Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha iniziato, nel 2018, un processo di semplificazione delle sue denominazioni. Un processo lungo, e ritardato anche dalla pandemia, iniziato con numerose assemblee dei soci che hanno approvato le modifiche ad alcune previsioni contenute nei disciplinari, i cui testi in vigore sono vecchi di ormai mezzo secolo.
Il Comitato Nazionale Vini, il 3 marzo scorso, ha approvato le modifiche autorizzando il piano che il Ministero delle Politiche Agricole Ambientali e Forestali (MIPAAF) ha definito il “Modello Abruzzo”.
Ora, per avere la piena operatività occorre una approvazione da parte degli organismi UE, un Decreto ministeriale e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il Consorzio spera che tutto l’iter possa concludersi prima della prossima vendemmia.
Come l’ha ben definito il Mipaaf si tratta effettivamente di un ‘modello’ che si spera venga copiato anche da altre regioni al fine di meglio strutturare le denominazioni.
Purtroppo, in Italia, nel corso del tempo, si è vista la proliferazione di denominazioni che poco avevano a che fare con la salvaguardia delle produzioni e dei territori.
Ben venga quindi l’azione che il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha intrapreso con il duplice obiettivo di ridurre la numerosità delle denominazioni valorizzandone, al tempo stesso, alcune tipicità.
Il Presidente del Consorzio Valentino Di Campli, durante la conferenza stampa di presentazione, l’ha definita una svolta epocale proprio per la sua portata e la sua complessità.
Il vicepresidente della Regione Michele Imprudente, anche lui presente in rappresentanza del governo regionale, ha sottolineato come l’Abruzzo sia una realtà unica dove, in un’ora di viaggio si può passare dal mare alla vetta del Gran Sasso, la più alta del centro Italia con una grandissima varietà di terreni e condizioni pedoclimatiche. Una realtà unica dove la qualità ambientale è garantita anche dalla presenza di numerosi parchi naturali sia nazionali che regionali.
La nuova organizzazione delle denominazioni avrà il vantaggio di consentire al consumatore l’immediata identificazione regionale, condizione fondamentale anche per la presentazione ai mercati stranieri.
Le principali novità contenute nella nuova stesura dei disciplinari sono:
– la creazione di una nuova IGT a carattere regionale denominata “Terre d’Abruzzo IGT” a fronte della eliminazione delle attuali otto IGT
– per le DOC che ancora non lo comprendono, l’inserimento del suffisso “d’Abruzzo”
– la creazione della menzione ‘Superiore’ nelle Denominazioni lasciando la possibilità di aggiungere una indicazione a carattere provinciale che meglio identifichi in territorio di provenienza. La menzione ‘Superiore’ impone differenti rese a ettaro e una diversa tempistica di commercializzazione.
– la semplificazione dei confini dei territori delle Denominazioni che coincideranno con i confini comunali
– per la IGT, l’inserimento di nuovi vitigni, compresi alcuni PIWI, tra le varietà riportabili in etichetta. Restano comunque esclusi dall’indicazione in etichette i varietali tutelati da specifiche denominazioni.
– la modifica dei limiti di altitudine massima dei vigneti a denominazione elevata a 700 metri s.l.m.(e in alcuni casi a 1000 metri s.l.m.)
Con queste modifiche si potrà, in seguito, arrivare alla identificazione di Unità Geografiche Aggiuntive (UGA) o, addirittura, delle singole vigne.
Di Campi ha ricordato anche che questa è stata un’istanza partita dalla base, dai vignaioli con l’obiettivo dare più valore alla generalità dei prodotti, più valore al territorio, come bene collettivo e non riservato solo a pochi.
La produzione regionale è pari a circa 3,5 milioni di ettolitri di cui solo 1,5 milione è rivendicato a IGT o DOC. Questa semplificazione ha anche l’obiettivo aumentare la percentuale dei vini a denominazione, con un target del raddoppio nel corso dei prossimi 10 anni.
Dopo una trentennale brillante carriera in ambito amministrativo finanziario all’interno di un noto gruppo multinazionale, dal maggio 2018 si dedica totalmente al mondo del vino del quale è appassionato partecipe da oltre quindici anni. Sommelier dal 2005 e degustatore Associazione Italiana Sommelier, assaggiatore di formaggi ONAF, assaggiatore di grappe e acqueviti ANAG e degustatore professionista di birre ADB, è relatore in enologia nei corsi per sommelier. È stato responsabile redazionale del sito internet della delegazione AIS di Milano e ha collaborato alla stesura delle guide Vitae e Viniplus. È redattore per la rivista Viniplus di Lombardia, per la quale cura due rubriche, è inoltre autore per la rivista Barolo & Co e per le testate on-line vinodabere.it, e aislombardia.it.
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