Foto di Lorena Cassini
Chi ritiene che l’enogastronomia sia soprattutto un esercizio fisiologico e gustativo probabilmente rischia di perdersi un bel po’ di emozioni, e anche qualche luogo della memoria ben nascosto nella mente ma pronto a ricomparire al momento giusto.
E così è stato per noi che, dopo un decennio abbondante di frequentazione da Cesare al Casaletto (giustamente molto celebrata come una delle migliori per la cucina romana, e non solo), siamo andati a curiosare nella tana di Cesare al Pellegrino alla Trattoria Settimio, seconda esperienza e creatura romana realizzata da Leonardo Vignoli.
Al Pellegrino però si sovrappongono ricordi e visite di tanti anni, quando qui si veniva (ospiti di Mario e Teresa) da Settimio, storico ritrovo di appassionati e affezionati frequentatori, spesso raccomandati e presentati a Mario per essere ammessi ai pochi tavoli del locale. Gourmet della semplicità, eletta a gusto essenziale per assaporare, godere e ricordare momenti di grande piacevolezza.
Leonardo, pur conservando la riconoscibile impronta del Casaletto, è riuscito a ricreare qui accoglienza e atmosfera di allora, ben fuse con quella del presente.
Essenzialità, semplicità (ma attenzione, da non confondere con banalità) e privilegio del gusto immediato e inconfondibile del piatto romano sono le chiavi usate da Leonardo, anche nell’arredo di un locale che è al contempo quello di allora e quello di oggi per rinnovare ai giorni nostri l’esperienza di Settimio.
Sì, perché qui, oltre che al cibo, è prestata grande attenzione anche alla cantina, ricca non solo di belle etichette ma anche (tanto per fare un esempio) dei preziosi distillati di Vittorio G. Capovilla.
E allora, bando alle ciance e veniamo agli assaggi della prima volta che sarà presto seguita da altre visite per completare il quadro dell’offerta.
Ci siamo orientati su alcuni classici: per iniziare, un tradizionale carciofo alla romana, delicato e saporito, insieme a tonnarelli con la vignarola, un “must” assoluto dei due Cesare in questa stagione, con fave, carciofi e piselli, gustosamente accompagnati da guanciale croccante e pecorino.
A seguire un altro super classico: involtini al sugo (tanto sugo), tenerissimi e mirabilmente fusi col pomodoro e basilico.
Poi un piccolo intermezzo offerto da Leonardo con assaggi di prosciutto di Parma Sant’Ilario di 36 mesi e salame ben stagionato, entrambi dai profumi inebrianti e decisamente appaganti.
Il sapore della memoria degli insaccati contadini di una volta.
A questo punto non potevano mancare le polpette di Teresa, piatto bandiera di questo luogo servito insieme a una fresca misticanza.
In chiusura, una crostata di ricotta e visciole con una morbida e gustosa frolla.
Per il vino, abbiamo scelto di non scegliere e ci siamo affidati a Leonardo. Ed ecco apparire in tavola uno Chardonnay delle Langhe di Philine Isabelle decisamente fuori dal coro, fruttato quanto basta, leggermente agrumato e sostenuto da una spiccata mineralità e persistenza.
Infine il distillato: un’acquavite di Capovilla dalla varietà di mele Decio di Belfiore, in cui si riconosce ampiamente la mano del Maestro: etereo, profumato, quasi impalpabile con l’aroma varietale ben presente al primo impatto e poi ad accompagnare un finale dolce e piacevolmente acidulo.
In conclusione, cibo per il corpo e cibo per la mente: qui ne troverete in abbondanza.
Trattoria Settimio
Da Cesare al Pellegrino
Via del Pellegrino 117
00186 Roma
tel. 06 68801978
Carlo Bertilaccio vive a Roma ed è attualmente curatore della rubrica "di...stillati" per la testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collabora anche con Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it) e ha collaborato per le edizioni 2017/2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Ha collaborato per le edizioni 2015-2016 con la guida Slow Wine, e con la guida "Vini buoni d'Italia" dall'edizione 2010 fino all'edizione 2013. È autore di diversi articoli su distillati e vini su Scatti di Gusto (www.scattidigusto.it). Ha infine scritto diversi libri per Palombi editore su cocktails e altri argomenti, e prodotto inoltre quattro dischi di giovani talenti italiani nonché le canzoni per un musical su Marilyn Monroe, recentemente premiato al teatro Sistina di Roma. Giudice per Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles. Giudice di Radici del Sud. Giudice di Grenaches du Monde.
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