È bello poter andare indietro negli anni e scoprire, in una sorta di macchina del tempo, vecchie annate di vini che hanno fatto la storia dell’enologia nazionale, bottiglie che ci raccontano com’era l’Italia del vino in quegli anni, com’era la viticoltura e l’enologia.
L’occasione ci è stata offerta dall’Associazione Italiana Sommelier (sede nazionale) e da Tasca Conti d’Almerita che hanno organizzato una profonda verticale del “vino simbolo” della Tenuta Regaleali: il Rosso del Conte.
Nel panorama delle tenute di Tasca Conti d’Almerita, Regaleali, come ricorda Alberto Tasca “possiede un suo DNA molto forte e molto chiaro, tutto ciò che noi Tasca possiamo fare è custodire questo suo carattere e tentare di non compromettere quanto la natura ha data o questo luogo”.
Siamo al centro della Sicilia in un luogo che l’immaginario collettivo associa a pianure infuocate dal sole della torrida estate e, forse, punteggiate da vegetazione subtropicale. Invece è tutto l’opposto.
Siamo catapultati in un paesaggio collinare, lussureggiante, ricco di verde; caratteri nordici in pieno sud. A partire dalla luce, accecante ma limpida, mai afosa, dalle grandi escursioni termiche giorno notte e dall’altitudine che varia tra i 350 e i 900 metri.
Queste condizioni eccezionali hanno portato, nel 1970, alla nascita della “Riserva del Conte” successivamente chiamata “Rosso del Conte”. Fu il Conte Giuseppe Tasca che alla fine degli anni Cinquanta del Novecento piantò sulla collina di San Lucio le prime piante di Perricone e Nero d’Avola, investendo sul futuro del vino isolano come solo pochi siciliani riuscivano a immaginare.
Ancora Alberto Tasca: “negli anni Sessanta Giuseppe Tasca d’Almerita, mio nonno, amava leggere le guide internazionali dei vini che spesso osannavano i grandi francesi soprattutto quelli prodotti a Châteauneuf-du-Pape. Si mise in testa di sfidare le etichette d’oltralpe e iniziò un lungo periodo di studio, di analisi dentro e fuori l’azienda e intraprese molti viaggi per leggendari territori. Una volta tornato a casa individuò la vigna più pregiata e adatta alla produzione di un grande vino capace di lungo invecchiamento. La vigna San Lucio si trova a un’altitudine di 500 metri esposta a sud sud-est. Si estende per circa 8 ettari. È il vigneto più antico di Regaleali e ha un’incredibile costanza qualitativa: la sua è una produzione di pochi grammi per pianta capace però di resistere all’influenza di climi estremi. È come se le piante avessero una memoria organolettica e fossero capaci di dare vita a frutti sempre interessanti”.
Le uve destinate alla produzione del Rosso del Conte, dopo un’accurata selezione, vengono fermentate in tini di acciaio a temperatura controllata, segue la fermentazione malolattica e la maturazione in legno.
Legno che, nel corso degli anni, ha subito diversi cambiamenti: le grandi botti di castagno utilizzate fino al 1988 sono state sostituite con grandi botti di rovere di Slavonia fino al 1991. Dal 1992 vengono invece utilizzate barrique nuove di rovere di Allier e Tronçais. In ogni caso la sosta in legno ha una durata non inferiore ai 18 mesi a cui segue un lungo affinamento in bottiglia.
La degustazione
Rosso del Conte 1979
Un’annata climaticamente equilibrata con un inverno rigido, una primavera mite e un’estate calda e siccitosa; vendemmia il 13 settembre con qualità alta delle uve.
Nero d’Avola 90% Perricone 10%, resa 75 quintali/ettaro; fermentazione in cemento e maturazione in botti di castagno da 500 litri per circa 10 mesi.
Dal colore rosso granato con riflessi che tendono all’aranciato si esprime nel calice con viva luminosità. Delicato e pulito all’olfatto con note di tostatura, di rabarbaro, di eucalipto e di frutta nera in confettura. Poi ancora spezie dolci, the e un accenno vegetale. Dotato ancora di ottima freschezza e di un finale dalla lunga persistenza che rimanda ai toni dell’agrume, mostra un tannino lieve e vellutato. Dalla grande piacevolezza di beva è un vino che non si piega ai sentori tipici dell’invecchiamento.
