Una volta si diceva “Zona Cesarini” per raccontare tutto quello che arriva all’ultimo.
Ho appena 40 minuti per andare all’ AcquaRoof Terrazza Molinari – splendido roof garden nel cuore di roma – per partecipare ad una degustazione di Tenuta Arceno. Posso mai mancare?
1000 ettari di Tenuta, di cui 90 vitati, sulle colline del Chianti Classico, di proprietà della famiglia Jackson dal 1994.
Tenuta di Arceno produce tre vini DOCG: Chianti Classico Annata, Chianti Classico Riserva, e Chianti Classico Gran Selezione Strada al Sasso. Ma anche tre Supertuscan di prestigio: Arcanum, Valadorna e il Fauno di Arcanum.
A presentare i vini di tenuta Arceno ci sono due personaggi di eccellenza: Pierre Seillan, viticoltore ed enologo nel cui curriculum troviamo Armagnac, Loira, un ventennio a Bordeaux e California, e Lawrence Cronin, enologo NewYorkese, professionista dal 1995 in California.
Presentazione tutta in inglese, con inevitabile pronuncia francese a dare un sapore diverso a questa presentazione.
Pierre è un vulcano e inizia racconta dei 10 diversi microclimi presenti nella Tenuta, della grande diversità di suoli e diverse altitudini, introducendo la sua filosofia del microcru, secondo cui ciascun vigneto è suddiviso in particelle più piccole, in base al tipo di suolo. Coltivazione, raccolta e vinificazione avvengono separatamente per ogni microcru che diventa quindi espressione unica di una specifica particella di vigneto. Solo nelle ultime fasi del processo di vinificazione i microcru vengono assemblati tra loro per formare i vini di Tenuta di Arceno.
Le 15 foreste selezionate per la produzione delle barriques (14 francesi e 1 tedesca), di proprietà della famiglia Jackson , permettono a Pierre di applicare la sua filosofia del microcru anche alle barriques. Ciò gli consente di regolare al meglio la struttura, i sentori e gli aromi che le botti rilasciano ai vini.
Ma veniamo ai vini.
Sei vini in degustazione più altri 6 in abbinamento al pranzo.
Il mio gradimento va al Chianti Classico Gran Selezione Strada al Sasso 2017, di carattere al naso con un bouquet floreale intenso. Tannico ma elegante. Sicuramente destinato a durare nel tempo. La mia preferenza va anche (gioco facile) ad Arcanum IGT Toscana 2016 un 100% Cabernet Franc che non mi sarei aspettato di trovare così elegante.
La giornata si conclude con un pranzo degno di nota al ristorante Acquolina con finale a sorpresa di Pierre che “estende” la degustazione con uno strepitoso “Verité La Muse 2008” Californiano. Un blend di Merlot (90%) Cabernet Franc e Malbec. Un vino che, per quanto mi riguarda, resterà impresso nella memoria.
Fondamentalmente un curioso. Programmatore e sistemista pentito, decide di virare in modo netto verso un mondo fatto di idee più stimolanti che spaziano dal teatro all'agricoltura con progetti dedicati all'economia circolare. Appassionato di comunicazione, attratto dalla cucina sia come forma di espressione che di nutrimento e, inevitabilmente, dal vino. Sommelier dal 2018, writer per passione. Videomaker, ma sempre per passione. Fondatore di Bordolese.it e Wining.it
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