Interessante Masterclass all’evento Eccellenza di Toscana svolto alla Stazione Leopolda di Firenze nelle giornate del 4 e 5 dicembre 2021. Appuntamento fisso ritornato dopo l’anno del forzato silenzio e che vede l’Associazione Italiana Sommelier, delegazione Toscana, impegnata a promuovere le migliori espressioni enologiche regionali con qualche gradito ospite internazionale.
Questa volta è stata l’occasione per parlare di uno Stato in profonda crescita, sia qualitativa che quantitativa, nel mondo enologico: la Romania. Una nazione che sta raggiungendo l’attenzione della critica internazionale, sorpresa da vini scevri di morbidezze e pastosità eccessive come in uso in tempi non sospetti. Attualmente è diventata il quinto produttore mondiale, con la voglia crescente di non accattivarsi soltanto un determinato mercato puntando lo sguardo ad Ovest. Ciò ha contribuito a creare uno scambio vitale di informazioni e di lucide menti pronte ad investire a costi più contenuti rispetto ad altri paesi; un esempio lampante proviene dall’agronomo di fama Leonello Anello che professa la sua profonda fede nell’agricoltura biodinamica anche in quest’angolo di terra.
Siamo nella Dobrogea, lo spazio compreso tra il Danubio ed il Mar Nero, meglio conosciuta come la regione della Doc Murfatlar dalla forte ed antica tradizione vitivinicola. Domeniul Bogdan è un’azienda relativamente giovane, che ha visto piantati i vigneti nel 2011 e la prima annata prodotta nel 2017, concomitante alla costruzione della cantina. Questo è il regno assoluto della Fetească vuoi nella varietà a bacca bianca Albă od a bacca nera detta appunto Neagră che Domeniul Bogdan coltiva in 27 ettari. Accanto ad essa albergano gli inossidabili internazionali Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Merlot e persino Syrah, che si acclimata bene a basse altitudini e forti escursioni termiche.
Oggi vogliamo narrare degli assaggi dei tre monovarietali etichettati sotto la linea Pătrar, tutti provenienti dalla annata 2017.
Pătrar Merlot 2017 – fermentazioni spontanee e lunghe macerazioni in vasche di cemento di medie dimensioni. Non effettua né malolattica né filtrazione. Affina tra cemento e barrique per oltre 18 mesi e conclude la fase di riposo in bottiglia per almeno 6 mesi prima di essere messo in commercio. Sorprendente il frutto scuro, denso e marcato che lo rende diverso da molti Merlot francesi ed italiani. In particolare nell’espressione tannica robusta ed a tratti scalpitante, dovuta all’annata particolarmente siccitosa, esattamente come accaduto da noi.
Pătrar Syrah 2017 – non vede legno, ma soltanto un lunghissimo affinamento tra cemento e vetro che ne amplifica l’esaltazione delle sensazioni terziarie tipiche del vitigno. Importante presenza speziata di pepe in grani unita a richiami di brace ardente e petali di viola essiccati. Sanguigno e salino sul finale di bocca.
Pătrar Fetească Neagră 2017 – il più interessante tra gli assaggi proposti, guarda caso anche il più rustico e maggiormente aderente al concetto di vino biodinamico. L’olfatto dimostra qualche imperfezione dovuta agli effetti della riduzione svanita dopo un breve contatto con l’ossigeno. La progressione fruttata è gradevole, declinata verso note rosse di ribes, ciliegia e lampone. Succoso di buona beva e persistente nei suoi toni caldi. Da rilevare l’estratto secco di ben 34 grammi/litro.
Il lavoro sugli autoctoni non ha nazionalità: se fatto bene ti fa viaggiare intorno al mondo utilizzando soltanto un calice.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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