Nel nostro mondo spesso siamo costretti ad utilizzare il dono della sintesi. Articoli roboanti, pieni di paroloni e di sofismi generano soltanto una autocelebrazione che tutto fa tranne avvicinare l’avventore comune al vino.
Compito di un buon comunicatore che si rispetti è quello di semplificare, senza cadere in banalità retoriche, prosopopee e facili ovvietà.
Etna significa tante cose. Si erge monumentale come un vecchio signore stanco e sbuffante la cui sagoma intimorisce chiunque, ma non i suoi abitanti che lo soprannominano affettuosamente “a’ Muntagna”. Cartelli stradali avvisano del pericolo di deposito cenere sulla carreggiata, un pericolo decisamente realistico che influenza anche l’agricoltura, senza dimenticare il convitato di pietra derivante dalle continue eruzioni: le frequenti scosse sismiche di natura ed entità variabile con le quali bisogna inevitabilmente convivere.
Se il quadro della situazione sembra decisamente da cardiopalma, lo stesso non si può dire per il paesaggio viticolo. Terra scura, basaltica e coltivazioni ad alberello per sconfiggere calore e venti forti provenienti dal mare. Sembra un continuum eppure vi sono differenze sostanziali tra i quattro versanti vulcanici, sia in termini di terreno che di clima, esposizione e pendenze.
Oggi si sfideranno la parte Est (Milo) e la parte Nord (Passopisciaro) con due grandissime realtà di caratura internazionale, come Barone di Villagrande e Palmento Costanzo.
Per la descrizione particolareggiata delle due aziende dedicheremo un intero pezzo a breve; intanto abbiamo preferito darvi un piccolo antipasto, per preparare le fauci alle portate principali del menù.
Partiamo dal Versante Est: terreni lavici, frammisti a sabbie e argille. Il colore tende al giallo/rossastro ricco anche in ossido di ferro, generato da una enorme caldera e che dona ai vini eleganza, setosità e corpo più esile. Il caldo si fa sempre sentire, ma non è opprimente, grazie a precipitazioni frequenti e correnti fresco-salmastre che creano le condizioni per eccellenti escussioni termiche preservando la sanità delle uve.
BARONE DI VILLAGRANDE opera in questo contesto con terrazzamenti “ad anfiteatro”, da oltre tre secoli. La Famiglia Nicolosi Asmundo vanta tra i suoi parenti uno dei fondatori del Consorzio Etna Doc: il professore Carlo, padre di Marco attuale proprietario. Consulenza enologica di un altro professore illustre, quel Luigi Moio che tanta gloria ha portato all’Irpinia con QUINTODECIMO e i suoi figli Fiano, Greco e Taurasi.
I vini:
ETNA DOC SUPERIORE BIANCO 2017 – quei profumi delicati di certe essenze saponifere a base di lavanda o felce. Corredo nuziale di margherite e mimose candide, agrumi e uva spina. Gusto fresco di lime E cedro con lieve amaricanza finale complice l’annata torrida.
ETNA DOC BIANCO 2015 “CONTRADA VILLAGRANDE” – Carricante 90% proveniente dalla omonima contrada nei pressi di Milo, da vitigni di età compresa tra 30 e 50 anni. 12 mesi di tonneaux di I° e II° passaggio per nuance di susine bianche, maracuja e ananas maturi, completati da macchia mediterranea e cannella. Sorso sapido e intrigante, un valoroso destriero dal grande avvenire.
ETNA DOC ROSATO 2018 – color provenzale da Nerello Mascalese quasi in purezza. Naso fine da pompelmo rosa, glicine viola e petali di zagara. Bocca floreale carica di gelsomini fragranti, fiori di mandorlo e ginestra appassita. Lievemente magro e corto (ma non si poteva chiedere davvero di più).
ETNA DOC ROSSO 2017 – 80% Nerello Mascalese, il resto Cappuccio e Mantellato. Utilizzo ancora di contenitori di castagno per l’affinamento che regalano note mielose unite a frutta rossa carnosa ed emazie. Pecca per tannino un po’ verde che tende ad aggredire al primo impatto. La mineralità è il segno distintivo di questa zona. Etichette curate da Alfredo Guglielmini nel laboratorio Cartura a Catania.
PALMENTO COSTANZO Proseguiamo con il versante Nord dai campi scuri come la pece ed infuocati come le fiamme dell’Apocalisse. L’allevamento preferito per la vite è l’alberello etneo, sicuramente meno stressante rispetto alla classica spalliera idonea in climi più freddi e ventilati. Il sistema utilizzato è l’antichissimo “quinquonce” per dare la giusta esposizione solare a ciascuna pianta. Caratteristica la presenza di “sciara”, ovvero lingua di lava ben visibile, dovuta ad eruzioni risalenti al secolo scorso.
Mimmo e Valeria Costanzo, appassionati vigneron dal 2009, posseggono anche un piccolo appezzamento ancora pre-filosserico di circa un ettaro curato con amore dall’esperto enologo Nicola Centonze.
I vini:
ETNA DOC BIANCO MOFETE 2018 – attacco di rosmarino e salvia, frammista a componenti fenoliche e di buccia di cedro. Bocca piena e densa. La mofeta è l’ultima manifestazione fumosa della lava che si raffredda.
ETNA DOC “BIANCO DI SEI” 2018 – verticale, minerale e teso. Esprime potenza ricca di arancia tarocca, richiamando le sponde francesi di Sancerre.
ETNA DOC ROSSO MOFETE 2016 – questa è decisamente terra di rossi, sia per il clima caldo e soleggiato, sia per il suolo. 80% di Nerello Mascalese versus 20% di Cappuccio. Come quasi tutti i produttori in Sicilia, si preferisce piantare le diverse varietà all’interno della stessa vigna in modo da creare uvaggi già all’atto della vendemmia. Poco legno, l’attenzione si concentra su mirtilli rossi, cassis, violetta e china. Tannino ben integrato e persistente.
ETNA DOC “NERO DI SEI” 2015 – fermentazione in tini troncoconici francesi e botti grandi per 2 anni. Olfatto di amarene e visciole, spezie scure (pepe nero, chiodi di garofano) e balsamicità all’eucalipto finale. Ancora una volta il file rouge è la sruttura, guidata da tannini succosi, fruttati e levigati dono del particolare ageing delle vigne.
Mineralità da un versante, potenza dall’altro. A Voi dunque non resta che l’imbarazzo della scelta.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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