È sempre più frequente sentire di progetti che ripartono dalla terra, di ritorni ai luoghi di origine, gli stessi luoghi che un tempo sono stati messi da parte, abbandonati in favore di scelte più al passo con la modernità. Le famiglie riscoprono dei legami antichi con la campagna e così la coltura della vite diventa cultura e quindi arte ed artigianalità.
È la storia della famiglia Bagnoli proprietaria della Fattoria La Leccia a Montespertoli nella Val di Botte tra le colline del Chianti Fiorentino che ha ospitato il 16 Ottobre l’evento dal tema: arte di fare Vino, arte di fare Dessert, arte di fare Arte.
Risale agli anni Settanta l’acquisto di Fattoria La Leccia da parte dei tre fratelli Bagnoli, Renzo, Sergio e Loriano, titolari del gruppo Sammontana. Ma quello che contraddistingue la gestione di questa azienda è la componente femminile della famiglia Bagnoli.
Sono 3 donne: Paola è stata la prima ad aver creduto nel progetto di rinascita dell’azienda e si occupa in prima persona della parte agricola e di cantina supportata dall’enologo Gabriele Gadenz; Sibilla e Angelica si occupano rispettivamente della comunicazione e della parte amministrativa e artistica.
Uno dei valori su cui si basa il progetto di rinnovamento aziendale è proprio il saper fare che si traduce in pensiero artistico incontrando non solo il vino, opera sapiente dell’uomo, ma anche l’arte culinaria, in particolare del gelato proponendo in occasione dell’evento due specialità: fior di latte, melograno e riduzione di Il Leccino, il loro Chianti Sangiovese, ed un altro gusto più tradizionale al Vin Santo e Cantucci .
E così l’arte mette in relazione diversi piani sensoriali e stimola la percezione diventando quindi un valore aggiunto.
Questo concetto si trova espresso nella sua totalità visitando l’Atelier di Marco Bagnoli, padre di Sibilla ed Angelica, uno spazio multifunzionale che lui stesso ha concepito con un preciso pensiero artistico. L’unione estetica e artistica è una ricerca che l’azienda cura in ogni aspetto, a partire dalle etichette, attraverso i versi di poesie ed immagini simboliche che raccontano l’emozione dei vini di Fattoria La Leccia.
Durante l’evento uno spazio di presentazione è stato dedicato ad un nuovo prodotto, Rubedo, spumante metodo classico Rosé, millesimato 2016 Sangiovese Pas Dosé che svolge una sosta sui lieviti di 36 mesi.
Merita un assaggio anche il loro Cantagrillo, un Trebbiano in purezza vinificato con parziale macerazione sulle bucce e parte della fermentazione avviene in fusti di legno di varia misura (100 e 225 litri), la restante metà rimane in acciaio inox e completa la maturazione sulle fecce fini per 6 mesi.
Il Leccino invece è l’espressione più autentica e tipica del territorio del Chianti, un Sangiovese in purezza maturato in botti di rovere francese e di slavonia da 30 ettolitri per circa 18 mesi.
Completa la gamma il Vin Santo del Chianti 2000 Sua Santità, blend di Trebbiano Toscano e Malvasia del Chianti, un vino antico le cui uve sono sottoposte a lungo appassimento ottenuto ancora con la tecnica degli “appassitoi a fili” invecchiamento in caratelli per almeno 15 anni nella vinsantaia. Al naso è ricco negli aromi di frutta secca, albicocca, fichi caramellati, miele e sentori di fiori appassiti. In bocca è sontuoso ed avvolgente, con un finale lungo e setoso, accompagnato dall’acidità ben integrata con la componente zuccherina dolce e morbida.