Eventi sul vino ce ne sono tantissimi, alcuni generalisti con produttori noti, altri più di nicchia, dedicati a filosofie produttive particolari o a territori specifici, in cui la selezione delle aziende è più curata. Nel corso degli ultimi anni gli eventi si sono moltiplicati ed é in questo scenario che si colloca la prima edizione di “Diamoci un Taglio, beviamoli in Purezza”, che ha animato per due giorni (12 e 13 maggio) le sale dello spazio espositivo di Wegil a Roma, a due passi da Porta Portese. Un evento ideato dagli Editori de La Pecora Nera, casa editrice specializzata nella realizzazione di guide enogastronomiche e di eventi a tema, e Pasquale Livieri, fondatore della celebre enoteca romana Il Sorì e grande esperto del settore. È toccato proprio a Paky Livieri selezionare una ad una le aziende che hanno preso parte all’evento, mettendo insieme un parterre di vignaioli con qualcosa da raccontare. “Criterio fondamentale per la partecipazione alla fiera mercato è stato la realizzazione di almeno un vino prodotto vinificando in purezza uno dei vitigni che in passato erano utilizzati come uva da taglio”, ha spiegato Livieri. Ne è nato un evento diverso, dunque, volto a valorizzare i vini ottenuti da monovitigni normalmente utilizzati in blend, molti dei quali poco noti al grande pubblico. Circa 30 produttori provenienti da tutta Italia hanno portato diverse etichette in degustazione, permettendo ai presenti di assaggiare vini ottenuti da uve come il Centesimino, il Coda di Volpe, la Tintilia, il Guarnaccino, l’Albana, il Pallagrello Bianco e Nero, il Trebbiano Spoletino, la Rondinella e altri ancora. Vitigni minori usati per produrre vini minori, dunque? Niente affatto. Anzi. Vini insoliti sicuramente, ma proprio per questo, dal grande fascino, come abbiamo constatato di persona degustando molte delle tante etichette presenti alla fiera (più di un centinaio). Questi di seguito gli assaggi più appaganti per noi di Vinodabere.
Cantina San Biagio Vecchio – Faenza (RA)
Ravenna Igt Bianco Sabbia Gialla 2017 – Orange wine ottenuto da Albana. Oro luminoso nel calice, con una leggera velatura. Profumi di eccezionale intensità di albicocca e salvia, fieno e fiori d’acacia che lentamente evolvono verso sentori di miele di castagno, agrume candito e iodio. In bocca è agile e leggermente tannico, con un sorso ben scandito dai sentori di salvia e albicocca, succoso e dinamico con una grande freschezza e una bella sapidità che contrastano l’esuberanza alcolica (14%). Chiude con ricordi di albicocca disidratata e miele di castagno accompagnati da una lunga scia salina. Persistenza infinita.
Masseria Perugini – San Marco Argentano (CS)
Vivavì Bianco 2017 – Le vigne sono coltivate a un’altitudine di circa 480 metri sul livello del mare, in un’area dal clima mediterraneo, caldo e ventilato, caratterizzata dalla presenza di terreni di matrice calcareo-argillosa. Terminata la vendemmia, le uve sono sottoposte a una macerazione sulle bucce della durata di un paio di giorni. Segue una pressatura soffice e la fermentazione spontanea del mosto fiore in vasche d’acciaio, con utilizzo di soli lieviti indigeni. Il vino matura in acciaio per qualche mese e viene imbottigliato senza procedere a nessuna filtrazione. Il “Vivavì” è un bianco dal carattere genuino, che esprimere le caratteristiche varietali del Mantonico, esaltandone profumi e aromi attraverso il processo di macerazione sulle bucce. Un bianco dal profilo intenso e mediterraneo. Nel calice si presenta con una veste dorata con una leggera velatura, tipica dei vini non filtrati. All’olfatto esprime profumi di zagara, agrumi, pesca, frutta gialla e sentori iodati e di pietra focaia. Al palato mostra una buona struttura, il frutto denso e maturo e le morbide sensazioni di miele sono perfettamente bilanciate da una grande freschezza e da una buona sapidità, che si fondono con un tannino levigato e concorrono ad un finale con richiami di mandorle e sale dalla lunga persistenza.
Alla Costiera – Vò (PD)
Veneto Igt Moscato Secco Agnese 2017 – Vinificato in bianco, fermentazione spontanea ad opera di soli lieviti indigeni, affina otto mesi in cemento vetrificato. Giallo paglierino intenso con leggere striature dorate. Al naso emergono sottili profumi di rosa tea e zagara su uno sfondo di note dolci di zucchero filato cui fanno seguito accenni evidenti di erbe aromatiche come salvia e mentolo. In bocca l’aromaticità è riequilibrata da una grandissima freschezza e da una notevole sapidità, di chiara matrice vulcanica, che sorreggono un sorso goloso dal lungo finale floreale.
