Data 1406, luogo Montopoli in Val d’Arno (PI) al confine tra le province di Pisa, Empoli, Lucca e Livorno con uno sguardo proiettato verso Firenze, capitale del Rinascimento italiano.
Fattoria Varramista esiste già da 8 secoli, tra alterne vicende dinastiche, momenti felici ed altri meno.
Cosa sappiamo, oggi, dei suoi quasi 400 ettari – in origine oltre 1200 – quale personale omaggio della Repubblica del Giglio a Gino Capponi per aver vinto la battaglia contro le milizie pisane?
Fattoria Varramista è sempre rimasta un passo indietro nella volontà di comunicazione col mondo esterno. Si è optato, per decisione delle famiglie Piaggio ed Agnelli, per un selezionato pubblico di estimatori, con il risultato evidente di poca conoscenza mediatica del suo potenziale.
Al di là di una magnifica villa seicentesca e del suo giardino, che ha accolto numerosi imprenditori ed intellettuali (tra cui Alessandro Manzoni), la nostra attenzione si pone sulla cantina e sui vini proposti, curiosi come non mai di scoprire la ragione di coltivare Syrah piuttosto che il sempiterno Sangiovese.
L’idea nasce negli anni ’90, dal compianto Giovanni Alberto Agnelli – per tutti “Giovannino” – grazie all’aiuto dell’enologo Federico Staderini che all’epoca aveva compiuto il suo percorso a Bolgheri dai Frescobaldi di Ornellaia.
Nove gli ettari vitati, altri tre in Maremma, precisamente a Capalbio da Agricola del Marruchetone, vecchio podere di Antonella Bechi Piaggio destinato alla produzione di olio extravergine di oliva.
Dal 1994 Fattoria Varramista vede un cambio radicale di immagine con i nuovi imbottigliamenti, fino a giungere alle attuali 5 etichette in commercio.
Strano a dire, pur trattandosi di una zona incuneata tra due vallate parallele create dal fiume Arno, ma qui non si soffre particolarmente il cambiamento climatico.
Lo si deve ad un poggio che si erge in direzione del Mar Tirreno e tiene al riparo le vigne dalle correnti caldo-umide.
Lo si deve, altresì, alla conformazione dei terreni di medio impasto, tra limo, argille e sabbie marine plioceniche con piccoli inserti fossili.
Infine il saggio lavoro nei campi con vendemmie scalari, rese bassissime e tecniche di appassimento uve in pianta sui tralci tagliati, per garantire perfette maturazioni nel caso di ormai rare annate fredde.
Sono soltanto alcune delle scelte di Federico Staderini e del suo staff, che proseguono in cantina con l’uso di botti aperte in fase fermentativa, vinificazioni separate e sosta in locali sotterranei in perfette condizioni di temperatura ed umidità.
Dal 2001 entra nella compagine l’enologa Francesca Frediani inizialmente in cantina grazie all’allora Amministratore Delegato. Francesca sente il peso del ruolo, ma lo converte in un qualcosa di intimo, inscindibile dalle vicende dei vari attori in gioco.
I vini e le attività di promozione diventano un suo scopo di vita, immedesimandosi nelle scelte commerciali con la logica del buon padre (anzi madre) di famiglia.
Non sarà tutto perfetto, ma l’impegno, la competenza e la generosità profuse da Francesca nello svolgere al meglio il proprio compito fanno ben sperare per il futuro.
Quest’oggi abbiamo la possibilità di analizzare due prodotti celebri di Fattoria Varramista: uno di essi era presente anche alla recente edizione 2022 dell’evento Life of Wine, come narrato in precedenti articoli.
Frasca e Varramista si presentano al nostro giudizio, testimoni di una storia dal lungo passato e dal presente concreto.
Ho preferito esprimere un punteggio in centesimi esclusivamente per semplificare la comprensione del lettore, senza ulteriori giudizi di merito.
Terre di Pisa Rosso “Frasca” – inizialmente nato come blend di Sangiovese, Syrah e Merlot, si avvia ormai verso un’equa ripartizione delle ultime due varietà. Prima etichetta del 1997 voluta come secondo vino ricavato dalle uve non scelte per il cru Varramista.
Nella 2020 abbiamo ancora un ricordo mellifluo da vaniglia ed erbe officinali. Molto saporito ed elegante, ha tempo davanti per esprimersi con stoffa. 90/100.
La 2019 resta il migliore dei tre campioni. Avvolgente, dai tannini integrati e salini, palpita tra agrumi rossi e succo di mora. 92/100.
Sottile la 2018 inchiodata su note di elicriso ed incenso, con sfondi vegetali forniti dal Merlot non a totale maturazione. Da una stagione in chiaroscuro non ci si può aspettare oltre gli 87/100.
Igt Toscana “Varramista” – dal 2003 diviene Syrah in purezza, rinunciando alla compagnia (a volte ingombrante) del Sangiovese. Sei versioni completamente differenti l’una dall’altra, ove le condizioni di vendemmia ed il terroir hanno influito in maniera marcante.
Il vino, per fortuna, non è adatto per essere replicato in fotocopia. La bellezza di un liquido fatto di umore e luce, come definiva lo scienziato Galileo Galilei, sta nelle sfumature complesse nascoste tra gli angoli del tempo e dell’umana abilità.
Una 2019 anche qui scattante, con i tipici riverberi erbacei del Syrah in fase giovanile. Chiodi di garofano e ribes nero in chiusura. Verrà fuori alla distanza come uno splendido destriero. 91/100
Dubitativa la 2016, meglio performante in altre zone, qua soffre probabilmente alcune frescure climatiche di troppo. Buona e integra, richiede ulteriore sosta in vetro per apprezzarla. 91/100
Appetitosa la 2015 dalla struttura glicerica vellutata e da nuance di pepe nero in grani e visciole mature. 93/100
Con la 2005 si sale di categoria, fresca e serbevole, dai richiami di torrefazione, amarene sotto spirito e iodio marino. 94/100
Commovente la 2003 reputata da tutti lo spartiacque verso le stagioni di caldo torrido vissute negli anni recenti. Perfetta maturazione del frutto, unito a sbuffi balsamici e minerali. Rallegra il sorso senza stancare. 96/100
Viale del tramonto per la 2002 considerata anch’essa “impegnativa”, per ragioni opposte alla precedente. Qui era ancora presente all’80% il Sangiovese, facilmente riconoscibile. Scorza di agrumi, note eteree in rapida svolta. 85/100
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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