Rosso del Conte 1983
Inverno freddo e piovoso, primavera mite ed estate calda e arida.
Nero d’Avola 90% Perricone 10%, resa 65 quintali/ettaro; vinificazione in uvaggio, fermentazione in cemento e maturazione in botti di castagno da 500 litri per circa 10 mesi.
Simile nel colore al vino precedente, si esprime attraverso una nota fumé e di dattero. I sentori sono più scuri, catrame, ruggine e accenni evolutivi. Tannino deciso e freschezza in evidenza. Buona la persistenza e il corpo con ritorni che ripropongono la frutta croccante. Dinamico.
Rosso del Conte 1998
Inverno piovoso, primavera mite ed estate calda con temperature medie piuttosto alte, vendemmia nella seconda decade di ottobre.
Nero d’Avola 95% Perricone 5%, resa 55 quintali/ettaro; fermentazione in cemento e maturazione in barili di rovere francese (Allier e Tronçais) da 300 litri per il 50% nuove e il 50% di secondo passaggio.
Ancora un calice rosso granato luminoso; i sentori sono più vegetali, balsamici, con frutta scura in confettura e note dell’apporto del legno. Fresco e sapido, deciso e scattante, emana giovinezza. Tannino morbido, buona persistenza con ritorni freschi e sotto spirito. Dallo stile più moderno.
Riserva del Conte 2010
Inverno mite e abbastanza piovoso, temperature primaverili ed estive non particolarmente alte, scarse le precipitazioni, vendemmia il 21 settembre.
Perricone 67% Nero d’Avola 33%, resa 34 quintali/ettaro; vinificazione in uvaggio, fermentazione in acciaio e maturazione in botti di castagno da 500 litri per 26 mesi.
I toni virano verso il rubino con accenni granati, sempre luminosi. Ritornano i sentori fumé e tostati con frutta nera in confettura e anche sotto spirito; sbuffi floreali. Fresco e quasi piccante, dalla media persistenza con un tannino presente ma non invadente, questo vino, in ottima forma, è caratterizzato dalla grande piacevolezza di beva.
Riserva del Conte 2016
Inverno mite e asciutto, primavera ed estate fresche con piogge ben distribuite, vendemmia 29 settembre.
Nero d’Avola 60% Perricone 40%, resa 67 quintali/ettaro.
Il calice volge al rubino pieno e luminoso. Si mostra austero, un po’ chiuso su sé stesso, con sentori di caffè, di spezie e accenni di frutta nera, confettura e bitter. Il tannino è asciutto e deciso, buona la persistenza. Un vino ancora estremamente giovane nel quale prevalgono i sentori del Perricone, più fruttati rispetto a quelli del Nero d’Avola.
Rosso del Conte 2018
Inverno freddo e piovoso, primavera mite e asciutta, estate fresca con buone precipitazioni, vendemmia ritardata.
Nero d’Avola 53% Perricone 47%, resa 68 quintali/ettaro.
L’estrema giovinezza si denota immediatamente dal colore rubino ancora screziato di porpora. Giocato sui toni scuri, evidenzia note di frutta nera, di spezie, di pepe nero, di erbe officinali e di fiori. Ottimo il volume al palato con una nota fruttata e buona trama acida. Il tannino, deciso, guida la lunga persistenza che chiude con una nota quasi piccante.
Dopo una trentennale brillante carriera in ambito amministrativo finanziario all’interno di un noto gruppo multinazionale, dal maggio 2018 si dedica totalmente al mondo del vino del quale è appassionato partecipe da oltre quindici anni. Sommelier dal 2005 e degustatore Associazione Italiana Sommelier, assaggiatore di formaggi ONAF, assaggiatore di grappe e acqueviti ANAG e degustatore professionista di birre ADB, è relatore in enologia nei corsi per sommelier. È stato responsabile redazionale del sito internet della delegazione AIS di Milano e ha collaborato alla stesura delle guide Vitae e Viniplus. È redattore per la rivista Viniplus di Lombardia, per la quale cura due rubriche, è inoltre autore per la rivista Barolo & Co e per le testate on-line vinodabere.it, e aislombardia.it.
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