Gigante da 300 ettari e da un milione di bottiglie all’anno immesse sul mercato, la Cantina Belisario può senz’altro rivendicare di aver coniugato con successo qualità e quantità, oltretutto sostenendo quasi da sola, all’inizio, il peso della denominazione Verdicchio di Matelica, all’epoca totalmente oscurata dalla cugina dei Castelli di Jesi, e che invece oggi può vantare identità e riconoscibilità considerevoli.
La differenza fondamentale tra Matelica e Jesi è l’esposizione: qui la maggior parte delle vigne sono orientate a nord o a sud, e questo favorisce la ventilazione e un clima di tipo quasi continentale (con inverno rigido ed estate nella norma), al riparo dagli influssi marini e condizionato dal vicino Appennino, soprattutto nelle forti escursioni termiche; mentre la zona di Jesi, più esposta a est, verso l’Adriatico, ha un tipico andamento da terroir mediterraneo.
Belisario nasce nel 1971 come cooperativa; oggi, con uno staff di agronomi di primo livello, conduce in prima persona un terzo del patrimonio vitato e assiste ben 180 soci per raccogliere uve perfette (qui “non si conferisce l’uva, si conferisce il vigneto”), in parte coltivate in regime biologico. La loro, spiegano, è una viticoltura a basso impatto ambientale che tende a fare il minor numero possibile di trattamenti, utilizzando antiparassitari da contatto.
Naturalmente si tratta del più grande produttore della Doc. Il marchio più celebre, il Cambrugiano Docg Riserva, nasce da piante di 35 anni di età, ma di vigne ultratrentenni ce ne sono diverse altre.
Ecco i riscontri sugli assaggi delle ultime annate in commercio.
Verdicchio di Matelica Doc Cuvée Nadir (Charmat lungo). Perlage abbastanza fine. Crosta di pane, lievito, nuance leggermente balsamica, lime. Sorso fresco e scorrevole, lieve tendenza dolce bilanciata dall’acidità. Pesca, mela golden e banana in chiusura.
Vino Spumante Rosato Nadir Rosé (Charmat). Da uve Sangiovese e Lacrima. Confetto di Sulmona, Charms alla fragola, lievi frutti rossi. Beva abbastanza semplice, lineare, con pochi guizzi ma un buon finale di succo d’arancia. Note dolci in prevalenza, si fa bere. Vino piccolo ma simpatico, molto versatile a tavola.
Colli Maceratesi Rosso Doc Vigneti B. 2018. Da uve Sangiovese, Montepulciano, Merlot e Cabernet Sauvignon. Frutta fresca, fragole e lamponi, lieve sottofondo balsamico, ematico ed etereo. Beva spensierata, tannini presenti ma molto docili, coda leggermente amarognola e verde, dove si affacciano more e prugne non pienamente mature, ma rinfrescante. Vino ben confezionato e godibile.
Verdicchio di Matelica Doc Del Cerro 2018. Anice, scorza di limone, pera, susina, fiori bianchi di acacia, erbe di campo. Sorso ampio e morbido all’ingresso, di buona progressione e trazione, fresco e salino, finale medio ma convincente, minerale, sottilmente speziato e ammandorlato, sui toni della frutta a polpa gialla matura (pesca e susina) e del mandarino. Un bel Verdicchio d’annata, giusto equilibrio tra potenza ed eleganza.
Verdicchio di Matelica Doc Vigneti B. 2018. Vinificato in iperossigenazione, quindi in totale assenza di solforosa. Menta, anice, fiori bianchi, gelatina di frutta, pepe bianco, miele ma anche un lato salmastro. Molto sapido e strutturato, buona dinamica gustativa, veemente scodata di acidità, frutto non pienamente maturo, ottima persistenza su note di mandarino e cedro. Buona scia iodata, cenni di idrocarburi, un po’ amaricante. Sembra ancora in fase di assestamento, meno compiuto ma più promettente del Cerro.
Verdicchio di Matelica Doc Meridia 2016. Vendemmiato in leggero anticipo, invecchia in cemento vetrificato e poi in vetro. Naso un po’ riservato, grano, torba, nocciola, roccia bagnata, poi escono la macchia, gli agrumi canditi, lievi note speziate di zafferano. Bocca voluminosa ed estroversa, più orizzontale che verticale sulle prime, ma che poi trova il giusto slancio, buon dialogo tra la salinità e la dolcezza di un frutto maturo e impeccabile (pesca, susina, ananas), si espande bene anche se forse difetta in accelerazione; chiude pulito su note minerali, di mandorla, camomilla, bergamotto, ananas, pera.
Verdicchio di Matelica Docg Riserva Cambrugiano 2016. Anni fa fu la prima riserva della storia del Verdicchio di Matelica. Dopo la criomacerazione, matura parte in acciaio e parte in barriques per circa un anno, poi si affina un altro anno in bottiglia. Leggere note balsamiche, di frutta secca, lievito madre, pesca giustamente matura, gesso, caramella d’orzo, vaniglia e sottofondo boisé. Sorso lungo e croccante, di bella forza motrice, saporito e potente, con consistente scia sapida e grande finezza in un finale davvero gustoso e suggestivo, tra menta, nocciola tostata, agrumi, frutta tropicale, con i primi accenni di evoluzione nei toni affumicati e di idrocarburi.
Nato nel Luglio del 1969, formazione classica, astemio fino a 14 anni. Giornalista professionista dal 2001. Cronista e poi addetto stampa nei meandri dei palazzi del potere romano, non ha ancora trovato la scritta EXIT. Nel frattempo s’innamora di vini e cibi, ma solo quelli buoni. Scrive qua e là su internet, ha degustato per le guide Vini Buoni d’Italia edita dal Touring Club, Slow Wine edita da Slow Food, I Vini d’Italia dell’Espresso, fa parte dal 2018 della giuria del concorso Grenaches du Monde. Sogna spesso di vivere in Langa (o in Toscana) per essere più vicino agli “oggetti” dei suoi desideri. Ma soprattutto, prima o poi, tornerà in Francia e ci resterà parecchi mesi…
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