Con l’avvicinarsi delle festività, pensare e parlare di spumante è una cosa più che normale. Da sempre lo spumante è stato legato a festività, allegria, goliardia. La stessa parola spumante, deriva da spuma, dal perlage e dall’effervescenza che riesce ad avere dalla rifermentazione (ottenuta o tramite Metodo Classico, oppure tramite Metodo Martinotti o Charmat) e fa capire ancor di più come sia un vino che venga consumato principalmente per eventi speciali. Solo ultimamente (soprattutto in alcune parti d’Italia), questa forma di abitudine e di consumo è stata per certi versi abbandonata, comprendendo che lo spumante in sé per sé, è un vino che ha una poliedricità che lo rende buono ed “utile” per tutte le occasioni. Ovviamente le nazioni che vantano una maggiore riconoscibilità ed esperienza per la spumantistica sono Francia ed Italia, ma allo stesso tempo anche altre nazioni si sono evolute nella produzioni di vini spumanti, riuscendo a dare dei prodotti interessanti, a seconda del tipo di vitigno che viene utilizzato (possono essere anche più di uno) senza trascurare il rapporto qualità/prezzo.
Un’interessante serata organizzata da F. I. S. A. R. Catania, prendendo spunto proprio da questo argomento ha voluto fare un raffronto fra vari vini spumanti di Francia, Italia, Spagna, Germania.
Partendo con la Francia, la prima cosa che viene in mente è Champagne, ma in Francia non viene prodotto solo Champagne ma altri validi vini spumanti, meno rinomati, ma sempre validi. Uno di questi è il Crémant d’Alsace, che come è facile intuire viene prodotto nella zona dell’Alsazia. La zona dell’Alsazia è da tenere in forte considerazione a seguito della vastità dei suoli nella sua piccola porzione di superficie, senza sottovalutare le diversità climatiche che si trovano nei suoi 15.000 ettari vitati.
Il Crémant d’Alsace (che comunque è realizzato con l’equivalente del Metodo Classico e dello Champenois) assaggiato è stato quello di Marc Kreydenweiss. Cuvée ottenuta con tre vitigni, Pinot Blanc, Pinot Auxerrois e Chardonnay. Se Pinot Blanc e Chardonnay, sono dei vitigni abbastanza conosciuti, il Pinot Auxerrois, lo è un po’ meno. Si tratta di un vitigno che ha una buona importanza in Alsazia ed ha una stretta parentela con il Pinot Blanc. La permanenza sui lieviti è di 18 mesi. Si presenta con un perlage fine. Gli aromi sono abbastanza marcati e di carattere. Note agrumate, frutta tropicale, cantalupo e lievi accenni di uva sultanina. Buona corrispondenza gusto – olfattiva, con una freschezza in bell’evidenza che funge da punto nodale che dona lunghezza al sorso. Alla beva è verticale.
La Spagna in termini di spumante con metodo equivalente a quello classico vuol dire Cava. Con buona probabilità il nome deriva da dove vengono poste le bottiglie per far fare la seconda fermentazione, ossia nelle cave, lunghe e sotterranee. La zona di maggiore produzione è quella della Catalogna, ma viene prodotto anche in altre zone della Spagna. Il Musso De Casa Rojo 2018 è un Cava Brut Nature ottenuto da due vitigni, il Macabeo (90%) e lo Chardonnay (10%), con permanenza di 9 mesi sui lieviti. Nel calice ha un perlage fine e persistente. I profumi che compongono il bouquet sono di frutta a polpa bianca (pesca, susina) e gialla (ananas), di fiori, per poi passare alla nota molto delicata di scorza d’arancia caramellata. Sorso rotondo e molto armonico con una corrispondenza gusto – olfattiva buona. Grande beva, di grande piacevolezza.
L’Italia viene rappresentata in questo contesto da un Etna Brut. Sono state già scritte parecchie cose sugli spumanti etnei e su di come in un pur breve lasso di tempo, la loro crescita è stata continua. Il Nerello Mascalese è riuscito (si può scrivere in maniera affermativa ormai) a dare buoni, se non ottimi risultati nella spumantizzazione. L’azienda Nuzzella produce l’Etna Brut D. O. C. Blanc de Noir 2016 (100% Nerello Mascalese) Metodo Classico. I 36 mesi di permanenza sui lieviti gli donano un perlage fine. Affiora il minerale avvicinando il calice, il tutto è arricchito da sentori di susina, accenni di pan di Spagna, crosta di pane e note iodate. Freschezza ben calibrata e “gentile” con una verticalità al sorso e con una buona persistenza. Sorso agile e brioso. La produzione annua va dalle 1.500 alle 1.800 bottiglie.
Si passa a un Etna Brut D. O. C. Dosaggio Zero 2011, rigorosamente Metodo Classico. Saxanigra di Destro, riveste un’importanza notevole per la spumantistica etnea, visto e considerato che è stata la seconda cantina in termini di tempo a fare uno spumante da Nerello Mascalese, quando ancora gli spumanti dell’Etna non avevano la richiesta ed il fascino che possono vantare oggi. Si presenta visivamente con un perlage fine e persistente. Bouquet diretto, senza se e senza ma. Pietra focaia, accenni di frutta tropicale (ananas) e pan di Spagna in maniera tenue. Fresco, quasi croccante. Un sorso tutto verticale e di grande personalità e di grande struttura. Lungo al sorso. Sosta 36 mesi sui lieviti. 100% Nerello Mascalese.
Infine uno spumante teutonico e già dicendo questo si pensa subito al Riesling. Uva che grazie alla sua notevole acidità, risulta essere un’ottima base per spumante, riuscendo a dare grande personalità e complessità allo spumante che si ottiene. Lo spumante è prodotto da Molitor Rosenkreuz Weingut, Molitor Riesling Brut Nature 2014 (con l’equivalente del nostro Metodo Classico). Di grande impatto al naso. Note di lavanda e fiori bianchi, per poi lasciare spazio all’uva sultanina. La freschezza c’è, ma non è aggressiva ed allo stesso tempo lo spumante riesce ad avere una buona corposità in bocca. Riesce ad avere una buona corrispondenza gusto – olfattiva. Buona persistenza e ben equilibrato alla beva.
Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.
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