Il “T’amo pio bove” di Carducciana memoria è ciò che mi sovviene visitando la Tenuta Vannulo a Capaccio Paestum in provincia di Salerno. Proprio dal “grave occhio glauco entro l’austera dolcezza” tanto decantato nel sonetto che si scorge ciò che genera l’amore ed il rispetto della Natura.
Le bufale mi guardano piuttosto sornione, pensando magari ad un altro turista che voglia immortalarle per conservare un souvenir d’Italie. Continuano placide ed indifferenti nella loro vita assolutamente priva di stress, alimentandosi soltanto con foraggi prodotti all’interno dell’azienda, senza uso di antibiotici surclassati da prodotti omeopatici altrettanto efficaci e meno dannosi per la salute.
Ciò che diamo infatti agli animali per aumentarne le loro “prestazioni” inevitabilmente presenterà un tornaconto sulle nostre tavole. Mi ricorda vagamente la pessima usanza di mia nonna di utilizzare il vino scadente per cuocere la carne, rovinando inesorabilmente il gusto del piatto. Quanti di voi avranno le stesse sbiadite rimembranze?
Non ultimo macchinari per massaggi e mungitrici automatizzate senza gestione manuale contribuiscono a rendere l’ambiente una sorta di “fattoria-resort”, con ottime ripercussioni sulla qualità stessa dei prodotti.
La mia degustazione parte proprio dalla sala, accogliente e informale che sembra invitarti a mantenere la calma necessaria, abbandonando per un lungo istante le frenesie e le ansie quotidiane.
L’entrèe è già da brividi: 2 tipologie di burro (una contenente erba cipollina) ed un assaggio di crema allo yogurt con grissini artigianali. Ottimo aperitivo stuzzicante per le corpose portate a seguire, con protagonista sempre il latte di bufala campano.
Ecco dunque il fiore di zucca ripieno di ricotta, diverso da quello laziale che prevede invece mozzarella e acciuga. Questo è più delicato e fragrante, sia per la pastella che per il ripieno.
Una mozzarella in carrozza dal taglio filante su coulis di pomodoro che stempera adeguatamente la grassezza della frittura. Il latte di bufala rispetto a quello vaccino regala sensazioni di sapidità e persistenza gustative uniche nel loro genere.
Seguitiamo in un piccolo intermezzo, caratterizzato da 2 bocconcini di mozzarella di differente pezzatura. Il fil rouge è qui rappresentato dalla notevole consistenza, evidenziata dalla tenacia opposta alla lama del coltello e dal latticello fuoriuscente che assomiglia ad una sorta di “pianto antico”. Si raccomanda di servire a temperatura ambiente (e non di frigorifero) per esaltarne gli aromi ed il gusto.
E ora i pezzi forti, la frittata di maccheroni, altra eccellenza del Sud, reinterpretata in forma di mini timballo croccante e appetitoso (le foto parlano da sé), seguita da polpettine di pane al sugo ricetta tipica cilentana.
Passiamo poi allo spaghetto al pomodorino del Vesuvio, basilico e dadolata di mozzarella dal grande equilibrio tra le componenti estremamente delicate, per chiudere infine con la classica parmigiana di melanzane “fritta e dorata”, ovvero con uso di uova e farina per dare compattezza al piatto. In questo caso un ragù ristretto di pomodoro rende il sapore decisamente dark e persistente esaltando la cremosità della mozzarella.
Biologico o non biologico questo è il dilemma…Da Vannulo diventa certezza di qualità.
Indirizzo: Via Galileo Galilei, 101, 84047 Capaccio SA
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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