Parlare di Montalbera significa parlare di Ruché. Principalmente, quanto meno. Se è vero che la cantina del Monferrato produce il 60% di tutto il Ruché di Castagnole Monferrato DOCG, è altrettanto vero che non è l’unico vitigno che viene coltivato nei suoi 110 ettari di vigneto.
Barbera, Grignolino (Il 15% del Grignolino d’Asti DOC viene prodotto da Montalbera), Nebbiolo e Pinot Nero e poi, a bacca bianca, Moscato, Chardonnay e Viogner completano il panorama ampelografico della cantina di proprietà della famiglia Morando e gestita da Franco Morando che, dopo una formazione classica e un’esperienza all’estero, si è dedicato anima e corpo al progetto Montalbera.
Su 110 ettari vitati aziendali ben 65 sono a Ruché e recentemente sono stati predisposti per la piantumazione altri 8 ettari.
Il Ruché è il vitigno autoctono, semiaromatico, che più incarna il territorio di Castagnole Monferrato (e dei comuni limitrofi). Un vitigno quasi scomparso che, grazie all’opera iniziata da don Giacomo Cauda e da Lidia Bianco, rispettivamente parroco e sindaco della cittadina, e proseguita con il lavoro e la passione di alcuni piccoli viticoltori, è ora rinato a nuova vita e viene apprezzato per le sue caratteristiche organolettiche del tutto particolari.
L’olfatto, infatti, è caratterizzato da un tripudio di fiori, viola e rosa in particolare, e di spezie che si fanno sempre più intense con il trascorrere del tempo. In bocca ha media struttura, tannini levigati, discreta acidità e importante componente alcolica.
L’impegno di Montalbera per il Ruché si è trasformato in una ricerca effettuata con il supporto del laboratorio Bioesis di Ancona volta all’individuazione del genoma del vitigno al fine di provarne l’individualità e la tracciabilità in modo da poter, se del caso, identificare i vini che contengono altri vitigni siano essi Brachetto o Barbera. È stato così dimostrato che il Ruché possiede un patrimonio genetico del tutto specifico e non confondibile con altre varietà.
La gamma dei Ruché prodotta da Montalbera è rappresentata da quattro espressioni.
Alla gamma classica appartiene il Ruché Tradizione, un prodotto che matura in acciaio, di pronta beva, che fa della gioventù e della giovialità la sua carta vincente.
Della gamma “Le Selezioni” fanno parte i Ruché più rappresentativi.
Laccento 2021
È il vino più rappresentativo della cantina e viene prodotto dal 2006.
Il 20% delle uve subisce una sovramaturazione in vigna di oltre 30 giorni. Affina in acciaio.
Dal tipico colore granato pieno, al naso si percepiscono i classici sentori del vitigno tra i quali spiccano note di spezie e di fiori. La bocca è avvolgente e di corpo con il tannino elegante e la lunga persistenza. L’annata 2021, dal punto di vista climatico, è stata una buona annata
Limpronta 2020
È il vino più importante dell’azienda, una Riserva realizzata con il contributo di uve Barbera per il 10%.
Sosta in tonneau di legno francese per 10/14 mesi.
È un vino che fa dell’avvolgenza e della ricchezza, oltre che della spiccata freschezza che la Barbera apporta, la sua chiave di volta; il passaggio in legno è perfettamente dosato e non sovrasta la materia prima ma anzi crea interessanti interazioni con la tavola.
Il progetto di avere un Ruchè longevo nasce nel 2008; si è ricercato un vino rosso importante e che non fosse solo espressione di profumi.
Conclude la gamma il Ruché Laccento da uve stramature, una sorta di elisir dalla grande dolcezza e setosità.
Dopo una trentennale brillante carriera in ambito amministrativo finanziario all’interno di un noto gruppo multinazionale, dal maggio 2018 si dedica totalmente al mondo del vino del quale è appassionato partecipe da oltre quindici anni. Sommelier dal 2005 e degustatore Associazione Italiana Sommelier, assaggiatore di formaggi ONAF, assaggiatore di grappe e acqueviti ANAG e degustatore professionista di birre ADB, è relatore in enologia nei corsi per sommelier. È stato responsabile redazionale del sito internet della delegazione AIS di Milano e ha collaborato alla stesura delle guide Vitae e Viniplus. È redattore per la rivista Viniplus di Lombardia, per la quale cura due rubriche, è inoltre autore per la rivista Barolo & Co e per le testate on-line vinodabere.it, e aislombardia.it.
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