“Chi l’ha dura, la vince”, recita un vecchio adagio. Ma per vincere onestamente bisogna anche avere le “armi” giuste e rispettare le regole. Ecco, allora, che dopo una “battaglia” durata anni, i testardi produttori della zona Terre di Casauria, in provincia di Pescara, stanno finalmente per veder riconosciuti ai loro vini il prestigio e la rinomanza della Docg. La Denominazione Controllata e Garantita rappresenta sulla carta l’apice della piramide qualitativa enologica nel nostro Paese, e dopo la “storica” Colline Teramane (2003) e la più recente Tullum (2019), l’Abruzzo avrebbe cosi la sua terza zona d’eccellenza ufficiale. Il prossimo mercoledì 25 gennaio, alle 16, nel teatro comunale di Alanno (Pescara), si terrà l’assemblea pubblica nella quale tutti i portatori di interesse dovranno presentare le proprie osservazioni.
“Si tratta dello step successivo dopo l’approvazione del comitato scientifico”, ci spiega Concezio Marulli, presidente e portavoce dell’associazione Terre di Casauria, che comprende tutti produttori protagonisti di questa avventura. “Effettuata anche la pubblica audizione, ci sarà la ratifica del comitato vini e di conseguenza il decreto attuativo della Docg Casauria. In altre parole, se tutto andrà bene, auspico che già dalla prossima vendemmia tutti noi produttori potremo rivendicare la nuova fascetta in bottiglia. Il mio ringraziamento, d’obbligo, va a tutti i colleghi che non si sono mai persi d’animo e che in maniera coesa hanno intrapreso questo percorso. Un iter non certo facile, visto che ci sono regole stringenti da rispettare (per avere la docg le aziende devono dotarsi di un disciplinare di produzione più rigido e controllato – ndr) e che abbiamo dovuto dimostrare con fatti e documenti la rinomanza e la qualità dei vini del nostro territorio”.
Qualità che, tecnicamente parlando, è ben nota da tempo agli addetti ai lavori. Sostengo da tempo che il territorio casauriense non sia solo molto bello da visitare (con autentici “gioielli” come il monastero di San Clemente a Casauria), ma sforni puntualmente alcuni dei Montepulciano d’Abruzzo più interessanti, longevi, coinvolgenti dell’intero panorama regionale. Vini che uniscono eleganza a potenza, concentrazione a forza dinamica, e che hanno una capacità di evoluzione nel tempo davvero sorprendente.
Le aziende della sottozona Casauria che potranno sfoderare il bollino di Docg, sono comprese nei comuni di Alanno, Bussi sul Tirino, Bolognano, Brittoli, Castiglione a Casauria, Corvara, Cugnoli, Lettomanoppello, Manoppello, Pescosansonesco, Pietranico, Popoli, Scafa, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Serramonacesca, Tocco da Casauria, Torre de’ Passeri e Turrivalignani. Tutti nel pescarese. L’auspicio, ora, è che questa nuova Docg sia da stimolo per i produttori coinvolti a migliorare ancor di più la qualità dei loro vini, e che si possa creare un indotto economico legato all’enoturismo, capace di riportare ricchezza in una terra bella e piena di risorse.
Abruzzese, ingegnere per mestiere, critico enogastronomico per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri, con cui ancora collabora. Vino, distillati e turismo enogastronomico sono la sua specializzazione. Nel tempo libero (poco) prova a fare il piccolo editore, amministrando una società di portali di news e comunicazione molto seguiti in Abruzzo e a Roma. Ha collaborato per molti anni con guide nazionali del vino, seguendo soprattutto la regione Abruzzo (ma va?), e con testate enogastronomiche cartacee ed online. Organizza eventi e corsi sul vino...più spesso in Abruzzo (si vabbè...lo abbiamo capito!).
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