Siamo in Emilia, sui colli di Parma, patria dei rossi frizzanti, Barbera, Bonarda e soprattutto Lambrusco; in un’area che, nonostante la sua vocazione per la viticoltura, per decenni è stata confinata alla coltivazione di cereali. Le lievi colline con terreni marnosi ricchi di calcare e argilla e con buona dotazione di minerali unite alle escursioni termiche garantite dalle correnti fredde provenienti dal passo della Cisa, garantiscono le condizioni ideali per la coltivazione della vite.
Monte delle Vigne, così com’è oggi, è la sintesi dell’unione di due storie parallele. Nel 1963 Pietro Pizzarotti acquisisce un podere di cento ettari nel quale si dedica all’allevamento dei bovini con la speranza di riportare la coltivazione della vite in quei terreni così vocati. Una ventina di anni dopo, su un terreno limitrofo, nasce l’azienda Monte delle Vigne. Inizialmente 7 ettari di vigneto, uve locali e una piccola cantina.
Il progetto di Pietro viene realizzato dal figlio Paolo che solo diciannovenne eredita la tenuta per la morte prematura del padre. Nel 2004 entra in contatto con Monte delle Vigne e ne diviene socio di maggioranza. Nuova linfa vitale per l’azienda, nuovi vigneti, nuove varietà e, nel 2006, una nuova cantina. La sostenibilità come filosofia di base aziendale: biologico certificato dal 2021, impianto fotovoltaico, recupero delle acque piovane per l’irrigazione, biodiversità e riciclo dei materiali.
Il Nabucco è un vino che rompe gli schemi del territorio. Barbera e Merlot per un vino fermo che matura in legno per un anno. La percentuale del Merlot che inizialmente si aggirava tra il 35 e il 40% è andata via via riducendosi fino ad arrivare, nell’annata 2018, al solo 10%.
Vinificato per la prima volta nel 1992, quest’anno compie 30 anni di storia, una storia che è stata celebrata con una verticale.
Abbiamo assaggiato:
IGT Emilia Nabucco 2018
Rosso rubino di ottima vivacità, apre con un sentore di frutta rossa matura, lampone, e un accenno di spezie. In bocca esprime la sua gioventù con un’ottima freschezza. Buona la persistenza. Si sviluppa morbido, con tannino sottile e note finali di cioccolato e caffè.
IGT Emilia Nabucco 2015
Il colore rosso rubino inizia a virare verso accenni granato confermati anche al naso, di maggiore evoluzione. La frutta matura ha lasciato il posto a quella in confettura a cui si aggiungono, in quantità maggiore, note di spezie. Un naso riservato che in bocca mantiene una buona carica di freschezza e un tannino delicato e morbido. L’annata calda si percepisce in questo vino da uve Barbera per il 70% e Merlot per il 30% e maturazione solo in barrique.
IGT Emilia Nabucco 2011
Un’annata perfetta dal punto di vista climatico con una significativa concentrazione del frutto.
All’olfatto emergono note di cioccolato e spezie scure, frutta in confettura e sotto spirito. Al palato si nota una maggiore integrazione tra le componenti a tutto vantaggio dell’equilibrio guidato da verticalità e, al tempo stesso, morbidezza che lo rendono un vino dalla grande godibilità.
IGT Emilia Nabucco 2005
L’annata coincide con l’inaugurazione della nuova cantina che ha consentito di lavorare per gravità e con temperatura controllata. Barrique nuove e proporzione 70% Barbera, 30% Merlot.
Note di evoluzione, accenni terziari e terrosi contraddistinguono il naso. Pieno in bocca; una nota ancora giovanile caratterizza il palato nonostante sia percepibile il trascorrere del tempo.
IGT Emilia Nabucco 1998
Il rubino lascia il posto al granato per un vino che mostra assonanza con l’annata 2011. I profumi sono ancora golosi e in bocca la buona acidità e il tannino lo rendono ancora dinamico.
IGT Emilia Nabucco 2019 Prova di botte
Rubino pieno e luminoso; seppure ancora contratto su sé stesso, sprigiona profumi di frutta fresca. Nella immediatezza di un vino che ha ancora necessità di affinamento, la bocca presenta una buona freschezza gustativa, godibile e accattivante.
Dopo una trentennale brillante carriera in ambito amministrativo finanziario all’interno di un noto gruppo multinazionale, dal maggio 2018 si dedica totalmente al mondo del vino del quale è appassionato partecipe da oltre quindici anni. Sommelier dal 2005 e degustatore Associazione Italiana Sommelier, assaggiatore di formaggi ONAF, assaggiatore di grappe e acqueviti ANAG e degustatore professionista di birre ADB, è relatore in enologia nei corsi per sommelier. È stato responsabile redazionale del sito internet della delegazione AIS di Milano e ha collaborato alla stesura delle guide Vitae e Viniplus. È redattore per la rivista Viniplus di Lombardia, per la quale cura due rubriche, è inoltre autore per la rivista Barolo & Co e per le testate on-line vinodabere.it, e aislombardia.it.
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