Il Collio, zona viticola conosciuta per la sua varietà di vini bianchi di spessore, collocata fra le Alpi Giulie ed il Mare Adriatico, usufruisce di un microclima unico per ventilazione ed escursione termica, che si integra perfettamente con la “ponca”, il terreno costituito da marne di origine eocenica che ne caratterizza la viticoltura.
Il vino è uno degli elementi che valorizzano il territorio, senza però mai stravolgerlo, ed è solo da alcuni anni che questo sistema agroalimentare, così vocato ma allo stesso tempo chiuso al mondo esterno, ha deciso con l’aiuto delle istituzioni, ma soprattutto con lo sforzo del suo tessuto produttivo, di aprirsi e di condividere tutti gli aspetti che lo compongono.
In questo contesto il settore vitivinicolo deve fare la sua parte, valorizzando in primis i vitigni, che da sempre ne hanno fatto la storia, la Ribolla Gialla, il Friulano e il Picolit, ma anche quell’universo di vitigni internazionali che sono pian piano sono diventati parte integrante di questo territorio.
E l’emblema utilizzato per comunicare la rinascita del sistema vinicolo del Collio è il Collio Bianco, frutto dell’assemblaggio di diversi vitigni a bacca bianca, che spaziano dalle tipiche varietà autoctone a quelle internazionali.
E proprio su questo vino si è incentrata una delle Masterclass che il Consorzio Collio ha organizzato per festeggiare la ricorrenza.
Abbiamo assaggiato 5 vini di 5 annate differenti di 5 produttori diversi a rappresentanza, per chi ha organizzato questa degustazione, della miglior espressione dell’annata per questo vino.
Essi sono:
Collio Bianco Vecchie Vigne DOC Collio 2018 – Roncùs
(Malvasia Istriana, Tocai Friulano, Ribolla Gialla)
Collio Bianco Stare Brajde DOC Collio 2017 – Muzic
(Friulano, Malvasia istriana, Ribolla Gialla)
Collio Bianco Studio di Bianco DOC Collio 2016 – Vini Pascolo
(Friulano, Riesling Renano, Sauvignon)
Collio Bianco Bratinis DOC Collio 2015 – Gradis’ciutta
(Chardonnay, Ribolla Gialla e Sauvignon)
Collio Bianco Klin DOC Collio 2013 – Primosic
(Sauvignon Blanc, Friulano, Chardonnay, Ribolla Gialla)
I diversi vini assaggiati ci hanno condotto alla riflessione che lo stile di ogni singolo produttore e i vitigni utilizzati nell’assemblaggio fanno la differenza.
Infatti se il Vecchie Vigne 2018 di Roncùs pur mostrandoci la sua forza e freschezza, non è ancora in grado di esprimersi al meglio, lo Stare Brajde 2017 di Muzic appare in piena forma con straordinaria acidità e ottima sapidità ed un frutto integro nelle sensazioni olfattive.
Lo Studio di Bianco 2016 di Pascolo sembra quasi rivaleggiare con il vino precedente per freschezza e sapidità, mostrando note fumé molto intriganti che derivano da una percentuale di Riesling Renano non presente nel vino precedente.
Ma è con il Collio Bianco 2015 di Gradis’ciutta che si sale sulla vetta. Gli anni di affinamento in bottiglia, i vitigni da cui è composto, danno vita ad un vino spettacolare, ancora ricco di freschezza e sapidità, caratterizzato da una nota di idrocarburo che francamente non ci aspettavamo, ma che ne diventa l’elemento più intrigante del sorso.
Si termina con il Klin 2013 di Primosic. In questo caso abbiamo l’aggiunta del Friulano a Chardonnay, Ribolla Gialla e Sauvignon del vino precedente. Pur mantenendo una buona freschezza di base, il Klin mette in evidenza evidenti note ossidative.
Terminiamo il nostro tour con la premiazione dei vincitori del premio Collio giunto alla 17* edizione e dedicato al Conte Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein, primo Presidente del Consorzio Tutela Vini Collio
Riteniamo giusto citare un vincitore in particolare, Antonella Fontanel che nella tesi della laurea triennale dal titolo “Selezione di lieviti enologici per fermentazioni a basso impatto energetico” dell’Università degli studi di Udine dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali, ha presentato uno studio che pur non essendo ancora disponibile al pubblico, per ragioni di marketing, ci ha fatto venir voglia di saperne di più, in quanto prende in considerazione lieviti che sono in grado di svolgere appieno la loro funzione anche a temperature maggiori di quelle attuali.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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