Il Carricante è il vitigno a bacca bianca maggiormente coltivato sull’Etna ed è un’uva che ultimamente ha guadagnato e raggiunto sempre più importanza. Basti pensare che le quotazioni massime raggiunte sono state di € 2,00 al chiolgrammo, il che si traduce in una richiesta sempre maggiore. Le sue origini sono antichissime e trova (allo stato attuale) il suo areale di maggiore espressività nella zona etnea. Il suo nome deriva dal fatto che nelle annate più idonee la pianta riesce a caricarsi (per l’appunto), dando ingenti quantitativi di uva. È utilizzato principalmente per la produzione dell’Etna Bianco D. O. C.. La sua caratteristica principale è quella di dare vini con una buona verticalità e con una spalla acida che potrebbe essere il lasciapassare per una buona longevità. Trova alcune affinità con il Riesling, tramite una molecola che hanno in comune il Tdn 1,1,6-Trimetil-1,2-Didronaftalene, che conferisce al vino Carricante, se opportunamente vinificato e invecchiato, note complesse, e caratteri aromatici tipici molto interessanti, riconducibile all’aroma di Riesling invecchiato. Nonostante tutto, in merito alla spumantistica etnea, pur avendo tutte le carte in regola per essere spumantizzato, tramite la notevole acidità che ha come vitigno, il Carricante non ha un grandissimo impiego.
Questo è stato argomento della conferenza svoltasi alla 41^ VINIMILO. Proprio per capire quali possano essere le prospettive future. A tal proposito è giusto precisare che l’ultima modifica al Disciplinare dell’Etna D. O. C. Spumante prevede l’uso di Nerello Mascalese per un 80% (prima era il 60%), come a voler dire che è il Nerello Mascalese, il vitigno più rappresentativo per gli spumanti etnei, almeno da quanto stabilito dal Consorzio Etna D. O. C.. Poche sono le cantine etnee che spumantizzano il Carricante (e che viene classificato come I. G. T. Terre Siciliane), probabilmente il fatto che non sia inserito nel disciplinare ed avere la menzione di Denominazione di Origine Controllata, frena le aziende a spumantizzare il Carricante. Ma sulla prossima modifica del Disciplinare dell’Etna D. O. C., non è escluso che si possa fare questo passo, come detto da Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio Etna D. O. C.. Vero è che necessita dei tempi tecnici – burocratici, poiché l’introduzione di un nuovo prodotto in un disciplinare di una D. O. C., richiede non meno di un arco temporale di circa due anni, in cui entrano in gioco non solo il Consorzio, ma Regione, Stato e Comunità Europea.
Salvo Foti ha detto che hanno grande importanza “tre coordinate” (versante, altitudine e caratteristiche del suolo), al fine di avere un’uva Carricante che possa avere le giuste caratteristiche per essere spumantizzata. Come il pensare che raccogliere l’uva “immatura”, possa bastare per fare uno spumante è un grosso errore, perchè bisogna avere una “completezza” del vitigno, per le sue caratteristiche e potenzialità. Non bisogna stravolgere le caratteristiche e/o forzare il percorso naturale, ponendo grande rispetto per la materia prima, che in questo caso è l’uva Carricante, tende a sottolineare Salvo Foti. Per l’appunto il profilo analitico del Carricante si presta per fare una base spumante.
Che siano poche aziende a produrre spumanti utilizzando il Carricante, pone per certi versi dei limiti, ma allo stesso tempo fa capire di come ci siano ampi margini di crescita, per ottenere dei buoni spumanti. La competitività e l’effetto domino per trovare le giuste tecniche per spumantizzare il Carricante, potrebbe essere la chiave di volta che possibilmente potrà essere data se verrà fatta una futura modifica al disciplinare dell’Etna D. O. C., al fine che un po’ tutte le cantine che già producono Etna D. O. C. Spumante, abbiano il giusto input per iniziare una nuova avventura, che possa dare buoni risultati.
Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.
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