Cantina Giara – Adelfia (BA)
Mons Roni Cannitum 2016 – Fermentazione spontanea senza controllo della temperatura per questo orange wine prodotto con un 60% di uve Verdeca, un 30% di Malvasia e il restante 10% Moscato. Macerazione sulle bucce dai 6 agli 8 giorni, a seconda dell’annata. Fermenta e affina in acciaio per 12 mesi prima di trascorrere altri 6 mesi di bottiglia, il vino non subisce nessuna filtrazione. Solo 1500 bottiglie prodotte. Nel calice ha una bellissima veste ambrata con riflessi ramati. L’olfatto è inizialmente ostaggio di note di fieno e frutta esotica matura che lasciano strada lentamente a sentori di agrumi, santoreggia e lentisco prima di un finale di mele bollite e cannella. In bocca è fin da subito fresco, sapido e inaspettatamente delicato, prima di mostrarsi più voluminoso e avvolgente. Ottima bevibilità e grande persistenza.
Traerte – Vadiaperti – Montefredane (AV)
Irpinia Coda di Volpe Doc Torama 2017 – Prende il nome dal tipo di terreno calcareo-arenitico su cui sono impiantate le viti, che in dialetto è chiamato per l’appunto “Torama”. Dopo la pressatura soffice effettuata nelle prime ore dopo la vendemmia, il Torama fermenta con lieviti selezionati a temperatura controllata e con una brevissima sosta sulle bucce per poi essere lasciato a maturare esclusivamente in acciaio inox. Nel calice si presenta con una veste giallo paglierino luminoso. Complesso al naso, con note di lime e cedro, accompagnate da cenni di pietra focaia che lasciano il posto a toni di mela renetta e pesca, lievi note di glicine e richiami di frutta secca. Palato che fa della mineralità vulcanica la cifra stilistica: freschezza e sapidità sorreggono un sorso ricco e strutturato in cui tornano a farsi sentire gli agrumi, la pesca e la frutta secca che sfuma in un finale piacevolmente sapido e lungo.
ROSATI
Vigne del Pellagroso – Monzambano (MN)
Rosato 2018 – Breve macerazione, fermentazione spontanea, solo acciaio, nessuna filtrazione e aggiunte di solforosa: un vino schietto che parla del territorio e della filosofia di produzione di chi lo ha creato. Rondinella in purezza. Rosa corallo brillante con riflessi ramati. Pompelmo rosa e melograno sono i primi distinti sentori che caratterizzano un naso delicato e in costante evoluzione che regala in successione lampone, fragoline di bosco e ancora note di lavanda e karkadè. Fresco e sapido, bilanciato ed elegante ha una facilità di beva disarmante. Chiude con note di piccoli frutti e pompelmo rosa.
Podere Fontesecca – Città della Pieve (PG)
Umbria Igt Ciliegiolo Rosato 2017 – Vinificazione praticamente in bianco, senza uso di lieviti selezionati o altri additivi salvo un piccolo quantitativo di solforosa. In un’annata siccitosa come la 2017 questo rosato da uve Ciliegiolo ha trascorso soltanto qualche ora sulle bucce, in pressa, perché come confessa Paolo Bolla, il produttore, “lo abbiamo vendemmiato il 24 agosto, ed era già tardi”. Nel calice appare di un cerasuolo scarico ma brillante. Il naso è inizialmente giocato su note di ciliegia e ribes, accompagnato da lievi cenni di violetta. Col passare del tempo il fruttato acidulo diventa più marcato con ricordi di lampone e pompelmo rosa che anticipano note vegetali che sfumano in una delicata speziatura. Ad un naso così delicato fa eco una bocca altrettanto elegante e fresca, con una bella vena sapida che rende scorrevole la beva, connotata da piacevoli ritorni di ciliegia acerba e lampone e da una buona persistenza.
