Seconda edizione per l’evento l’Lazio Prezioso organizzato da Cucina e Vini presso l’hotel Westin Excelsior a Roma il 4 maggio 2019.
Un grande banco di assaggio per la viticoltura laziale accompagnata da alcune proposte gastronomiche molto interessanti.
Le 23 aziende vinicole presenti hanno rappresentato i diversi territori che contraddistinguono il Lazio, cercando di evidenziare le diverse tipicità di cui esso si compone.
Conferme, scoperte e delusioni si sono susseguite durante i nostri assaggi. Ciò ha stimolato il nostro interesse ad alcuni approfondimenti che faremo, in seguito, presso le aziende che ci hanno particolarmente convinto.
A tale proposito vi proponiamo alcuni dei nostri migliori assaggi:
Frascati Superiore DOCG PRIMO 2016 – Merumalia (Malvasia del Lazio – Greco – Bombino)
Un’azienda biologica di 11 ettari, con vigne localizzate su un terreno vulcanico in prossimità di Frascati, ci mostrano diverse sfaccettature dei vini di questa DOCG e di altre tipologie. Una menzione la merita 8NESE dal vitigno Ottonese (Bombino) in purezza e appena 4 mesi di acciaio prima di affinare in bottignia per 3 mesi.
Ma parliamo del Frascati Superiore PRIMO che sa esprimere appieno la tipicità di questa DOCG. Su note fruttate con pesca e pera in evidenza, mette in bella mostra sapidità e freschezza, per poi terminare con un finale di mandorla molto piacevole.
Romanico 2014 – Coletti Conti (Cesanese Del Piglio)
Difficile non menzionare i vini di questa azienda se presenti, il Romanico si mostra in splendida forma, ricco ed elegante allo stesso tempo, introdotto all’assaggio da profumi di sottobosco, spezia e fumé. indimenticabile il finale, lunghissimo di pepe nero.
Fiorano Rosso 2013 – Tenuta di Fiorano (Cabernet Sauvignon – Merlot)
I vini del Principe Alessandro Boncompagni Ludovisi non ci tradiscono mai. Rimanere strettamente legato alla storia dell’azienda (e alla memoria dello zio Alberico) gli permette di ottenere sempre ottimi vini, che con il passare del tempo sanno esprimersi al meglio.
Il Fiorano Rosso da poco imbottigliato sa da subito far intuire le sue grandi potenzialità con ricordi di frutti rossi, note fumé ed erbacee che anticipano un assaggio dove freschezza e sapidità si accompagnano ad un tannino vivace. Bella la nota speziata che è degna chiusura per questo vino.
Vepre 2014 – Vigne del Patrimonio (Cabernet Franc )
Ubicata ad Ischia di Castro Farnese, in provincia di Viterbo, questa azienda ci propone un Cabernet Franc in purezza di tutto rispetto. Profumi di peperone, pepe e humus si accompagnano a toni di frutti rossi e sottobosco. Fresco con un tannino evidente ma mai sgraziato che anticipa un finale di mandorla accattivante.
Frascati Superiore Docg 2018 – Pietra Porzia (Trebbiano, Malvasia del Lazio, Bombino, Greco e Malvasia di Candia). Bella espressione di una denominazione che in questi anni sta cercando faticosamente di ritrovare qualità e reputazione dopo un lungo periodo buio. Bei toni fruttati (pera e agrumi) e di erbe aromatiche al naso, sorso deciso, secco, salino, contraddistinto da una grintosa acidità forse derivata dalla presenza nel blend di una cospicua percentuale di Greco. Buona persistenza su note di mandorla. Ottimo, in una veste meno complessa, anche il Frascati Doc Regillo. Solo acciaio, lieviti selezionati e bassissima presenza di solfiti aggiunti.
Calanchi di Vaiano IGP Lazio 2017– Paolo e Noemia D’Amico (Chardonnay 100%). Due ottimi Chardonnay in purezza da questa solida azienda della Tuscia viterbese. Il Falesia, invecchiato in legno piccolo per dieci mesi, è molto buono, ma noi gli preferiamo questo, affinato solo in acciaio e vetro, che prende il nome dai “Calanchi” vulcanici dell’alta Valle del Tevere, a 450 metri s.l.m. Profumi floreali e di frutta gialla (albicocca), spezie delicate (pepe bianco) e frutta secca. In bocca è ampio, fresco e grintoso, di grande eleganza, scorrevole, dall’ottima chiusura minerale. Un piccolo Chablis.
Pantaleone Rosso IGP Lazio 2018 – Muscari Tomajoli (Petit Verdot 100%). Piccole aziende crescono, vien da dire. Questa ottima realtà attiva da qualche anno in un’area poco nota come quella di Tarquinia, nella Maremma laziale, produce un buon Vermentino e questo rosso dal meno noto dei vitigni bordolesi, già sperimentato con buoni risultati in regione da altri produttori. Il risultato è un vino agile, gastronomico ma di struttura non indifferente, che odora di frutti scuri (mora e prugna), cacao, macchia mediterranea. Palato succoso e speziato, polposo, ancora giovane ma di bella prospettiva, con un tannino estratto giudiziosamente e un finale sapido.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia