La Sardegna enoica vive un momento di grande fermento grazie soprattutto ad una nuova schiera di giovani produttori che si stanno mettendo in gioco e che speriamo possano contribuire significativamente a far conoscere in Italia e nel mondo il vino sardo. Abbiamo recentemente parlato di Mamoiada. Stavolta ci spostiamo in Ogliastra, una delle altre zone dell’Isola vocate per il Cannonau. Siamo a Baunei, vicino a Santa Maria Navarrese, nella costa orientale sarda.
Roberto Pusole, laurea magistrale in viticoltura ed enologia conseguita in Piemonte, ci accompagna nella visita alla sua azienda, trasmettendoci tutta la passione per il suo lavoro.
Roberto segue le vigne in maniera quasi maniacale perchè, nonostante la sua formazione, ritiene che la vigna conti per il 99% nella produzione di un vino di qualità.
Ed i vini che ne derivano esprimono tutto il carattere del territorio e di Roberto.
Il Karamare 2017: deriva da uva Cannonau Bianco (vitigno autoctono frutto di un incrocio di semi di Cannonau con una varietà di uva da tavola chiamata Galoppo), fa macerazione, e mette in evidenza sapidità e materia, mantenendo un profilo minerale e salmastro. Bellissimo il lungo allungo fumé. Di grande personalità.
il Pusole Bianco 2017 è un Vermentino che coniuga mineralità e sapidità, struttura ed eleganza, e lascia una piacevolissima scia salina.
Il Rosé di Pusole 2017 è veramente un grande rosato (prevalentemente da uva Cannonau), che mostra tutto il carattere che possono avere i rosati sardi se interpretati nella maniera corretta. Mineralità, materia e succosità e poi un lungo finale speziato.
L’Ogliastra Rosso Saccarè 2017 (ottenuto da Cannonau) presenta un sorso scorrevole ed una piacevole nota agrumata, che si aggiunge a quelle speziate e fruttate tipiche del Cannonau.
L’Ogliastra Rosso Saccarè 2016 deve ancora assorbire interamente il passaggio in legno anche se mette in evidenza materia e lunghezza gustativa.