Roma è una città molto dispersiva. Molti dei quartieri hanno una popolazione maggiore di una media provincia italiana. Non è quindi così raro che persone che abitano ad un palazzo di distanza non si conoscano affatto. Non è questo però il caso di Monteverde Vecchio, quartiere che si affaccia su Trastevere. Siamo per capirci nei pressi del Gianicolo, Colle che non è annoverato tra i sette tradizionali, ma che rappresenta uno dei luoghi più panoramici della città. Qui però la maggior parte degli abitanti si conoscono tra loro, una sorta di piccolo paese dove sopravvive perfino qualche bottega degli anni ’50. Una di queste è la vecchia frutteria di Alfonso Capone, trasformata dal figlio Teodoro nel 2005 in Vineria Enoteca.
Teo (consentitemi di chiamarlo così, data la sincera e profonda amicizia che mi legava a lui) aveva avuto una bellissima idea, quella di riscoprire in chiave moderna l’osteria di una volta, e creare un simpatico ed allegro punto d’incontro per il quartiere. Il nome scelto, “Al Grammelot”, rappresentava (e rappresenta) un omaggio a Dario Fo, ed a quel linguaggio usato dai giullari nel Basso Medioevo, per farsi capire anche in posti dove si parlavano lingue diverse dalla propria.
E così negli anni aveva (ed ha) creato un vero e proprio punto di riferimento per il quartiere ospitando anche scrittori, musicisti ed artisti per serate a tema.
Il vino per Teo era emozione e nulla più, fuori da ogni omologazione, da ogni schema e fuori da ogni “dogma”, come amava dire.
Tante le serate passate ad assaggiare vini alla cieca insieme ed a confrontarci con un calice in mano. La sua opininione per me era molto importante perchè era schietta e non filtrata.
Quando lo scorso 11 maggio mi ha chiamato per comunicarmi la diagnosi che aveva avuto della malattia che lo ha portato via in poco più di un mese ho cercato di rassicurarlo, ma in realtà cercavo di rassicurare me perchè proprio non volevo perdere un amico come lui.
Adesso mi rivolgo direttamente a te, sperando che tu possa sentirmi.
Ora che non sei più qui Teo, ti prego, torna a parlare a tutti noi che ti conoscevamo, con il tuo Grammelot.
Alla moglie, ai figli, ai fratelli ed al padre vanno le più sincere condoglianze mie e di tutta la Redazione di Vinodabere.