Go Wine ha aperto l’anno degli appuntamenti a Roma, al Savoy Hotel, con una degustazione dedicata alla viticoltura della Sicilia. Una serata di approfondimento dal taglio monografico, con l’intento di presentare le espressioni di diverse aree della regione, valorizzando tanti vitigni, autoctoni e internazionali. Hanno partecipato all’evento, nelle diverse forme, cantine che rappresentano le differenti zone viticole siciliane.
Le cantine che hanno partecipato all’evento sono le seguenti:
Abbazia di Sant’Anastasia – Castelbuono (Pa)
Assuli – Trapani
Baglio di Pianetto – San Cristina Gela (Pa)
Barone Scammacca del Murgo – Santa Venerina (Ct);
Blundo – Siracusa;
Caruso & Minini – Marsala (Tp);
Castellucci Miano – Valledolmo (Pa);
Cusumano – Partinico (Pa);
Cva Canicattì – Canicattì (Ag);
Donnafugata – Marsala (Tp);
Fausta Mansio – Siracusa
Feudo Ramaddini – Pachino (Sr);
Firriato – Paceco (Tr);
Intorcia – Marsala (Tp)
Leonarda Tardi – Salaparuta (Tp);
Maenza – Camporeale (Pa);
Fausta Mansio – Siracusa;
Minardi – Pantelleria (Tp);
Planeta – Menfi (Ag);
Poggio di Bortolone – Chiaramonte Gulfi (Rg);
Valle dell’Acate – Acate (Rg).
In un ambiente elegante e “friendly”, con un numero non troppo grande di aziende, il pubblico e i professionisti del settore hanno avuto la possibilità di dialogare con i produttori e di assaporare i vini di diverse denominazioni provenienti dai differenti territori dell’isola.
Di seguito la descrizione di alcune delle Aziende intervistate e dei loro vini degustati.
Abbazia di Santa Anastasia, Castelbuono (Pa)
Oltre 65 gli ettari vitati dell’Abbazia, che si estendono tutti in Contrada Santa Anastasia, ad un’altitudine compresa fra i 200 e i 500 metri s.l.m. In quest’area il suolo è composto prevalentemente da argilla. I vitigni coltivati comprendono uve autoctone come il Catarratto e i grandi vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon e il Syrah. La brezza portata dal Mediterraneo e le tecniche biologiche e biodinamiche utilizzate influenzano fortemente la qualità dei vini di Abbazia Santa Anastasia.
Syrah DOC Sicilia Rosso “Sens(i)nverso” 2016 – Abbazia di Santa Anastasia. Uvaggio: Syrah 100%. Vino da agricoltura biologica affinato 2 anni in botte grande e 1 in bottiglia. Al naso ha sentori di frutta rossa matura (lampone, ciliegia) e spezie (anice stellato, pepe, cannella) con note balsamiche e boisè. Nel palato rivela una struttura importante ma dal sorso vellutato, con tannini dolci e rotondi; il finale è intenso, persistente, con ritorni di frutta rossa.
Assuli, Mazara del Vallo (Tp)
I vigneti dell’azienda Assuli si trovano nel cuore della Sicilia occidentale, tra Mazara del Vallo e Trapani, ad un’altitudine fra i 100 e 600 metri s.l.m. con un clima mite e ventilato; circa 130 ettari, impiantati soprattutto con vitigni autoctoni – Nero d’Avola, Zibibbo, Insolia, Lucido, Grillo, Perricone – ma anche con vitigni internazionali come il Syrah.
Grillo DOC Sicilia “Fiordiligi” 2021 – Assuli. Uvaggio: 100% Grillo. Il vino affina in acciaio e bottiglia per almeno 8 mesi. Al naso denota profumi floreali (sambuco) e freschi di frutta bianca (pesca, cedro), con note gessose e minerali. In bocca è fresco, scorrevole, con note di frutta tropicale; il sorso salino e minerale; il finale è lungo e armonico.
CVA Canicattì, Canicattì (Ct)
CVA Canicattì è una cooperativa che nasce nel 1969 ed è oggi costituita da circa 300 viticoltori. I vigneti di CVA Canicattì si estendono in un territorio vastissimo all’interno della provincia di Agrigento e lambisce i territori delle province di Palermo e Caltanissetta, con una forte differenziazione di microclimi e composizione dei suoli. Vengono coltivati soprattutto i vitigni autoctoni della tradizione, come il Nero d’Avola, il Grillo e il Catarratto.
