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Lo Champagne Jacquart si mette in mostra al Ristorante Camponeschi nella bellissima piazza Farnese a Roma

Non capita tutti i giorni poter assaggiare le nuove annate di una Maison di champagne e quando arriva l’invito tirarsi indietro è un sacrilegio. Così è capitato quando la società di distribuzione Rinaldi 1957 ci ha invitati ad assaggiare i nuovi nati della Maison Jacquart  presso il Ristorante Camponeschi a Roma.

Le bolle hanno sempre il loro fascino ma se hai anche la possibilità di degustarle in uno dei luoghi più affascinanti di Roma, come piazza Farnese, il piacere raddoppia.

 

Così dopo un aperitivo all’aperto durante il quale è stato proposto il vino d’entrata della maison il Brut Mosaique 2013, assemblaggio di Chardonnay e Pinot Nero, risultato un’eccellente bolla per passare un momento rilassante, ci siamo recati all’interno  per continuare il nostro percorso.

Iniziamo con due annate di Blanc de Blancs  i Millesimé 2013 e 2014,  il primo accattivante e teso alla stesso tempo, con note di lievito e crosta di pane a fare da padrone, il secondo di altro spessore, più ricco ma sempre sostenuto da una acidità ben dosata con profumi di pasticceria e lievito che lo caratterizzano dal primo sorso. Una bellissima espressione di Chardonnay proveniente dagli appezzamenti più esclusivi della Champagne.

Una bolla, soprattutto la 2014, che darà il meglio di sé tra qualche anno quando quell’effervescenza legata alla giovane età avrà trovato l’equilibrio che ne garantirà l’eccellenza.

Continuiamo con il Brut Signature 5 ans d’age una cuvée costituita da una speciale selezione del Brut Mosaique che consente un invecchiamento di 5 anni prima di essere messo in commercio. Lo troviamo forse troppo piacevole, con una rotondità eccessiva rispetto alla freschezza che ci aspetteremmo in uno Champagne.

Terminiamo con quello che la Maison considera il fiore all’occhiello, la Cuvée Alpha 2010, prodotta solo in annate particolari come la 2005, 2006 e 2010. Un assemblaggio di Pinot Noir (40%) e Chardonnay (60%) provenienti dalle vigne più vecchie dell’azienda e ben 7 anni di affinamento sui lieviti, dà vita ad una bolla che nulla ha a che fare con lo Champagne tradizionale.

Ricco, potente, teso, mostra ancora i segni di gioventù pur con note olfattive e gustative che lo elevano in un altra dimensione, dove il miele di acacia si combina con profumi di frutta secca e crema pasticcera. Sicuramente in grado di sopportare lo scorrere del tempo con grande slancio, per questo speriamo di avere l’occasione di poterlo degustare tra diversi anni.

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