Il buon vino è fatto anche di passione ed entusiasmo è innegabile. Ed è esattamente la sinergia di questi due elementi a caratterizzare la personalità di Camillo Montori, vignaiolo di confine nelle colline teramane a Controguerra, in una porzione dell’antico Feudo di Monte Aureo, incastonato nella fascia collinare dell’Abruzzo Pretuziano, a poca distanza dalle Marche e dal mare.
Una pagina di storia lo definiscono da queste parti, non fosse altro che per il suo «caparbio» impegno da sempre teso a rivendicare una identità e tipicità territoriale sfociata prima nel riconoscimento della Doc Controguerra e nel 2003 nella Docg Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane. Ma la storia dei Montori in ambito vitivinicolo ha radici ancora più lontane, come testimoniato dall’azione dell’Avv. Giuseppe Montori che, a fine ottocento, assunse un rilevante ruolo pubblico nella politica agraria del teramano occupandosi di fasi vegetative e condizioni metereologiche dei vitigni, oltre che dell’Esposizione regionale a Teramo del 1870 come Presidente del Comizio agrario.
Incontriamo Camillo Montori in azienda in un tranquillo pomeriggio invernale, nemmeno l’aria pungente e la dolce luce di fine giornata riescono a mitigare la sua prorompente personalità e la voglia di raccontarsi. Di narrare di quelle rischiose scelte degli anni ’60, assunte tra mille difficoltà, per rilanciare l’impresa paterna trasformando la mezzadria in un’impresa diretta, dei suoi studi e dei suoi viaggi tra i territori di produzione di qualità (Francia, Friuli, Piemonte) per assorbire quanto più possibile segreti e saperi.
E poi, passo dopo passo, la costruzione di quella che è oggi la sua azienda che vanta una superficie complessiva di 80 ettari, di cui 50 destinati a vigneto, con in testa sempre la stessa filosofia, quella di coniugare radici di autenticità a modernizzazione equilibrata. E passeggiando tra la sua cantina si respira tutta questa filosofia, dalle tradizioni della bottaia, alle innovazioni della torre di fermentazione, fino a scoprire un vero e proprio museo della civiltà rurale ove sono raccolte le testimonianze della civiltà agraria del territorio e del sapere contadino.
«In questi anni ho vinificato tantissime uve, ma per il Trebbiano ci vogliono delle accortezze particolari… Pressatura equilibrata, lieviti selezionati, refrigerazione, decantazione e bâtonnage». In tali termini Camillo parla dell’uva del suo territorio che lo ha sempre più appassionato ed intrigato, proprio per questa difficoltà di ottenerne vini di interesse e apprezzamento. E poi c’è il suo Montepulciano d’ Abruzzo, un’uva dotata di concentrazione, colore, struttura e profumi a cui Camillo ha saputo infondere originalità, naturalità e fascino.
Nella sala degustazione, quando ci avviciniamo per qualche assaggio, non ci sorprende che Camillo ci proponga anche i vini della «linea classica» Camillo Montori in raffronto a quelli della linea Fonte Cupa e a qualche vecchia annata. «Sono tutti bravi a fare una riserva» aggiunge sorridendo, quasi a suggellare una convinzione, che non può non essere condivisa, che il valore produttivo di un’azienda si misuri anche dalla piacevolezza dei c.d. vini entry level.
Questi i nostri assaggi e le nostre impressioni.
Trebbiano D’Abruzzo DOC 2017 Fonte Cupa. Naso di interessante piacevolezza che evidenzia sentori fruttati, di mela, pera e pesca gialla seguiti da leggere sfumature vegetali e intense percezioni minerali. La bocca è estremamente rispondente all’impatto olfattivo, fresca, sapida e di buona persistenza. Affinato in acciaio.
Montepulciano D’Abruzzo DOC 2016 Camillo Montori . Ciliegia croccante, note floreali, sentori di humus e cenni agrumati. Sorso coerente con un tannino ancora in evidenza, di buon equilibrio e piacevole persistenza. Maturato in solo acciaio.
Montepulciano D’Abruzzo Colline Teramane DOCG Fonte Cupa «Riserva» 2011
Al naso spezie, vaniglia e note di frutta matura delicatamente precedono sentori di cacao e tabacco. Morbidezza setosa al palato, perfettamente bilanciata da freschezza e sapidità, regalano una lunga persistenza.
Montepulciano D’Abruzzo DOC Fonte Cupa 2001. Frutti rossi in confettura, cacao, liquirizia, tabacco e richiami balsamici si fondono a spiccati sentori minerali. Ancora vibrante l’acidità e delicato il tannino per un finale davvero lungo.
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.
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