Igt rappresenta un periodo di transizione per la cantina, per diversi motivi. Innanzitutto, segna un cambiamento per l’uva, poiché l’anno precedente è stato disastroso, con le piante che avevano perso tutto ciò che avevano pianificato a causa del gelo. Inoltre, è stata l’ultima annata relativamente equilibrata, con una primavera né troppo piovosa né troppo calda, segno che qualcosa stava iniziando a cambiare, anche se non drasticamente.

Come spiega Pierpaolo, ora si sta allontanando dalla vecchia filosofia di produzione per il Syrah, abbracciando un approccio più moderno sia nelle tecniche che nell’invecchiamento. Questa annata ha visto ancora una parte del vino invecchiare in legno, sebbene la resa complessiva dell’uva non sia stata elevata. Ci sono state alcune sfide con la maturazione, dopo solo un anno di recupero. Di conseguenza, il contenuto alcolico è inferiore (12,5°).

Tutte le uve sono state raccolte in un’unica vendemmia. Meno del 30% del vino ha subito circa 10 mesi di invecchiamento in grandi botti di rovere esauste, mentre il resto ha maturato in acciaio.

 

Questa etichetta funge da ponte tra il passato e il futuro, fino all’entrata in Azienda del nuovo enologo, che assieme ai proprietari Carmen ed Enzo per tre vendemmie, ha iniziato a comprendere la loro realtà e visione. Insieme, hanno immaginato una direzione diversa per il Syrah, con meno struttura, ridotta influenza del rovere e maturazione anticipata. Il rosato che avrebbe aiutato non era ancora presente, ma c’era più il discorso del diradamento.

Il vino risultante mostra un colore rubino più scuro con sfumature aranciate. Al naso, esprime aromi di frutta più maturi, con note di datteri, uva sultanina candita e accenni di fiori secchi, oltre a sentori di inchiostro. Al palato, è composto, equilibrato, meno esuberante, sebbene meno intrigante e sensazionale della versione invecchiata in acciaio del 2021. Enfatizza note balsamiche e di caffè tostato ed è di durata più breve, poiché le botti di rovere utilizzate in precedenza lo hanno aiutato a raggiungere rapidamente la maturità ma ne hanno ridotto la longevità.

Ci saremmo aspettati un vino che avrebbe raggiunto la sua piena espressione dopo circa sei anni in bottiglia, ma questo ha già raggiunto il picco, pur rimanendo equilibrato e ben integrato. Gli manca la spinta extra di acidità e vivacità che lo avrebbero reso ancora interessante da bere.

Syrah Lazio Igt 2005 bio, è stato il primo vino prodotto ufficialmente dalla cantina dopo la prima annata fatta in casa e mai uscita sul mercato. Le giovani viti di quattro anni, senza il coinvolgimento dell’enologo Pierpaolo (che non faceva ancora parte del team, con Carlo Roveda come enologo all’epoca), hanno prodotto un’annata che rientrava nei parametri normali, prima dell’insorgenza di irregolarità.

Questo è un vino straordinario, con un colore rosso evoluto, sfumato di arancio, sorprendentemente vibrante e paradossalmente più giovane dell’annata 2019. Dopo una macerazione di 8 giorni e l’invecchiamento in botti di rovere francese da 500 e 650 litri con tostatura media, manca dell’esuberanza degli aromi, ma ha comunque un profilo olfattivo complesso degno dei suoi 20 anni. Offre un’esperienza di beva estremamente piacevole, con una deliziosa freschezza, note terziarie, frutta troppo matura e sapori balsamici e ferrosi al palato, insieme all’alloro, una ricca sensazione in bocca, salinità, acidità e un finale persistente di caffè tostato.

In conclusione, in passato, le stagioni irregolari erano l’eccezione, ma oggi tutte le stagioni sembrano irregolari e quindi “normali”. La domanda sorge spontanea: le annate 2021 e 2022, tra 20 anni, saranno considerate in modo simile a questo vino del 2005?

Dopo il confronto, e grazie all’ospitalità della Cantina, abbiamo abbinato i calici con gli splendidi piatti fatti in casa da Carmen Iemma:

Zuppa di ceci e cicoria con crostini

Pasticcio di Maccheroni

Cialda speziata con confettura di cipolle, formaggio semi stagionato al pepe rosa abbinato a gelatina di Syrah e mousse di prosciutto cotto

Caffè e cioccolatini artigianali

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Scritto da

Sono un'Archivista Digitale nel campo editoriale, dedico la mia vita ai libri perché come dice Kafka "un libro rompe il mare ghiacciato che è dentro di noi". Così lo è anche il vino. Lui mi ha sempre convinto in qualsiasi occasione ed è per questo che dal 2018 sono una Sommelier Fisar, scrivo e racconto con passione sui miei canali e in varie testate giornalistiche la storia dei territori, gli aneddoti e il duro lavoro dei Produttori in vigna e in Cantina. Ho seguito un corso Arsial al Gambero Rosso Academy sulle eccellenze enogastronomiche del Lazio e presto servizio in varie eventi per il Consorzio Roma Doc e per il Consorzio Tutela Vini Maremma. Inserita con orgoglio in Commissione Crea Lab. Velletri come membro esterno per le degustazioni, sogno e aspiro a diventare con il tempo una vera giornalista.

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