La casa vinicola Balgera è una delle cantine più antiche di tutta la Valtellina. Per trovare le origini dell’azienda bisogna risalire addirittura al diciannovesimo secolo, le testimonianze storiche attestano l’inizio dell’attività nel lontano 1885, quando in Italia regnava ancora Umberto Primo. Pietro Balgera, commerciante di vini con la vicina Svizzera, decise di mettersi in proprio acquistando le proprietà della famiglia Quadrio, tra cui anche la storica Villa nel centro del paese di Chiuro a pochi chilometri da Sondrio: una dimora nobiliare di proprietà dell’omonima famiglia dove visse anche Maurizio Quadrio (patriota e luogotenente di Giuseppe Mazzini all’epoca dell’unità d’Italia). È con Paolo Balgera che l’azienda ha assunto a ridosso del 2000 l’impronta moderna che oggi la contraddistingue, grazie all’applicazione delle moderne tecnologie nel campo enologico, interamente votate all’innalzamento della qualità dei vini. La quinta generazione, rappresentata dai fratelli Luca (enologo ed enotecnico) e Matteo (responsabile commerciale e del marketing) già attivi nella società, costituisce fin da ora una garanzia sul futuro dell’azienda in continuità con la propria centenaria tradizione.
Sin da tempi assai remoti la Valtellina è stato un territorio propizio alla viticoltura. La posizione favorevole, con l’esposizione a sud del versante retico, e la protezione dai venti offerta dalle Alpi generano un microclima particolare e pressoché unico che, nel corso dei secoli, ha incentivato gli abitanti di queste zone a coltivare a vigneto gli oltre 40 km che vanno da Ardenno a Tirano. È in questo contesto che si inseriscono le superfici vitate dell’azienda, che ammontano a circa 10 ettari, 6 di proprietà a cui se ne aggiungono altri 4 di conferitori esterni accuratamente scelti e seguiti. I vigneti, tutti impiantati a Chiavennasca (il Nebbiolo della Valtellina), sono dislocati sui terrazzamenti di muretti a secco (le cosiddette “terragne”) a quote comprese tra i 300 ed i 650 metri, su terreni morenici ricchi di minerali come il granito, risultanti dello sfaldamento delle montagne retrostanti nel corso dei secoli. Le lavorazioni in vigna avvengono senza utilizzo di diserbanti e, vista anche la natura particolarmente scoscesa dei terreni, sono interamente manuali e rientrano a pieno titolo in quella che viene definita “agricoltura eroica“.
La casa vinicola Balgera dispone di due cantine: la cantina storica di circa 250 mq, con pavimenti e volta in sasso, utilizzata sin dalle prime generazioni della famiglia per la produzione del vino, e quella moderna, appositamente realizzata per ampliare gli spazi produttivi, di circa 500 mq. I locali dell’azienda, aperti al pubblico e visitabili su prenotazione, sono posti lungo il circuito Strada del Vino della Valtellina, un percorso di oltre 60 km che collega i più importanti produttori di vino della provincia di Sondrio.
Abbiamo avuto l’occasione di assaggiare recentemente alcuni dei vini della Cantina Balgera e, di seguito, vi riportiamo le nostre impressioni:
GLI ASSAGGI
Sforzato di Valtellina Solstizio 2015
Il “Solstizio” è il fiore all’occhiello della Cantina Balgera: nasce nel 2013 come nuova versione dello “Sforzato” e viene prodotto solo nelle annate migliori. Come da tradizione, dopo la vendemmia manuale, le uve (100% Chiavennasca) subiscono un marcato appassimento sui graticci per circa due mesi. La vinificazione inizia verso il Solstizio d’inverno, da cui il nome, successivamente affina 48 mesi in legno grande e 24 mesi in bottiglia. E, come “figlio” della notte più lunga dell’anno, si apre al naso con note di frutta rossa scura (ciliegia, amarena), tabacco scuro, cacao, fiori appassiti (viola) e iodate. Al gusto è imponente, materico, caldo, avvolgente e con un grande equilibrio tra i tannini vellutati che si fondono alla perfezione con la freschezza e con ritorni di frutta rossa in confettura e cacao che disegnano un finale lungo e molto elegante.
