Il tradizionale evento Mamojada Vives, che ormai da qualche anno va in scena nell’ultimo fine settimana di aprile, rappresenta generalmente una sorta di anteprima dedicata alla stampa delle nuove annate dei vini prodotti dai vignaioli dell’Associazione Mamojà. Due le novità di questa edizione. La prima è quella di aver inserito la manifestazione nella Sardegna Wine Week, che vede altre due tappe del percorso (Nord Ovest della Sardegna e Comunità del Piede Franco a Sant’Antioco), di cui vi parleremo in articoli dedicati. La seconda è quella di aver comunicato il risultato di un lodevole lavoro di zonazione, lavoro fatto nei tempi giusti, prima che il mercato diventi “troppo maturo” per consentire l’accettazione della condivisione delle differenze territoriali. Lo schema è relativamente semplice: 6 zone (che tra l’altro abbiamo visitato in senso antiorario): Nord, Nord Ovest, Sud Ovest, Sud, Est, Nord Est. Una suddivisione che non si basa tanto sulla composizione dei terreni (tutti più o meno simili e derivanti da disfacimento granitico) ma su tutte le altre caratteristiche orografiche e climatiche (potete leggere le descrizioni delle zone dopo la mappa).
Mappa presentata a Vinitaly e riproposta durante Mamojada Vives 2024
L’intenzione è quella di produrre dei vini Mamojà laddove le uve provengano da più zone di Mamoiada, dei vini di zona qualora le uve provengano dalla singola zona, e dei vini di Ghirada (contrada o cru) qualora le uve provengano da una specifica Ghirada.
Nella degustazione di una quarantina di vini nel giorno dell’evento, tutti di qualità dall’ottimo all’eccellente, non siamo ancora stati in grado, salvo per la zona del Nord Est, di apprezzare le similitudini di caratteristiche organolettiche per i Cannonau della stessa zona, ma magari in futuro, aumentando il numero di vini prodotti, potremo cercare di capire meglio.
In ogni caso emerge ancora il problema dell’etichetta. L’Associazione Mamojà ha desistito (causa, a detta dell’associazione stessa, di eccessive complicazioni burocratiche soprattutto in termini di tempistiche e lungaggini) nell’intraprendere l’iter per il riconoscimento di una sottozona (all’interno della denominazione Cannonau di Sardegna) dedicata a Mamoiada. Stessa cosa dicasi per una eventuale richiesta di trasformazione della Barbagia IGT in DOC con indicazione della sottozona. Ed ugualmente non è stato chiesto il riconoscimento di nessun toponimo relativo alla vigna (ad esempio a Dorgali da qualche anno è riconosciuto il toponimo “Vigna di Oddoene”).
Attualmente tra i produttori dell’Associazione ci sono scelte differenti in ordine alla denominazione: molti escono come Cannonau di Sardegna DOC ed altri come Barbagia IGT. E la Ghirada rappresenta solo, dal punto di vista delle norme sull’etichetta, un nome di fantasia.
Stando allo schema di possibile suddivisione delle tipologie di vino: vino di Mamojà (da diverse zone), vino di zona, vino di Ghirada, come si farà a comunicare queste distinzioni in etichetta senza incorrere in sanzioni?
Speriamo si trovi presto una soluzione.
L’Associazione Mamojà nel comunicato ufficiale così si esprime: “L’intento è di valorizzare le particolarità dei vini, di aiutare i produttori a presentarli meglio ai consumatori e accrescere così la conoscenza comune di questo territorio e la sua eccezionale vocazione vitivinicola”.
Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.
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