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Life of Wine 2020- Silvia Imparato e la leggenda del Montevetrano

Proseguiamo nelle nostre esperienze di assaggio a Life of wine 2020, la bella manifestazione tenutasi domenica 18 ottobre 2020 , grazie all’impegno di Studio Umami  (agenzia specializzata nella comunicazione ed organizzazione di eventi eno-gastronomici) ed alla collaborazione di Maurizio Valeriani (giornalista del settore e direttore della testata giornalistica Vinodabere).  Vi parliamo oggi di una delle più prestigiose aziende del Sud, Montevetrano: quasi 6 ettari vitati e  84 mila bottiglie prodotte (40 mila di Core Rosso, 20 mila di Core Bianco e 24 mila di Montevetrano).

L’Azienda Agricola di Montevetrano, di proprietà di Silvia Imparato, si trova a San Cipriano Picentino, non lontana da Salerno. Era stata creata dai nonni di Silvia ed era poi passata a suo padre, conservando il carattere più di azienda agricola che di azienda vinicola; infatti il vino, che all’epoca era di non eccelsa qualità, veniva prodotto dai contadini solo in piccole quantità e quasi esclusivamente per uso personale. Quando il padre di Silvia morì, la proprietà fu divisa fra le figlie: a Silvia spettò la parte vitivinicola ed alla sorella quella agrituristica. A quei tempi nelle vigne si coltivava uva Barbera (del Sannio) ed anche piccole quantità di Uva di Troia, di Aglianico e di Piedirosso.

Agli inizi degli anni ’80 Silvia, con un gruppo di amici, fra i quali l’enologo Riccardo Cotarella, iniziò, quasi per gioco, a fare esperimenti di vinificazione. Il gioco si protrasse per molto tempo iniziando con l’espianto delle vecchie vigne, fu lasciato solo l’Aglianico, e l’impianto di nuove  vigne di sapore più “internazionale”: Cabernet Sauvignon e Merlot. Con i parametri del “politicamente corretto” imperanti al giorno d’oggi una scelta assai discutibile, però i nostri eroi vollero rischiare e scommettere su questo “nuovo corso”. Il 1991 dette alla luce un vino forte, intenso e decisamente superiore alle aspettative: il “Montevetrano”. Un vino, originalmente, a base di Cabernet Sauvignon al 70% e Aglianico al 30%, destinato inizialmente alla produzione di poche bottiglie per gli amici.

Tuttavia agli amici questo vino piacque subito moltissimo, tanto che ne inviarono qualche bottiglia ad un grande esperto mondiale per avere un parere: Robert Parker; questi pubblicò un articolo su una rivista specializzata dichiarando che “era nato il Sassicaia del sud…”.  Quindi possiamo dire che la scommessa fu vinta alla grande e dopo questo felice battesimo, nel 1994, nacque l’Azienda Agricola Montevetrano che si è imposta rapidamente ai vertici della produzione qualitativa della Campania.

                                              

Il vino, classificato Colli di Salerno Indicazione Geografica Tipica, proviene da vigne di Cabernet Sauvignon, Aglianico e Merlot interamente di proprietà, poste tra i 100 ed i 150 metri. s.l.m. sulle colline di Salerno ed esposte a sud-ovest su terreni a medio impasto ricco di scheletro. La densità delle piante è di  4000 ceppi/ha. con allevamento a Cordone speronato e Guyot. Dopo la vendemmia manuale, che avviene frazionata dati i diversi tempi di maturazione delle uve, la vinificazione si ha in acciaio con fermentazione di circa 20 giorni e lunga macerazione della buccia. Viene svolta anche la malolattica. L’invecchiamento ha luogo per 12 mesi in barriques in rovere di Nevers, per il 50 % nuove e per il 50 % di secondo passaggio, cui segue un affinamento in bottiglia per un minimo di 6 mesi. Le percentuali degli uvaggi impiegati per lungo tempo  è stata 50 % Cabernet Sauvignon, Merlot 30 % ed Aglianico 20 %. Dalla vendemmia 2017, a causa dell’ elevarsi delle temperature medie, la percentuale del Merlot, uva a maturazione precoce rispetto alle altre due, è scesa al 20 %, a vantaggio dell’ Aglianico. Ciò per non allungare troppo i tempi tra la raccolta e la vinificazione.

 Ci sono state presentate tre annate: 2017, 2008 e 2006, di seguito le nostre impressioni.

Montevetrano-Life of Wine 2020

2017 – 13,5 % vol. : Ci si presenta con un bel colore rubino intenso ed una decisa consistenza nel calice. Il naso è vasto ed articolato: ad un prorompente frutto rosso maturo (mora, ciliegia e lampone) seguono note “lattiche”, di tabacco scuro, sentori di bosco, speziatura dolce ed un elegante boisè. Bocca ampia ed equilibrata tra tannini vellutati, una freschezza discreta ed una nota calda che non prevale sul resto. Finale lungo ed elegante: come una salamandra è passato indenne tra le fiamme dell’annata proverbialmente torrida.

2008 – 13 % vol. : Un’annata “normale” che si rivela col bel colore rubino, senza cedimenti e con un’olfattiva elegante dove si amalgamano alla perfezione  lo speziato dolce di liquirizia e carruba che, unite a note di tabacco scuro, pepe nero e frutti maturi di bosco selvatici ancora ben presenti, danno spessore e persistenza.  Il palato, molto elegante e vellutato, si avvolge attorno a freschezza e sapidità che si accompagnano nel finale lungo ed emozionante. Una bottiglia che ha ancora un lungo futuro davanti a sé.

2006 – 13,5 % vol. : Annata con un’estate fresca che ha portato ritardo nella maturazione delle uve e che si trova subito nel naso ancora “verde”, con un frutto rosso presente ma ancora “chiuso” e note di humus. Bocca fresca, vellutata, sapida e di lunga persistenza. Fra tutte è sembrata l’annata più indietro nella maturazione, austera e poco incline a concedersi, però, essendo anche la più vecchia, è un ottimo esempio delle potenzialità e della longevità a cui può tendere questo grande vino.

 

 

 
 
 
 

 

 

 

 

 

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Dopo aver perso tempo, lavorando su navi e treni, finalmente sono riuscito a giungere sulle rive dell'Oceano del Vino ed a tuffarmi nel mio elemento. Bere, nelle giuste quantità, non è mai tempo perso.

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