ROSSI
Vinica – Ripalimosani (CB)
Tintilia del Molise Doc Lame del Sorbo 2011 – Vino intrigante e dalle mille sfaccettature odorose e gustative. Ottenuto da uve 100% Tintilia, varietà autoctona del Molise poco nota e bistrattata ma in grado di regalare vini emozionanti come questo Lame del Sorbo. Raccolta manuale. Fermentazione spontanea. La macerazione come l’affinamento – quest’ultimo protratto per due anni – avvengono in acciaio; poi concluso questo periodo, la Tintilia passa in bottiglia per restarvi a riposare 24 mesi. Quel che ne risulta è un nettare non chiarificato né filtrato con un bel caratterino, vivido nel colore che dal rubino vira al granato, quanto nelle sfumature olfattive. Attacco delicato su note di lamponi, ciliegie, pepe nero e rosa canina. Pochi istanti e il naso si scurisce su toni di terra smossa, foglie di tabacco, tartufo e cacao amaro. Qualche minuto e cambia ancora regalando sfumature di liquirizia e goudron. In bocca è una carezza di velluto al gusto di liquirizia e ciliegie, freschezza e sapidità, assieme a raffinati tannini gli conferiscono un perfetto equilibrio e un piglio aristocratico. Persistenza infinita.
Sassotondo – Sorano (GR)
Maremma Toscana Ciliegiolo Doc San Lorenzo 2015 – Prodotto con la miglior selezione di uve Ciliegiolo provenienti da un vigneto di più di 35 anni e raccolte manualmente. La fermentazione avviene ad opera dei lieviti indigeni, e la macerazione dura da 15 a 20 giorni. Il vino matura per 30 mesi in botti di rovere di slavonia da 10 hl e affina 12 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio. Colore rubino profondo, denota già alla consistenza un estratto importante. All’olfatto domina la ciliegia, associata a ribes nero e ad una fine speziatura di pepe nero e chiodi di garofano. In seconda battuta emergono sentori di torrefazione e liquirizia. In bocca è elegante e dotato di una straordinaria freschezza e bevibilità, con un tannino non ancora perfettamente integrato ma con la stoffa del vino importante. Chiude con un ritorno di spezie e amarena e una lunga persistenza.
Le Quercete – San Potito Sannitico (CE)
Terre del Volturno Igp PallagRè Rosso 2017 – Da uve Pallagrello Nero in prevalenza, Casavecchia e Pallagrello Bianco. Rosso rubino brillante. Scuro nei profumi, profondo, esprime in prima battuta toni di mora e frutta in confettura, poi pepe nero, violetta e ancora foglie di tabacco e cenni erbacei. Al palato è caldo, di buon corpo, con un tannino ben presente ma non rude, che gli conferisce ritmo insieme alla freschezza. Morbido e persistente, di buona struttura. Finale di buona lunghezza.
Tenuta Bellafonte – Bevagna (PG)
Montefalco Rosso Pomontino 2017 – Blend di Sangiovese (80%) e Sagrantino (20%), vinificati separatamente, il Pomontino nasce da un’attenta vinificazione ad acino intero e a fermentazione spontanea di uve provenienti da vigneti di circa 15 anni di età. Successivamente rimane a maturare per circa un anno in botti grandi di rovere di Slavonia prima di un’ulteriore sosta di circa 6 mesi in bottiglia. Non filtrato. Nel calice si presenta con un colore rubino intenso. Al naso esprime eleganti note di ciliegia, melograno e ricordi terrosi di sottobosco, con il tempo emergono succose note di mora e sfumature balsamico-speziate che ricordano il mirto e l’eucalipto. Al palato si mostra un vino agile, saporito e freschissimo, sostenuto da una leggera e piacevole trama tannica e dalla beva disarmante. Chiude su note agrumate e ematiche, di buona persistenza.
Masseria Perugini– San Marco Argentano (CS)
Pimi Vino Rosso 2017 – Vino ottenuto da uve Guarnaccino Nero da vigne allevate a cordone speronato e ad alberello a 300 metri sul livello del mare nel comune di San Marco Argentano in regime di agricoltura biologica. Le uve sono raccolte manualmente nella seconda metà di Ottobre, selezionate direttamente in vigna e trasportate in cantina, dove la fermentazione avviene spontaneamente con lieviti indigeni. Dopo una macerazione sulle bucce di 21 giorni il vino passa in botti grandi di castagno di secondo passaggio dove effettua un affinamento di circa 9 mesi. Il Pimi Perugini si presenta al calice con una veste rosso rubino intenso, orlata da tinte granate. Il naso inizialmente giocato su note di prugna e macchia mediterranea (alloro e lentisco), regala col tempo toni speziati, richiami di chinotto e una piacevole nota ferrosa. Al palato è intenso e saporito, con coerenti ritorni fruttati di prugna e agrumi. Dotato di una notevole struttura, trova un ottimo bilanciamento grazie a freschezza e tannino, di cui certamente non difetta, e alla profonda vena sapida accentuata dai cenni ematici che caratterizzano il lungo finale.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia