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Le grandi potenzialità di evoluzione del Sagrantino. I vini di Villa Mongalli a Montefalco

Tra le colline umbre che si estendono tra Montefalco e Bevagna  si incontra  una  tenuta circondata dai vigneti. Parliamo di Villa Mongalli, dove in 15 ettari di vigneti trovano dimora in prevalenza le varietà tipiche di questi luoghi:  Sagrantino e  Sangiovese, ma anche Cabernet Sauvignon, Syrah e Merlot, Petit Verdot, utilizzate principalmente per il Rosso di Montefalco. Infine 2 ettari di Trebbiano Spoletino,  varietà bianca della tradizione umbra su cui negli ultimi anni molte aziende di questi luoghi hanno deciso di puntare.

 

In  questi terreni di natura argillosa Pierpaolo Menghini e Natascia Diotallevi lavorano con grande passione ed impegno nei vigneti, posti ad una altitudine media di circa 370 metri s.l.m. con l’obiettivo di ottenere uve perfettamente sane per realizzare vini che fondono insieme territorio e tradizione.

A questo proposito  le barrique stanno gradualmente cedendo il passo alle botti grandi, poiché Pierpaolo e Natascia sono consapevoli che  il vino avrà bisogno di più tempo per  esprimere al massimo le sue potenzialità. Sarà quindi commercializzato con alcuni anni in più di affinamento rispetto al passato.

Abbiamo avuto modo di assaggiare gran parte della loro produzione e condividiamo con piacere  le nostre impressioni con voi.

Profano 2016 (Rosato di Sagrantino):

Un vino realizzato da salasso che rimane solo “10 minuti” sulle bucce  (parole testuali di Pierpaolo) e offre note di frutta bianca, con sentori di pesca e ciliegia in evidenza che anticipano  una beva fresca ben sorretta da un tannino presente ma non invasivo. Un finale sapido con note agrumate, speziate e di mandorla  rende il vino molto accattivante.

Trebbiano Spoletino Calicanto 2016 – 2015

L’assaggio di due annate ci permette di capire l’evoluzione del vino, pur con le dovute differenze. Le note di frutta esotica sono un comune filo conduttore ma nell’annata 2015 i toni fumé  evidenziano una buona evoluzione. La gioventù del primo è evidenziata sopratutto da una nota citrina che sembra dissolversi nell’annata più vecchia. Entrambi i vini però presentano una bella nota minerale.

Rosso di Montefalco Le Grazie 2010

Su terreni sassosi e argillosi nascono le uve che danno vita a questo vino: Sangiovese, Sagrantino, Cabernet Sauvignon, Syrah e Petit Verdot, ognuno con la propria personalità e tutti per conferire un’espressione tipica del territorio. Note di frutta rossa (prugna) e buccia di pesca si accompagnano a profumi vegetali in cui la foglia di pomodoro spicca in modo evidente. A questa  ricchezza di sentori si aggiunge  un tannino  elegante che porta ad un finale in cui si fondono ricordi di cioccolata e spezia dolce.

Montefalco Sagrantino Della Cima 2008 – 2007 – 2006

Per questo vino che viene proposto al pubblico dopo 10 anni di affinamento in botte grande, Pierpaolo e Natascia ci hanno proposto una piccola verticale: in tutte e tre le annate si nota il progressivo affinamento del tannino. L’evoluzione incide in modo evidente sui profumi che virano su note fruttate (corbezzolo e prugna cotta), di china e di alloro per la  2008 e la 2006 ( più fresche) a differenza della 2007 ( più calda) in cui predominano sentori di frutta rossa matura. Il finale denota un carattere speziato (pepe nero) comune a tutte e tre le annate.

Montefalco Sagrantino Pozzo del Curato 2007

Un vino completamente diverso dai precedenti, in cui note di caffè, spezie, rabarbaro, cuoio e cioccolato la fanno da padrone. Un tannino di non immediata lettura porta ad un finale speziato che racchiude una tendenza leggermente amara.

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