IGP Terre Siciliane Rosso “Menamàra” 2019 – CVA Canicattì. Uvaggio: blend di uve autoctone siciliane. Le uve subiscono un leggero appassimento sulla pianta. Il vino affina in cemento e bottiglia per almeno 8 mesi. L’olfatto evidenzia intensi sentori di frutta rossa matura (prugna, ciliegia) e candita, seguiti da note di spezie scure. Il sorso è morbido e vellutato, seducente, con ritorni di frutta matura (marasca, mora); il finale è sapido e gustoso, supportato da un ottimo bilanciamento tra frutto, acidità e tannino.
Emanuele Scammacca del Murgo – Murgo, Santa Venerina (CT)
La Tenuta aziendale di San Michele è situata a 500 metri s.l.m. in un quadro panoramico, dominato dall’Etna e dal mare Jonio, dal particolare terroir, fortemente influenzato dalle escursioni termiche e dalla mineralità dei terreni vulcanici. I vigneti hanno una estensione di 25 ettari e sono per la maggior parte dedicati alla produzione del vino Etna Doc.
DOC Etna Rosso “Tenuta San Michele” 2017 – Cantina Murgo. Uvaggio: Nerello Mascalese 90 %, Nerello Cappuccio 10 %. Il vino è affinato per almeno 18 mesi in barriques e acciaio. Al naso rivela un bouquet floreale (viola), di frutti rossi (lampone), bacche rosse, spezie (chiodi di garofano) e tabacco.; Al gusto mostra una beva agile, con tannino ed acidità in equilibrio e ottima bevibilità; chiude con ricordi di frutti di bosco (mora), note tostate e pepe.
Fausta Mansio, Siracusa
l’Azienda Fausta Mansio (il nome deriva dal latino “casa fortunata”) si trova nella Val d’Anapo nel siracusano. I terreni, circa 15 ettari di cui 8 impiantati a vigneto, giacciono a circa 50 metri sul livello del mare, le coltivazioni sono biologiche. La zona collinare, a fondo argilloso, è esposta a brezze marine che contribuiscono a conferire ai grappoli quella particolare nota salina che si ritrova nei vini.
IGP Terre Siciliane Rosso “Carancino” 2017 –Fausta Mansio. Uvaggio: Nero d’Avola 95%, Cabernet Sauvignon 5%. Il vino al naso è espressivo, accattivante, con note di fiori rossi, frutta fresca (ciliegia, prugna), bacche e spezie scure. Molto piacevole al gusto, con ricordi di frutti rossi selvatici (prugnolo), è saporito, sugoso, i tannini morbidi e setosi. Il risultato è un vino con un’ottima beva.
Planeta, Menfi (AG)
Planeta è una delle aziende più grandi della Sicilia e le sue proprietà si estendono in varie aree dell’isola, dall’estrema punta nordorientale di Capo Milazzo all’Etna, a Vittoria, a Noto e a Menfi (da dove ha avuto inizio l’attività aziendale). I vigneti di Menfi (da dove proviene il vino Terebinto) si estendono per oltre 250 ettari, dal mare alla collina, su fino a un’altitudine di 400 metri. I terreni della vallata sono profondi con uno scheletro abbondante costituito da ciottoli, mentre quelli più in alto sono calcarei e argillosi. Vi vengono coltivate uve autoctone e internazionali..
DOC Menfi “Terebinto” 2021 – Planeta. Uvaggio: Grillo 100%. Il Terebinto è un arbusto dalle fronde lucenti, da sempre legato alla Sicilia e al paesaggio Mediterraneo. Il vino è affinato per 4 mesi in solo acciaio. All’olfatto emergono profumi di frutta bianca fresca (melone, nespole, agrume) ed erbe aromatiche; al gusto è sapido, saporito, con ritorni di frutta bianca che, uniti a buona acidità, lo rendono equilibrato e molto scorrevole nel palato.
Poggio Bortolone, Chiaramonte Gulfi (RG)
La tenuta Poggio di Bortolone si trova nel Sud-Est siciliano, nel comune di Chiaramonte Gulfi, nella zona collinare che fa da transizione tra i Monti Iblei e la piana di Gela. I vigneti hanno una estensione di oltre 60 ettari, disposti su un terreno sabbioso, rosso, ricco di scheletro, esposto a sud-ovest a 260 metri s.l.m. in un’area caratterizzata da grande biodiversità, che oltre ai filari di viti comprende piante di ulivo e una rigogliosa macchia mediterranea.
Frappato DOC Vittoria 2019 – Poggio Bortolone. Uvaggio: 100% Frappato. Il vino affina in acciaio e bottiglia. Al naso frutta fresca molto dolce (arancia sanguinella, mirtilli, more, lamponi), note fumé e spezie scure. Nel palato si caratterizza per un fondo dolce-amaro di piccoli frutti di bosco e bacche; i tannini discreti e setosi e una misurata acidità inducono una beva agile e fresca, con un finale lungo e succoso.
Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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