Proseguiamo con un trittico di vini provenienti dalla zona della Valgella.
È la sottozona più estesa (circa 140 ettari) e variegata che ha inizio appena superato il comune di Chiuro, con la zona Fracia esposta a ovest, per voi virare verso sud. Chiude con gli ultimi vigneti della zona Quigna, che guardano a est. Il nome deriva da valgel, forma dialettale per indicare i piccoli torrenti che caratterizzano la zona. Rispetto alle altre sottozone, la Valgella si distingue per un livello più contenuto di precipitazioni, una maggiore profondità e varietà dei terreni, anche altimetrica (dai 350 ai 650 metri), che arricchiscono di complessità i diversi microterritori.
Valtellina Superiore Valgella Riserva Pizaméi 2016
Realizzato con le uve provenienti dall’omonima vigna, nel cuore della Valgella, presente già nel 1792: “ in contrada de Spina dove si dice in Pizzamea”. Nel dialetto locale Pizaméi vuol dire piazzato meglio, infatti malgrado sia situata ad oltre 500 metri di altezza, la sua esposizione a pieno Sud garantisce una perfetta maturazione dei grappoli. Il vino (100% Chiavennasca) sosta 12 mesi sulle fecce fini e prosegue la maturazione per altri tre anni in tonneau da 5 ettolitri. Il risultato sta in un calice debordante di sentori eterei (alchermes, china, castagno), di sottobosco e floreali (geranio, rosa) e con note di frutta rossa matura che ne marcano il finale. Il sorso è di grande succosità e gradevolezza, vellutato con una chiusura lunga, persistente, sapida e iodata.
Valtellina Superiore Valgella Riserva “Quigna” 2016
La conca di Quigna (termine che nel dialetto locale indica un luogo umido) è la zona della Valgella solcata da torrenti e dalla mulattiera che sale verso San Gottardo. L’omonima vigna dalla quale proviene questo vino è collocata tra i 430 e i 480 metri di altitudine nel comune di Teglio ed è la più vecchia dell’azienda (con piante di anche 60 anni). La lunga maturazione, tra legno e bottiglia circa 60 mesi, richiede anche una paziente aerazione del calice per apprezzarne appieno le sue potenzialità. Dopo una partenza in sordina (su toni scuri e “chiusi”) il vino si apre con decisi sentori floreali, ematici, tratti balsamici quasi mentolati, seguiti da profumi fruttati (ciliegia, agrume) e sbuffi di pasticceria e di spezia dolce. Il palato si rivela di buona beva con una decisa mineralità, tannini di trama fine, una freschezza “croccante” ed una sapidità ferrosa che rendono gradevolissimo il finale di ritorni agrumati. Nel complesso un vino asciutto e molto territoriale che non teme il passare del tempo, complice anche la grande annata.
Valtellina Superiore Valgella Maferìn 2017
Maferìn era il soprannome del nonno materno di Luca e Matteo Balgera che viene ricordato da questo interessante vino proveniente dalle vigne di Chiavennasca, situate nel comune di Teglio, a quote comprese tra i 350 ed i 400 metri di altitudine. La calda annata ci presenta un calice che denota già una prevalenza di note eteree (lacca, ibisco, fiori secchi) a cui seguono piacevoli note speziate (pepe nero, rosa canina) e di confettura di lampone. Al sorso il Maferìn ci regala agilità, succosità ed una gradevole trama tannica che ci accompagna in un bel finale sapido e fresco che dimostra le capacità della Valtellina di far fronte anche alle estati più torride.
L’azienda: Balgera Vini di Balgera Paolo e C. SAS
Via M. Quadrio, 26 – 23030 Chiuro (SO)
Tel. +39 0342482203
e-mail: info@vinibalgera.it
Dopo aver perso tempo, lavorando su navi e treni, finalmente sono riuscito a giungere sulle rive dell'Oceano del Vino ed a tuffarmi nel mio elemento. Bere, nelle giuste quantità, non è mai tempo perso.
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